![Enrico d'Orléans (1822) Enrico d'Orléans (1822)](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/4e/Prince_Henri%2C_Duke_of_Aumale.jpg/400px-Prince_Henri%2C_Duke_of_Aumale.jpg)
Enrico Eugenio Filippo Luigi d'Orléans, duca d'Aumale (Parigi, 16 gennaio 1822 – Giardinello, 7 maggio 1897), è stato un nobile, politico e generale francese.
Enrico d'Orléans era figlio di Luigi Filippo d'Orléans (1773-1850), al tempo della sua nascita duca di Chartres, e della principessa Maria Amalia di Borbone-Due Sicilie (1782-1866). Nel 1830 suo padre divenne re di Francia con il nome di Luigi Filippo I. Enrico fu un militare durante il regno del padre e dopo l'abdicazione di Luigi Filippo (24 febbraio 1848) fu un rappresentante della monarchia costituzionale e capo della fazione orléanista tesa a perseguire il ritorno della Casa d'Orléans al potere in Francia. All'età di otto anni ereditò una grande fortuna: le proprietà e i capitali dell'ultimo Principe Condé, di cui era figlioccio.
Fu educato dai genitori con grande semplicità. Studiò al Lycée Henri-IV. All'età di 17 anni entrò nell'esercito col grado di capitano e si distinse nelle campagne di Algeria, legando il suo nome alla conquista della smala di Abd el-Kader (maggio 1843). Governatore d'Algeria nel 1847, si rifugiò in Inghilterra dopo la rivoluzione che rovesciò Luigi Filippo. Si dedicò a studi storici e militari. Come capo della Casa d'Orléans polemizzò con Napoleone III che aveva criticato gli Orléans. Visse spesso in Italia, dove possedeva a Palermo il Palazzo d'Orléans e nei pressi il feudo dello Zucco; il palazzo d'Aumale, a Terrasini, è attualmente la sede del Museo regionale di Storia Naturale.
Allo scoppio della Guerra franco-prussiana (1870) si offrì volontario nell'esercito francese, ma la sua offerta fu declinata. Dopo la battaglia di Sedan tornò in patria, fu eletto deputato dell'Oise e membro dell'Académie française succedendo a Charles de Montalembert. Nel 1873 riottenne il grado di generale di divisione e presiedette la corte marziale che condannò a morte François Achille Bazaine. Dopo essere stato nominato comandante del VII corpo d'armata a Besançon, nel 1879 si ritirò dalla vita politica e divenne ispettore-generale dell'esercito. Nel 1883 venne congedato dall'esercito, come tutti i discendenti delle antiche case regnanti francesi.
In base alla legge del 23 giugno 1886, come tutti gli appartenenti alle case reali, gli fu vietata l'assunzione di cariche pubbliche; la protesta al presidente Jules Grévy si risolse in un secondo esilio che durò trentadue mesi, fino al marzo 1889. La revoca dell'esilio fu giustificata dall'aver donato nel 1884 il castello di Chantilly, perfettamente restaurato, il relativo parco con scuderie, e una raccolta di quasi mille dipinti di autori famosi, libri antichi e incunaboli (già posseduti da Gaetano Melzi) e numerose altre opere d'arte al Musée Condé. Morì quello stesso anno nel feudo dello Zucco (allora nel territorio di Giardinello), in Sicilia e fu seppellito a Dreux, nella cappella degli Orléans.
Aveva sposato nel 1844 Maria Carolina Augusta (1822-1869), figlia di Leopoldo di Borbone-Due Sicilie, principe di Salerno e dell'arciduchessa Maria Clementina d'Austria.
La coppia ebbe quattro figli, ma solo due raggiunsero l'età adulta:
La dinastia d'Orléans è un ramo cadetto della dinastia francese dei Borbone. Si tratta di una delle più importanti famiglie nobili francesi, al vertice della categoria dei Principi del sangue, che comprendeva i discendenti in linea diretta maschile di un ramo cadetto della Casa Reale di Borbone. Il capostipite dell'attuale Casa d'Orléans è Filippo I di Borbone-Orléans, secondogenito del re di Francia Luigi XIII, e quindi fratello minore del Re Sole Luigi XIV.
I maschi primogeniti avevano il titolo di "Duca d'Orléans", figura tradizionalmente molto vicina al sovrano, cui spettava l'appellativo di Monsieur (e di conseguenza a sua moglie quello di Madame) riservato al fratello minore del Re.
La creazione del titolo di duca d'Orléans risale al 1344, quando Filippo VI di Francia elesse l'orleanese a ducato e pari del regno, concendendolo in appannaggio al figlio cadetto Filippo, che però non ebbe eredi (e non è contato nella numerazione dei duchi). Luigi I di Valois-Orléans, fratello di Carlo VI, fu il primo duca a dare origine a un casato d'Orléans cadetto della Casa reale (Valois). Enrico IV, primo re di Francia della Casa di Borbone, rinnovò quest'usanza dando il titolo di duca d'Orléans al primo figlio cadetto, Nicola Enrico, e quindi, morto quest'ultimo ancora bambino, al cadetto successivo, Gastone. Anche Gastone morì senza eredi maschi, non riuscendo a dare origine ad un casato d'Orlèans cadetto.
Morto lo zio Gastone nel 1660, Filippo – figlio cadetto di Luigi XIII e di Anna d'Austria, ricevette i suoi titoli nobiliari, tra cui quello ducale d'Orléans e le sue tenute. Fu sempre accanto al fratello e fino al 1661 fu secondo nella linea di successione al trono francese.
