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Daluis


Daluis


Daluis (o Daluèis in lingua occitana e Daluis anche in italiano, è un comune francese di 140 abitanti, situato nel dipartimento delle Alpi Marittime della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

Geografia fisica

Le Gole di Daluis sono state scavate dall'alto Varo nel suolo di pelite o lutite rossa, una variante d'argilla fangosa, e sono state intagliate dal fiume nell'estremità occidentale del "Dôme de Barrot", che corrisponde ad una risalita dello zoccolo terrestre nell'epoca geologica del Paleozoico, la quale fa affiorare una spessa serie permiana.

In estate i temporali rappresentano un pericolo importante. La "Grotte du Chat", letteralmente Grotta del Gatto, costituita da un fiume "sotterraneo" lungo 720 metri, è particolarmente fotogenica.

Storia

Dopo la conquista romana, compiuta nel 14 a.C., Augusto organizza le Alpi in province. Il territorio dell'attuale comune di Daluis dipende dalla provincia delle Alpi Marittime ed è riunita alla civitas di Glanate (Glandèves). Alla fine dell'Antichità, la diocesi di Glandèves riprende i limiti di tale civitas.

Il sito appare sotto il nome di Castrum de Adalueiso, poi di Adalosio nel XIII secolo, ed ancora di Adaluys o Addaluys, Adaluy in provenzale.

Il paese appartiene al casato di Daluis della famiglia di Castellane-Villeneuve, e sarà in seguito una dipendenza dei Templari e, dopo la loro condanna, agli Ordine di San Giovanni di Gerusalemme o Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme, ed il villaggio apparterrà poi alla nobile famiglia dei Villeneuve-Beauregard.

Nel 1348, il 18 febbraio, firma dell'atto d'abitazione di Daluis segnato con il signore di Barrême.

Nel 1388, dopo la morte della regina Giovanna, a differenza delle altre parti orientali della Provenza che renderanno omaggio ai Conti di Savoia, Daluis, come Guillaumes, Entrevaux e Sausses si dichiararono fedeli ai Conti di Provenza della Casa d'Angiò.

Nel 1481, come il resto della Contea di Provenza, essendo Luigi XI erede dell'ultimo conte di Provenza, il villaggio di Daluis è stato integrato nel regno di Francia.

Nel 1760, un trattato tra la Francia ed il Re di Sardegna e Piemonte rettifica la frontiera e pone Daluis e Guglielmi nella Contea di Nizza.

Daluis faceva allora parte della diocesi d'Entrevaux, e del vicariato di Guillaumes (Guglielmi).

Durante la guerra delle Alpi, tra la Francia repubblicana ed il regno di Piemonte-Sardegna, il generale austriaco De Wins che comanda l'esercito austro-sardo stabilisce un posto di comando a Daluis nel 1793.

Odiernamente, essendo l'abitato piuttosto esiguo e poco abitato, e trattandosi di un piccolo villaggio, a non molta distanza da Guillaumes, Daluis deve la sua fama essenzialmente al particolare ambiente circostante, essendo inserito nelle omonime imponenti Gole di Daluis (Gorges de Daluis), di roccia rossa, scavate dal fiume Varo.

A partire dal 18 luglio 1944, le truppe tedesche installate a Toetto, detto in italiano Toetto di Boglio, lanciano attacchi contro i partigiani del FFI attraverso le valli dell'alto Varo e del Cianino (Cians).

Essendo fallite le prime schermaglie, i soldati tedeschi riprendono le attività belliche l'indomani attraverso le creste montuose o dorsali dei monti. I partigiani in rotta abbandonano le loro posizioni presso Daluis, per risalire verso Guillaumes e poi verso Entraunes.

Simboli

Monumenti e luoghi d'interesse

  • Rovine del castello feudale.
  • Chiesa di San Martino (Église Saint-Martin), ricostruita alla fine del XIX secolo, dopo il terremoto del 1873.
  • Cappella della frazione di San Martino (Saint-Martin).
  • Grotta del Gatto (Grotte du Chat) con circa 800 metri di gallerie.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti

Sport

  • Il bungee jumping a partire dal Ponte della Mariée.
  • La canoa nel vallone e nella Chiusa d'Amen, che sbocca al centro delle Gole di Daluis, sulla riva sinistra.
  • La speleologia La Grotte du Chat (Grotta del Gatto), molto fotogenica.

Note

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Altri progetti

  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Daluis

Collegamenti esterni

  • (FR) Sito ufficiale, su daluis.fr.

Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Daluis by Wikipedia (Historical)


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