Via Stracciatella è una strada del centro storico di Firenze, situata in Oltrarno, tra la Costa di Sotto angolo Rampa dei Canigiani e la piazza dei Rossi. Lungo il tracciato incontra la rampa di Sotto.
Il nome è attestato dal Settecento ed è di origine non chiara, per quanto lo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze del 1913 lo ipotizzi "derivato, forse, dalla gente d'umile condizione che vi abitava"; in ogni caso si doveva collegare o agli stracci, o alla stracciata di pasta che magari era servita qualche osteria.
In precedenza sono attestate le denominazioni di costa di Mezzo, perché strada intermedia tra la costa San Giorgio e il vicolo del Canneto (che anticamente correva per un tratto più lungo parallelamente a via de' Bardi, come si vede nella mappa del Buonsignori), costa del Pozzo, dalla presenza di un antico pozzo pubblico presso piazza di Santa Maria Soprarno, o costa di Santa Maria Maddalena dall'esistenza di un oratorio delle monache di Santa Felicita, situato leggermente più a monte da dove inizia la strada, dove oggi si trova la casa di Giovanni Dupré sulla costa San Giorgio.
Nell'agosto del 1944 la zona fu in buona parte distrutta dall'esplosione delle mine poste dall'esercito tedesco in ritirata, per cui oggi, assieme ad alcuni segni che rimandano all'antichità del luogo, la via ha essenzialmente carattere moderno ed è caratterizzata dalla corte di pertinenza dei nuovi edifici che guardano su via de' Bardi e dal basso corpo di fabbrica che la trasforma in un ampio spazio terrazzato, pensato e in effetti inizialmente destinato ad accogliere botteghe artigiane, che della terrazza potevano usufruire per esporre le proprie produzioni. Nell'ambito della viabilità cittadina la strada ha ruolo del tutto secondario.
Gli edifici con voce propria hanno le note bibliografiche nella voce specifica.
Tra il 9 rosso e l'1, dove si incontrano due archi in pietra forte di due edifici separati, ma uniti intrenamente almeno al piano terra, si vede una mattonella in ceramica smaltata con la Madonna Assunta, della manifattura di Figline di Prato, databile al XVIII secolo. Al piano terreno del n. 1 è, tra i due fornici, un piccolo tabernacolo con lanterna che custodisce una Madonna col Bambino in terracotta, da un modello di Benedetto da Maiano.
Al 16, sul retro del cinema Arlecchino, di trova un tabernacolo con una moderna Madonna col Bambino in terracotta, opera di Libero Andreotti del 1923, donato dalla vedova dello scultore al Comitato per l'Estetica Cittadina in occasione dell'intervento di ripristino dell'area inaugurato nel 1959.
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