Sposò in prime nozze, il 31 marzo 1661, la cugina Enrichetta Anna Stuart, figlia di Carlo I d'Inghilterra e di Enrichetta Maria di Francia, dalla quale ebbe quattro figli:
Morta Enrichetta nel 1671, si risposò lo stesso anno con Elisabetta Carlotta del Palatinato, figlia di Carlo I Luigi del Palatinato e Carlotta d'Assia-Kassel. Dalla seconda unione ebbe tre figli, tra cui un erede maschio:
Filippo I morì nel 1701, gli succedette il figlio Filippo II.
Morto lo zio Luigi XIV, divenne reggente di Francia per il minorenne cugino Luigi XV. Sempre al servizio del suo paese, non si sottrasse a movimenti politici che favorirono la sua famiglia, e anche le sue casse. Affidò il controllo delle finanze statali, all'inglese John Law, ma questa politica (Sistema di Law) si risolse in un disastro finanziario colossale. Alla maggior età del re, il 15 febbraio 1723, il duca di Orléans rinunciò formalmente al potere, diventando solo il primo ministro del sovrano, carica che avrebbe mantenuto fino alla morte, il 23 dicembre 1723. Morì al palazzo di Versailles e fu sepolto nella città dov'era nato, Saint-Cloud. Sposò nel 1692 Francesca Maria di Borbone, figlia illegittima di Luigi XIV, dalla quale ebbe otto figli:
Succeduto al padre come Duca d'Orléans nel 1723, fu uomo pio, caritatevole e pieno di interessi culturali, prese ben poca parte alla vita politica del tempo. In un primo momento sembravano possibili le sue nozze con la granduchessa Anna Petrovna Romanova, ma alla fine si sposò, nel 1723, con Augusta di Baden-Baden (1704 – 1726), dalla quale ebbe due figli:
Sposò in prime nozze Luisa Enrichetta di Borbone-Conti (1726-1759), che gli diede due figli:
Ebbe una seconda moglie morganatica, Charlotte-Jeanne Béraud de la Haye de Riou, marchesa di Montesson, che sposò segretamente nel 1773. Servì gli eserciti francesi nella Guerra di successione austriaca, si distinse nelle campagne del 1742, 1743 e 1744 e alla battaglia di Fontenoy nel 1745: si ritirò a vita privata a Bagnolet nel 1757, occupando il suo tempo con rappresentazioni teatrali e frequentando la società culturale del tempo.
All'epoca della Rivoluzione francese l'allora duca di Orléans, Luigi Filippo, detto Filippo Égalité, fu l'unico aristocratico di sangue reale a sostenere attivamente la rivoluzione, fino al punto di votare a favore dell'esecuzione del cugino Luigi XVI, attirando così su di sé e sui suoi discendenti l'odio di una gran parte dei monarchici francesi. Egli stesso, tuttavia, venne condannato alla ghigliottina, deferito al tribunale rivoluzionario da Maximilien de Robespierre e Bertrand Barère durante il periodo del Terrore. Suo figlio Luigi Filippo fuggì allora in Austria assieme al generale moderato Dumouriez.
Il duca di Chartres Luigi Filippo Giuseppe d'Orleans (1747 - 1793), cugino del re e primo principe del sangue, ebbe dal suo matrimonio con Luisa Maria (celebrato il 5 aprile 1769, a Versailles)
Nel 1830, a seguito della Rivoluzione di luglio che portò alla nuova cacciata dei Borbone dal trono nella persona di Carlo X, la casa d'Orléans divenne regnante con il "re borghese" Luigi Filippo, figlio di Filippo Égalité: egli regnò come monarca costituzionale, con il titolo di re "dei Francesi" e non più "di Francia", ma fu costretto ad abdicare a seguito della Rivoluzione del 1848. Luigi Filippo fu l'unico sovrano orléanista francese. Nel 1809 Luigi Filippo sposò Maria Amalia di Borbone, principessa delle Due Sicilie e figlia del re Ferdinando I delle Due Sicilie. Ebbero dieci figli:
Anche dopo la sua cacciata la fazione orléanista rimase però attiva e impegnata a perseguire lo scopo di un ritorno della Casa d'Orléans al potere in Francia. I monarchici legittimisti, tuttavia, continuavano a sostenere di preferenza il diritto della linea principale dei Borbone, che giunsero molto vicini a riconquistare il trono dopo il crollo del Secondo Impero nel 1871. Ma, con la morte senza eredi nel 1883 dell'ultimo pretendente legittimista dei Borbone, Enrico, conte di Chambord, molti legittimisti, anche attenendosi alle istruzioni dello stesso Enrico, che prima di morire aveva dichiarato che i prossimi nella linea di successione dovessero essere i principi d'Orléans, riconobbero i diritti di questi ultimi. Una parte di costoro, invece, continuò a essere pregiudizialmente ostile alla dinastia d'Orléans, sempre a causa dei suoi trascorsi rivoluzionari, e trasferì le proprie speranze sugli eredi maschi carlisti dei Borbone di Spagna, sebbene questi ultimi avessero rinunciato a ogni pretesa sul trono francese fin dal termine della guerra di successione spagnola (1714). Pertanto, secondo i suoi sostenitori, agli eredi della Casa d'Orléans non spetta solo il titolo costituzionalista di "re dei Francesi", ma anche quello legittimista di "re di Francia e di Navarra".
