La lingua cecena, o ceceno (nome nativo: Нохчийн мотт, Noxçiyn mott; in russo чеченский язык?, čečenskij jazyk), è una lingua caucasica parlata da circa un milione di persone, la maggior parte delle quali vive in Cecenia.
La lingua letteraria cecena fu creata dopo la rivoluzione d'ottobre e a metà del 1920 entrò nell'uso l'alfabeto latino al posto di quello arabo. Nel 1938 venne invece adottato l'alfabeto cirillico. Con la dichiarazione di indipendenza della Repubblica Cecena nel 1992 alcuni nativi ceceni ritornarono all'alfabeto latino. In Giordania, Turchia e Siria ci sono consistenti comunità di immigrati di origine cecena, ma generalmente queste persone non sono capaci di scrivere in ceceno, eccezion fatta per gli individui che hanno fatto lo sforzo di impararne l'ortografia, dato che l'alfabeto cirillico non è generalmente usato né conosciuto in quei paesi.
La lingua cecena è una delle lingue caucasiche. Linguisticamente, fa parte della famiglia Nakh, assieme alla lingua inguscia ed alla ormai quasi scomparsa lingua bats; esse appartengono tutte alla famiglia delle lingue caucasiche nordorientali ma solo il ceceno e l'inguscio sono mutuamente comprensibili.
Le lingue indigene del Caucaso non fanno parte di alcuna famiglia linguistica presente in altri luoghi sulla terra.
Il ceceno è parlato da circa 950.000 persone in Cecenia e (a causa della diaspora cecena) nei paesi del Medio Oriente, specialmente in Giordania.
Il ceceno è la lingua ufficiale della Cecenia, una Repubblica della Federazione Russa.
Esistono numerosi dialetti ceceni:
Alcune caratteristiche del ceceno sono la ricchezza di consonanti e suoni simili a quelli dell'arabo o delle lingue native americane, un vasto sistema vocalico rassomigliante a quello dello svedese o del tedesco, quattro generi grammaticali, e una complessa sintassi.
La lingua cecena possiede (come la maggior parte delle lingue caucasiche) un gran numero di consonanti: circa 31 (a seconda del dialetto preso in questione), più di quelle della maggior parte delle lingue europee. A differenza della maggior parte delle lingue del Caucaso, possiede anche un grande inventario di vocali e dittonghi: circa 27 (a seconda del dialetto analizzato) o secondo Klimov 33, simile nel numero e nella fonetica al sistema vocalico delle lingue scandinave, del tedesco, e del finlandese. Nessuno dei sistemi ortografici finora usati per il ceceno è riuscito ad identificare, con totale accuratezza, tutte le sue vocali.
Il ceceno è una lingua agglutinante ergativo-assolutiva. I sostantivi possono appartenere a sei differenti classi, ognuna delle quali con un prefisso che concorda col verbo o con l'aggettivo che accompagna il nome. I verbi presentano anche il modo ottativo e la diatesi antipassiva. Vi sono otto casi (nominativo, genitivo, dativo, ergativo, strumentale, allativo, comparativo e locativo) e molte posposizioni. Solitamente gli aggettivi e le proposizioni relative precedono il nome al quale sono legate.
Il ceceno divide i nomi in sei classi. Ad ogni classe corrisponde un prefisso che viene unito agli aggettivi o ai verbi che accompagnano il nome (senza che, però, quest'ultimo venga modificato).
In ceceno i casi sono 8, esistono poi altri 7 casi derivati per il locativo, uno per l'oggettivo ed un per il comparativo. Il nominativo è quasi sempre l'oggetto diretto e non il soggetto.
Qui sotto è riportata la declinazione del sostantivo govr (cavallo)
I numeri cardinali sono in base 20 mentre i numeri ordinali vengono usati per indicare l'orario.
Le posposizioni, forme equivalenti delle preposizioni si scrivono staccate dopo il sostantivo eccetto per i sostantivi che indicano le città in cui sono attaccate.
Le parole cecene di origine nativa non sono molte (non più di 3000). Sono presenti numerosi prestiti dal russo, da varie lingue turche (principalmente dal cumucco), dall'arabo, dal persiano, dall'alano (cioè probabilmente l'antenato dell'osseto) e dal georgiano. Studiosi del ceceno e dell'inguscio hanno anche voluto vedere dei collegamenti ad alcune antiche lingue dalla scrittura cuneiforme di area caucasico-mesopotamica, come l'urrita e l'urartiano. Il ceceno presenta inoltre problemi interessanti per la lessicografia, in quanto la creazione di nuove parole avviene unendo tra loro quelle di interi sintagmi (p.e. "una bella casa", sintagma nominale, o "mangiare in fretta", sintagma verbale), piuttosto che aggiungendo prefissi o suffissi a parole già esistenti; risulta quindi difficile decidere se una "parola" di questo tipo debba essere rappresentata da una propria voce separata in un dizionario.
Con la diffusione dell'Islam in Cecenia, fu adottato l'alfabeto arabo. Nel 1925 fu introdotto una variante dell'alfabeto latino dalle autorità sovietiche; tuttavia, nel 1938, fu a sua volta sostituito dall'alfabeto cirillico. Nel 1992, i secessionisti ceceni reintrodussero l'alfabeto latino, mentre pochi anni dopo fu reintrodotto quello cirillico.
Paul Keres (in russo Пауль Петрович Керес?, Paul' Petrovič Keres; IPA: [ˈpɑu̯l ˈkeres]; Narva, 7 gennaio 1916 – Helsinki, 5 giugno 1975) è stato uno scacchista sovietico, estone di nascita.