Nato nel 1838, figlio di Ferdinando Filippo, figlio del re Luigi Filippo I, gli offrirono il trono all'abdicazione del nonno, sotto la reggenza della madre, ma la furia popolare di quei giorni glielo impedì, e l'intera famiglia si rifugiò in Inghilterra. Storico e giornalista, partecipò alla guerra civile americana con il grado di capitano, combattendo sotto il generale George B. McClellan. Dopo la morte senza discendenti di Enrico V divenne pretendente al Trono di Francia assumendo il nome di Filippo VII. Nel 1864 sposò Maria Isabella d'Orléans, Infanta di Spagna, che gli diede otto figli:
Morì nel 1894, gli succedette il figlio Luigi Filippo, con il nome di Filippo VIII.
Il 5 novembre 1896, Filippo sposa l'arciduchessa Maria-Dorotea d'Austria (1867-1932), figlia del principe palatino Giuseppe Carlo Luigi d'Asburgo-Lorena e di Clotilde di Sassonia-Coburgo-Kohary. Ma l'unione è sterile e infelice: durante la prima guerra mondiale, la principessa rifiuta di lasciare l'Austria-Ungheria per ricongiungersi al marito e poco dopo si separano. Durante la prima guerra mondiale, Filippo cerca di partecipare al conflitto dalla parte dell'Intesa, ma né la Francia, né il Regno Unito, né la Russia, né gli Stati Uniti glielo permettono; non gli resta dunque che attendere la fine del conflitto in Inghilterra. Il 19 febbraio 1921 Filippo invia la medaglia dell'Ordine dello Spirito Santo a Lyautey in occasione della sua nomina a Maresciallo di Francia. Ristabilita la pace, riprende i suoi viaggi: Argentina e Cile nel 1921, giro dell'Africa nel 1922, Alto-Egitto nel 1925 ed Etiopia nel 1926. Dopo quest'ultimo viaggio Filippo VIII muore a Palermo nel suo Palazzo Orléans.
Nato nel 1874, fu pronipote di Luigi Filippo re dei Francesi e figlio di Roberto d'Orléans (1840-1910), duca di Chartres, e di Francesca d'Orléans (1844-1925), Giovanni di Guisa diviene pretendente al Trono e si trova immediatamente dinanzi a gravi problemi politici dal momento che il papa Pio XI vieta ai cattolici di sostenere Charles Maurras e l'Action française, i più importanti sostenitori della Monarchia e della famiglia d'Orléans. Il 30 ottobre 1899 Giovanni sposa a Kingston-sul-Tamigi la cugina Isabella d'Orléans (1878-1961) e in questa occasione riceve dal cognato il titolo di cortesia di Duca di Guisa con il quale resterà noto. Dall'unione nascono quattro figli:
Alla sua morte, avvenuta nel 1940, gli succede il figlio Enrico.
Enrico, dopo un primo interessamento verso il governo del maresciallo Pétain, rifiuta il Ministero per gli approvvigionamenti propostogli da Pierre Laval ed entra nella Legione straniera, dove combatterà per la «Francia libera», con il nome di Henri d'Orliac, dal momento che ancora è in vigore la legge d'esilio. A novembre-dicembre 1942 prende parte a una cospirazione organizzata da Henri d'Astier de la Vigerie, scopo della quale è la rimozione dell'ammiraglio Darlan, che, a loro parere, impedisce l'unificazione delle armate francesi di liberazione. Questo complotto non ambiva alla restaurazione monarchica, ma alla formazione, sotto la guida del Conte di Parigi, di un governo di unità, nel quale De Gaulle avrebbe diretto gli Affari Politici e Giraud gli Affari Militari, fino alla liberazione della Francia metropolitana. A liberazione avvenuta, si sarebbe rimesso al popolo il compito di decidere la forma istituzionale. Il 24 dicembre 1942 Fernand Bonnier de La Chapelle, patriota della resistenza francese, uccide l'ammiraglio Darlan. Le cose, però, non vanno a favore del Conte di Parigi: La Chapelle viene fatto giustiziare da Henri Giraud, che prende il posto di Darlan come ammiraglio, e Enrico d'Orléans è costretto nuovamente all'esilio, in forza della legge del 1886. Il Conte di Parigi rientra in Francia solo nel 1950, dopo l'abrogazione della legge d'esilio. In politica, sostiene la linea di De Gaulle, il quale sembra gli faccia intendere, nel 1962, un proprio sostegno alla Monarchia. Nel 1975 istituisce la Fondation Saint-Louis con l'obiettivo di preservare i beni della Famiglia d'Orléans; al contempo amministra la Fondation Condé. Nel 1983, la famiglia è scossa dalla morte, in Repubblica Centrafricana, dell'undicesimo figlio del Conte di Parigi, Thibaut conte della Marche, già accusato di ricettazione. Già un altro figlio di Enrico era premorto al padre, François, caduto per la Francia in Algeria, nel 1960. Al tempo della Prima Coabitazione (1986-88), il Conte di Parigi si pronunzia più volte in favore del vecchio conoscente François Mitterrand, il quale aveva dimostrato un certo interessamento nei confronti delle cerimonie del Millenario Capetingio (1987), al contrario del presidente Valéry Giscard d'Estaing. Enrico (VI) di Francia muore nel 1999 e viene sepolto nella Cappella Reale di Dreux, gli succede il figlio Enrico VII.
Figlio di Enrico VI e di Isabella d'Orléans-Braganza, oltre ai titoli di Conte di Parigi e Duca d'Orléans, era noto come Duca di Francia. Nel 2004 si è candidato alle elezioni europee, non venendo eletto e nella campagna presidenziale francese del 2007, dopo avere lasciato intendere una sua possibile candidatura, ha dato il proprio sostegno a Nicolas Sarkozy. Il presidente francese lo insignì della Legion d'onore. Alcuni monarchici francesi ritengono decaduto Enrico a seguito del suo divorzio e conseguente matrimonio civile (1984). Secondo questa ipotesi il titolare dei diritti di Francia sarebbe il primogenito Francesco (III), che però, in quanto affetto da toxoplasmosi, è stato dal padre rimosso dalla successione (2006). Gli succede come capo della famiglia il figlio Giovanni.
Figlio di Enrico VII e di Maria Teresa di Württemberg, in seguito alla morte del fratello maggiore, affetto da toxoplasmosi, la questione dinastica si conclude con la sua piena titolatura a Delfino di Francia. Dopo la morte del padre (2019) assume difatti la guida della Casa Reale.
Il casato d'Orléans si è diviso oggi in tre rami principali, che sono tutti discendenti del re dei Francesi Luigi Filippo I:
Con l'abdicazione di re Carlo X di Francia, deceduto nel 1836 ma re solo fino al 1830, anno della sua abdicazione, avrebbe dovuto succedergli il figlio Luigi Antonio di Borbone-Francia (1775 – 1844) ma anch'egli abdicò a favore del nipote Enrico d'Artois (1820 – 1883), figlio del fratello Carlo Ferdinando, duca di Berry (1778 – 1820). Il parlamento francese non accettò le due abdicazioni e pose sul trono il reggente Luigi-Filippo-Giuseppe di Borbone-Orléans, parente maschio più prossimo dei Borbone-Francia, con il titolo di re dei Francesi, e che regnò fino al 1848, quando fu deposto dalla Rivoluzione del 1848.
Luigi IX di Francia = Margherita di Provenza (1221-1295) │ ├── Filippo III di Francia (1245-1285) │ │ │ └── Casa Reale di Francia │ └── Roberto, conte di Clermont (1256-1317) = Beatrice di Borgogna-Borbone (1257-1310) │ ├── Luigi (1278-1342), duca di Borbone │ = Maria di Hainaut │ │ │ ├── Pietro I (1311-1356), duca di Borbone │ │ = Isabella di Valois (1313-1383) │ │ │ │ │ └── Duchi di Borbone │ │ │ ├── Jeanne (1312-1402) │ │ = Guigues VII de Forez (1299-1357) │ │ │ ├── Margherita (1313-1362) │ │ = Jean II de Sully (+1343) │ │ = Hutin de Vermeilles │ │ │ ├── Maria (1315-1387) │ │ = Guy di Lusignano (1315-1343) │ │ = Roberto di Taranto (+1364) │ │ │ ├── Filippo (1316-1233) │ │ │ ├── Jacques (1318) │ │ │ ├── Giacomo (1319-1362), conte di La Marche │ │ = Giovanna di Chatillon │ │ │ │ │ ├── Isabella (1340-1371) │ │ │ = Luigi II di Brienne († 1364) │ │ │ = Bouchard VII di Vendôme († 1371) │ │ │ │ │ ├── Pietro (1342-1362), conte di La Marche │ │ │ │ │ ├── Giovanni (1344-1393), conte di La Marche e Vendôme │ │ │ = Caterina di Vendôme │ │ │ │ │ │ │ ├── Giacomo II (1370-1438), conte di La Marche │ │ │ │ = Béatrice d'Evreux (1392-1414) │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Isabella (1408-1445) │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Maria (1410-1445) │ │ │ │ │ │ │ │ │ └── Eleonora (1412-1464) │ │ │ │ = Bernardo d'Armagnac († 1462) │ │ │ │ │ │ │ │ = Giovanna II di Napoli (1373-1435) │ │ │ │ │ │ │ ├── Luigi (1376 – 1446), conte di Vendôme │ │ │ │ = Giovanna di Monfort-Laval │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Giovanni (1428–1477), conte di Vendôme │ │ │ │ │ = Isabelle de Beauvau │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Francesco, conte di Vendôme │ │ │ │ │ │ = Maria di Lussemburgo │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Carlo I (1489-1537), Duca di Vendôme e di Borbone │ │ │ │ │ │ │ = Francesca d'Alençon (1490-1550) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Luigi (1514-1516), conte di Marle │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Maria (1515-1538) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Margherita (1516-1589) │ │ │ │ │ │ │ │ = Francesco I di Clèves │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Antonio (1518-1562), duca di Borbone e Vendôme, re