Grande Maestro, autore di libri sull'argomento e universalmente considerato come uno dei più forti tra coloro che non hanno conquistato il titolo di campione del mondo, se non il più forte. Per lui venne coniato il titolo di "Eterno Secondo", che dopo la sua morte sarà appannaggio di Viktor Korčnoj.
Dal 1937 al 1941 studiò matematica presso l'università di Tartu. Morì a 59 anni per un attacco di cuore a Helsinki mentre stava tornando in Estonia di ritorno da Vancouver in Canada, dove aveva appena vinto il locale torneo.
Imparò a giocare dal padre, dal fratello maggiore e dai quotidiani locali. Divenne campione dell'Estonia nel 1935 e fino al 1937 partecipò a decine di tornei in Europa. Keres fu invitato al torneo di Semmering-Baden 1937, che vinse davanti a Ruben Fine, Capablanca, Reshevsky e Eliskases.
Nel 1938 vinse il torneo AVRO (nei Paesi Bassi) davanti a Reuben Fine, Michail Botvinnik, Aleksandr Alechin, Samuel Reshevsky, Max Euwe, José Raúl Capablanca e Salo Flohr. Questo successo gli avrebbe consentito di sfidare Alechin, l'allora campione del mondo in carica, ma l'inizio della Seconda guerra mondiale non lo permise. A causa della morte di Alechin nel 1946 si dovette organizzare un torneo per l'assegnazione del titolo, che ebbe luogo appena nel 1948. In esso Keres si piazzò al terzo posto; campione divenne Botvinnik.
Dal 1920 fino al 1939 l'Estonia è stata uno Stato indipendente, ma nel 1940 venne occupata dall'Armata Rossa, e dal 1941 al 1944 fu occupata dalla Germania nazista. Nel 1944 l'Armata Rossa riuscì a rioccuparla e rimase parte dell'URSS fino all'indipendenza, ottenuta nell'agosto del 1991.
Sia prima che durante il periodo di occupazione tedesca Keres partecipò a vari tornei in tutta Europa. Quando nel 1944 l'Armata Rossa riuscì a sconfiggere i tedeschi egli tentò di fuggire all'estero. Le autorità sovietiche dell'epoca lo misero sotto inchiesta sospettandolo di attività controrivoluzionarie ed egli temette per la propria vita.
Riuscì però ad evitare la deportazione in Siberia (ciò che invece avvenne per Vladimirs Petrovs, uno scacchista lettone che poi morì nel 1943 di infezione polmonare nel gulag di Kotlas), ma la sua carriera almeno all'inizio fu ostacolata. Su di lui vi fu, per molti anni, l'ombra di quell'episodio e la gerarchia scacchistica del paese, per il fatto che non fosse di origine russa, non lo vedeva di buon occhio. Solamente la sua bravura riuscì a farlo tornare ai vertici; dal 1950 in poi gli venne permesso di viaggiare in tutto il mondo e di partecipare a moltissimi tornei, nei quali ottenne eccellenti risultati.
Nella prefazione ad un libro a lui dedicato, il GM islandese Friðrik Ólafsson scrisse nel 1995: La sua vita è sempre stata strettamente interconnessa col destino dell'Estonia, e penso a quanto avrebbe voluto veder attuato questo storico evento (l'indipendenza dell'Estonia nel 1991) quando il suo Paese ha visto l'alba della libertà.
Keres vinse il Campionato sovietico di scacchi tre volte (nel 1947, 1950 e 1951); per sei volte partecipò al torneo dei candidati per il titolo di campione del mondo di scacchi.
Vinse quattro volte il Campionato estone (nel 1935, 1942, 1943 e 1945).
Partecipò a ben dieci Olimpiadi (le prime tre per l'Estonia, le altre con la squadra dell'URSS): Varsavia 1935, Stoccolma 1937, Buenos Aires 1939, Helsinki 1952, Amsterdam 1954, Mosca 1956, Monaco 1958, Lipsia 1960, Varna 1962 e Tel Aviv 1964. Ottenne l'eccellente risultato complessivo del 75,9% (+85 =44 -12). Vinse 12 medaglie d'oro (7 di squadra e 5 individuali), una d'argento (di squadra) e due di bronzo (di squadra).
Prese parte a tre campionati europei a squadre: Vienna 1957 (+1 -0 =4), Oberhausen 1961 (+4 -0 =4) e Kapfenberg 1970 (+5 -0 =0). Nella sua lunga carriera riuscì a superare o eguagliare tutti i più grandi maestri. La valutazione di Keres usando il sistema "Chessmetrics" lo ha posto, con 2 755 punti, al settimo posto al mondo in un arco di 20 anni, dal 1944 al 1963, periodo in cui fu al suo massimo livello.
Keres prese parte, dal 1948 al 1965, a sei cicli di qualificazione per il campionato del mondo.
Sono riportati i tornei in cui Keres si classificò 1º oppure = 1º.
Sono riportati solo i risultati di partite ufficiali (giocate in torneo o match).
Nota: le partite col segno + sono state vinte da Keres.
Dei suoi contributi alla teoria delle aperture si ricordano:
Keres era un grande conoscitore dei finali, ed anche un cultore della studistica: compose egli stesso circa 70 studi scacchistici; un suo studio vinse un primo premio in un concorso del 1947. Oltre a un libro di analisi delle sue partite, uno sul mediogioco e un altro sui finali, diede il suo contributo alla prima edizione dell'Enciclopedia jugoslava delle aperture (ECO), che uscì nel 1974 poco prima della sua morte.
Paul Keres - Aleksandr Alechin (Margate 1937, 7º turno)
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