di Navarra │ │ │ │ │ │ │ │ = Giovanna III di Navarra (1528-1572) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ └── Borbone-Francia │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Francesco (1519-1565), conte d'Enghien │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Maddalena (1521-1561) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Luigi (1522-1525) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Carlo (1523-1590) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Caterina (1525-1594) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Renata (1527-1583) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Giovanni (1528-1557), conte di Soissons │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Eleonora (1532-1611) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ └── Luigi (1535-1569), principe di Condé │ │ │ │ │ │ │ = Eleonora di Roye (1535-1564) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ └── Borbone-Condé │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Giacomo (1490-1491) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Francesco (1491-1545), conte di Saint Pol │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Luigi (1493-1557) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Antonia (1493-1583) │ │ │ │ │ │ │ = Claudio I di Guisa (1496-1550) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ └── Luisa (1495-1575) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Luigi, principe di La Roche-sur-Yon │ │ │ │ │ │ = Luisa di Borbone-Montpensier (1482-1561) │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ └── Borbone-Vendôme-Montpensier │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Giovanna │ │ │ │ │ │ = Louis de Joyeuse │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Caterina │ │ │ │ │ │ = Gilbert de Chabannes │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Giovanna │ │ │ │ │ │ = Giovanni II di Borbone │ │ │ │ │ │ = Giovanni III d'Auvergne │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Carlotta, │ │ │ │ │ │ = Engilbert de Clèves, conte di Nevers │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Renata │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ │ └── Isabella │ │ │ │ │ │ │ │ │ └── Caterina │ │ │ │ │ │ │ ├── Jean, signore di Carency │ │ │ │ │ │ │ ├── Anne │ │ │ │ = Giovanni II di Berry, conte di Montpensier │ │ │ │ = Ludovico VII di Baviera │ │ │ │ │ │ │ ├── Maria │ │ │ │ │ │ │ └── Carlotta, │ │ │ = Giano I, re di Cipro │ │ │ │ │ └── Jacques (1346-1417), signore di Préaux. │ │ │ └── Béatrice (1320-1383) │ = Giovanni I di Boemia (+1346) │ = Oddone II di Grancey (+1389) │ ├── Bianca (1281-1304) │ ├── Jean (1283-1316), signore di Charolais │ ├── Maria (1285-1372) │ ├── Pietro (1287-1330) │ └── Margherita (1289-1309)
Luigi XIII (1601-1643) = Anna d'Austria (1601-1666) │ ├── Luigi XIV (1638-1715) │ = Maria Teresa di Spagna (1638-1683) │ │ │ └── Borbone-Francia │ └── Filippo (1640-1701), duca d'Orléans = Enrichetta Anna Stuart (1644-1670) │ ├── Maria Luisa (1662-1689) │ = Carlo II di Spagna (1661-1700) │ ├── Filippo Carlo, duca di Valois, (1664-1666) │ ├── ? (1665) │ └── Anna Maria d'Orléans (1669-1728) = Vittorio Amedeo II di Savoia (1666-1732), Re di Sardegna
= Elisabetta Carlotta del Palatinato (1652-1722) │ ├── Alessandro Luigi (1673 – 1676), duca di Valois │ ├── Filippo II d'Orléans (1674 – 1723) │ = Francesca Maria di Borbone-Francia (1677-1749) │ │ │ ├── Mademoiselle de Valois (1693–1694) │ │ │ ├── Maria Luisa Elisabetta (1695–1719) │ │ = Carlo di Borbone-Francia │ │ │ ├── Luisa Adelaide (1698–1743) │ │ │ ├── Carlotta Aglaia (1700–1761) │ │ = Francesco III d'Este (1698-1780) │ │ │ ├── Luigi, Duca di Orléans (1703–1752) │ │ = Augusta Maria Giovanna di Baden-Baden (1704–1726) │ │ │ │ │ ├── Luigi Filippo I (1725-1785) │ │ │ = Luisa Enrichetta di Borbone-Conti (1726-1759) │ │ │ │ │ │ │ ├── Luigi Filippo II di Borbone-Orléans (1747-1793) │ │ │ │ = Luisa Maria Adelaide di Borbone-Penthièvre (1753–1821) │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Luigi Filippo I (1773-1850), Duca d'Orléans, Re dei Francesi (1830-1848) │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Antonio Filippo (1775-1807), Duca di Montpensier │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── Adelaide (1777-1847) │ │ │ │ │ │ │ │ │ ├── bambina (1777-1782) │ │ │ │ │ │ │ │ │ └── Luigi Carlo Alfonso, (1779-1808) Conte di Beaujolais │ │ │ │ │ │ │ └── Batilde (1750-1822) │ │ │ = Luigi-Enrico-Giuseppe di Borbone-Condé (1756 –1830), Principe di Condé │ │ │ │ │ └── Luisa Maria (1726-1728) │ │ │ ├── Luisa Elisabetta (1709–1742) │ │ = Luigi I di Spagna (1707-1724) │ │ │ ├── Filippa Elisabetta di Borbone-Orléans (1714–1734) │ │ │ └── Luisa Diana (1716–1736) │ = Luigi Francesco di Borbone-Conti (1717-1776) │ └── Elisabetta Carlotta (1676–1744) = Leopoldo di Lorena (1679-1629)
Luigi Filippo I (1773-1850), Duca d'Orléans, Re dei Francesi (1830-1848) = Maria Amalia di Borbone-Due Sicilie (1782-1866) │ ├── Ferdinando Filippo (1810-1842), duca di Chartres, duca d'Orléans │ = Elena di Meclemburgo-Schwerin (1814-1858) │ │ │ ├── Luigi Filippo Alberto (1838-1894), "Luigi Filippo II" o "Filippo VII", Conte di Parigi │ │ = Maria Isabella d'Orléans (1848-1919) infanta di Spagna │ │ │ │ │ ├── Amelia (1865-1951) │ │ │ = Carlo I del Portogallo (1863-1908) │ │ │ │ │ ├── Luigi Filippo Roberto (1869-1926), "Luigi Filippo III" o "Filippo VIII" Conte di Parigi │ │ │ = Maria Dorotea d'Austria (1867-1932) │ │ │ │ │ ├── Elena (1871-1951) │ │ │ = Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta (1869-1931), duca d'Aosta │ │ │ │ │ ├── Carlo Filippo (1875) │ │ │ │ │ ├── Isabella (1878-1961) │ │ │ = Giovanni di Guisa (1874-1940) │ │ │ │ │ ├── Giacomo Maria Clemente (1880-1881) │ │ │ │ │ ├── Luisa (1882-1958) │ │ │ = Carlo Tancredi di Borbone-Due Sicilie (1870-1949), infante di Spagna │ │ │ │ │ └── Ferdinando (1884-1924), duca di Montpensier │ │ = Marie-Isabelle Gonzalez de Olaneta e Ibarreta (1897-1958), marchesa di Valdeterrazzo │ │ │ └── Roberto (1840-1910), Duca di Chartres │ = Francesca Maria d'Orléans (1844-1925) │ │ │ ├── Maria (1865-1909) │ │ = Valdemaro di Danimarca (1858-1939) │ │ │ ├── Roberto (1866-1885) │ │ │ ├── Enrico (1867-1901) │ │ │ ├── Margherita (1869-1940) │ │ = Armand de Mac-Mahon duca di Magenta (+1927) │ │ │ └── Giovanni 'III' (1874-1940), Duca di Guisa │ = Isabella d'Orléans (1878-1961) │ │ │ ├── Isabella d'Orléans (1900-1983]) │ │ = Bruno d'Harcourt (1899-1930) │ │ = Pierre Murat (1900-1948) │ │ │ ├── Francesca d'Orléans (1902-1953) │ │ = Cristoforo di Grecia (1889-1940) │ │ │ ├── Anna (1906-1986) │ │ = Amedeo di Savoia-Aosta, duca d'Aosta │ │ │ └── Enrico 'VI' (1909-1999), Conte di Parigi │ = Isabella d'Orléans-Braganza (1911-2003) │ │ │ ├── Isabella d'Orléans (1932-viv.) │ │ = Friedrich-Karl di Schönborn-Buchheim (1938) │ │ │ ├── Enrico 'VII' (1933-2019), Conte di Parigi │ │ = Maria Teresa di Württemberg (1934-viv.) │ │ │ │ │ ├── Maria Isabella (1959-viv.) │ │ │ = Guntar del Liechtenstein (1949-viv.) │ │ │ │ │ ├── Francesco (1961-2018), Conte di Clermont │ │ │ │ │ ├── Bianca (1962-viv.) │ │ │ │ │ ├── Giovanni 'IV' (1965-viv.), Duca di Vendôme │ │ │ = Philomena de Tornos y Steinhart (1977-viv.) │ │ │ │ │ └── Eudes (1968-viv.), Duca di Angouleme │ │ = Marie-Liesse de Rohan-Chabot │ │ │ │ │ ├── Teresa (2001-viv.) │ │ │ │ │ └── Pierre (2003-viv.) │ │ │ ├── Elena d'Orléans (1934-viv.) │ │ = Évrard di Limburgo-Stirum (1927-2001) │ │ │ ├── Francesco d'Orléans (1935-1960), Duca d'Orléans │ │ │ ├── Anna d'Orléans (1938-viv.) │ │ = Carlo Maria di Borbone-Due Sicilie (1938-2015), Duca di Calabria │ │ │ ├── Diana d'Orléans (1940-viv.) │ │ = Carlo Maria di Württemberg (1936-viv.), duca di Württemberg │ │ │ ├── Michele (1941-viv.), conte d'Évreux │ │ = Beatrice de Pasquier de Franclieu (1941-viv.) │ │ │ │ │ ├── Clotilde (1968-viv.) │ │ │ │ │ ├── Adelaide (1971-viv.) │ │ │ │ │ ├── Carlo Filippo (1973-viv.), duca d'Angiò │ │ │ │ │ └── Francesco Carlo (1982-viv.) │ │ │ ├── Giacomo d'Orléans (1941), duca d'Orléans │ │ = Gersende di Sabran-Pontevès (1942-viv.) │ │ │ │ │ ├── Diana (1970-viv.) │ │ │ │ │ ├── Carlo Luigi (1971-viv.), duca di Chartres │ │ │ = Ileana Manos │ │ │ │ │ │ │ ├── Filippo (1998-viv.) │ │ │ │ │ │ │ ├── Luisa (1999-viv.) │ │ │ │ │ │ │ ├── Elena (2001-viv.) │ │ │ │ │ │ │ ├── Costantino (2003-viv.) │ │ │ │ │ │ │ └── Isabella (2005-viv.) │ │ │ │ │ └── Folco (1982-viv.), conte d'Eu │ │ │ ├── Claudia d'Orléans (1943-viv.) │ │ = Amedeo di Savoia (1943-viv.), duca d'Aosta │ │ │ ├── Chantal d'Orléans (1946-viv.) │ │ = Francois-Xavier de Sambucy de Sorgue │ │ │ └── Thibaut (1948-1983), conte di la Marche │ = Marion Gordon-Orr (1942-viv.) │ │ │ ├── Roberto (1976-viv.), conte di La Marche │ │ │ └── Luigi Filippo (1979-1980) │ ├── Luisa (1812-1850) │ = Leopoldo I del Belgio (1790-1865) │ ├── Maria (1813-1839) │ = Alessandro di Württemberg (1804-1881) │ ├── Luigi (1814-1896), duca di Nemours │ = Vittoria di Sassonia-Coburgo-Kohary │ │ │ ├── Gastone d'Orléans (1842-1922), conte d'Eu │ │ = Isabella di Braganza (1846-1921) │ │ │ │ │ └── Orléans-Braganza │ │ │ ├── Ferdinando d'Orléans (1844-1922), duca d'Alençon │ │ = Sofia Carlotta di Baviera (1847-1897) │ │ │ │ │ ├── Luisa Vittoria (1869–1952) │ │ │ = Alfonso di Baviera (1862–1933) │ │ │ │ │ └── Emanuele (1872–1931), duca di Vendôme │ │ = Enrichetta del Belgio (1870-1948) │ │ │ │ │ ├── Maria Luisa (1897-1973) │ │ │ = Filippo di Borbone-Due Sicilie (1885-1949) │ │ │ │ │ ├── Sofia (1898-1928) │ │ │ │ │ ├── Genoveffa (1901-1983) │ │ │ = Antonio di Chaponay-Morance (1893-1993) │ │ │ │ │ └── Carlo Filippo (1905-1970), duca di Nemours, di Vendôme e d'Alençon │ │ = Margherita Watson (1899-1993) │ │ │ ├── Margherita Adelaide (1846-1893) │ │ = Władysław Czartoryski (1828-1894) │ │ │ └── Bianca d'Orléans (1857-1932) │ ├── Francesca (1816-1818) │ ├── Clementina (1817-1907) │ = Augusto di Sassonia-Coburgo-Kohary │ ├── Francesco (1818-1900), principe di Joinville │ = Francesca di Braganza (1824-1898) │ │ │ ├── Francesco Maria (1844-1925) │ │ = Roberto d'Orléans (1840-1910), duca di Chartres. │ │ │ └── Pietro (1845-1919), duca di Penthièvre. │ ├── Carlo (1820-1828), duca di Penthièvre │ ├── Enrico (1822-1897), duca d'Aumale │ = Maria Carolina Augusta di Borbone-Due Sicilie (1822-1869) │ │ │ ├── Luigi (1845-1866), principe di Condé │ │ │ ├── Enrico (1847-1847), duca di Guisa │ │ │ ├── Francesco (1852-1852), duca di Guisa │ │ │ └── Francesco (1854-1872), duca di Guisa │ └── Antonio (1824-1890), duca di Montpensier = Luisa Ferdinanda di Borbone-Spagna (1832-1897) │ ├── Maria Isabella d'Orléans (1848-1919) │ = Luigi Filippo Alberto d'Orléans (1838-1894) │ ├── Maria Amelia (1851-1870) │ ├── Maria Cristina (1852-1879) │ ├── Maria de la Regla d'Orléans (1856-1861) │ ├── ? (1857) │ ├── Fernando d'Orléans (1859-1873) │ ├── Mercedes d'Orléans (1860-1878) │ = Alfonso XII di Spagna (1857-1885) │ ├── Felipe d'Orléans (1862-1864) │ ├── Antonio (1866-1930), duca di Galliera │ = Eulalia (1864-1958) │ │ │ ├── Alfonso (1886 - 1975), duca di Galliera │ │ = Beatrice di Sassonia-Coburgo-Gotha (1884-1966) │ │ │ │ │ ├── Alvaro (1910-1997), duca di Galliera │ │ │ = Carla Parodi-Delfino (1909-2000) │ │ │ │ │ │ │ ├── Gerarda (1939-viv.) │ │ │ │ = Harry Saint (1941-viv.) │ │ │ │ │ │ │ ├── Alfonso (1941–1975) │ │ │ │ = Emilia Ferrara-Pignatelli │ │ │ │ │ │ │ │ │ └── Alfonso (1968-viv.), duca di Galliera │ │ │ │ = Véronique Goeders (1970-viv.) │ │ │ │ │ │ │ │ │ └── Alfonso (1994-viv.) │ │ │ │ │ │ │ ├── Beatrice (1943-viv.) │ │ │ │ = Tomasso dei Conti Farini (1938-viv.) │ │ │ │ │ │ │ └── Alvaro-Jaime (1947-viv.) │ │ │ = Giovanna San Martino d'Agliè (1945-viv.) │ │ │ │ │ ├── Alfonso (1912-1936) │ │ │ │ │ └── Ataulfo d'Orléans (1913-1974) │ │ │ └── Luigi Ferdinando (1888 - 1945) │ = Marie Say de Broglie (1857-1943) │ └── Luigi (1867-1874)
Enrico d'Orléans (Henri Robert Ferdinand Marie d'Orléans; Le Nouvion-en-Thiérache, 5 luglio 1908 – Chérisy, 19 giugno 1999), noto come Enrico VI di Francia, conte di Parigi, è stato il pretendente unionista al trono di Francia e di Navarra dal 1940 al 1999.
Enrico d'Orléans, unico figlio maschio di Giovanni, duca di Guisa (1874-1940) e di Isabella d'Orléans (1878-1961), è battezzato il 25 novembre 1908 con i seguenti nomi: Henri Robert Ferdinand Marie d'Orléans.
Dal 1926 è costretto all'esilio in virtù della legge del 1886, che impedisce di risiedere in Francia ai pretendenti al trono. Prima di questa data era stato accordato al padre e alla sua famiglia di vivere in Francia, in quanto membri di una linea cadetta.
Si trasferisce dunque in Belgio, poi in Marocco, quindi in Spagna e infine in Portogallo. Nel 1929 il padre gli conferisce il titolo di "Conte di Parigi".
Nel 1931, Enrico sposa Isabella d'Orléans-Braganza (1911-2003) a Palermo, dove vive per qualche tempo nel Palazzo d'Orléans. L'unione sarà allietata da dodici figli.
Enrico, dopo un primo interessamento verso il governo del maresciallo Philippe Pétain, rifiuta il Ministero per gli approvvigionamenti propostogli da Pierre Laval ed entra nella Legione straniera, dove combatterà per la «Francia libera», con il nome di Henri d'Orliac, dal momento che ancora è in vigore la legge d'esilio.
Nel novembre-dicembre 1942, prende parte a una cospirazione organizzata da Henri d'Astier de la Vigerie, scopo della quale è la rimozione dell'ammiraglio Darlan, che, a loro parere, impedisce l'unificazione delle armate francesi di liberazione.
Questo complotto non ambiva alla restaurazione monarchica, ma alla formazione, sotto la guida del "Conte di Parigi", di un governo di unità, nel quale Charles de Gaulle avrebbe diretto gli Affari Politici e Giraud gli Affari Militari, fino alla liberazione della Francia metropolitana. A liberazione avvenuta, si sarebbe rimesso al popolo il compito di decidere la forma istituzionale.
Il 24 dicembre 1942, Fernand Bonnier de La Chapelle, patriota della resistenza francese, uccide l'ammiraglio Darlan. Le cose, però, non vanno a favore del "Conte di Parigi": La Chapelle viene fatto giustiziare da Henri Giraud, che prende il posto di Darlan come ammiraglio, ed Enrico d'Orléans è costretto nuovamente all'esilio, in forza della legge del 1886.
Enrico d'Orléans fu riconosciuto dalla maggior parte dei monarchici francesi come "Enrico VI", successore legittimo dei Re di Francia e di Navarra.
Alla morte (1883) di Enrico di Borbone-Francia, detto conte di Chambord e ultimo Borbone del ramo diretto, il movimento legittimista si divise: la maggioranza riconobbe i diritti del conte di Parigi, Luigi Filippo Alberto d'Orléans (1838-1894), nipote di Luigi Filippo, che del resto era stato indicato espressamente come più prossimo successore da Enrico V; ma una minoranza non trascurabile rifiutò di sostenere gli Orléans.
Il motivo principale di questo rifiuto fu l'ostilità nei confronti della Casa d'Orléans, che aveva votato per il Regicidio (1793) e aveva scavalcato i diritti del ramo primogenito durante il periodo della Monarchia borghese (1830-1848).
Altri inoltre avanzavano delle riserve dinastiche: alcuni di questi arrivarono a riconoscere come re titolari i pretendenti Carlisti al trono di Spagna. Comunque Giovanni Carlo di Borbone-Spagna, conte di Montizón, Giovanni III per i suoi sostenitori, che nel 1883 era il rappresentante primogenito della Casa Capetingia, non sembrava troppo interessato né alle pretese carliste né a quelle "legittimiste" francesi.
I partigiani di Giovanni di Borbone divennero presto noti come "Bianchi di Spagna", mentre i legittimisti pro-Orléans furono chiamati "Bianchi d'Eu" (dal nome del castello d'Eu, allora residenza del "Conte di Parigi"). Comunque, non tutti gli anti-orleanisti si identificarono nei "Bianchi di Spagna": molti aderirono al survivantisme (credenza o speranza in una linea nascosta discendente da Luigi XVII di Francia: una sorta di Sebastianismo alla francese).
D'altra parte i "Bianchi di Spagna" non ebbero un grande seguito e subirono la crisi determinata dall'estinzione (1936) della linea carlista dei Borbone. Infatti, il ricongiungimento ad Alfonso XIII, Re di Spagna in esilio, che incarnava una sorta di Orleanismo spagnolo, si rivelava alquanto problematico o addirittura impossibile per i più radicali: la questione non era dinastica, ma ideologica. Costoro riversarono il loro appoggio su Saverio di Borbone-Parma, nipote, per via femminile, dell'ultimo carlista e bisnipote di Enrico V.
Nel frattempo i "Bianchi d'Eu" erano divenuti i principali portavoce del movimento monarchico francese: essi sostenevano i diritti dinastici degli Orléans, ma non per questo avevano sposato l'"Orleanismo" ideologico, basato sul liberalismo politico. Essi rimasero fedeli al "Legittimismo" ideologico, che univa tradizionalismo e cristianesimo sociale. Tra costoro si annovera René de La Tour du Pin.
Del resto gli "orleanisti ideologici" erano passati al repubblicanesimo moderato di Thiers. Inoltre Luigi Filippo Alberto d'Orléans, pur senza rinnegare il nonno, intendeva porsi sulla scia tracciata da Enrico V, al contrario degli zii, il Duca d'Aumale e il Principe di Joinville, ultimi rappresentanti dell'Orleanismo politico.
L'apporto di Charles Maurras e dell'Action française fu decisivo: prima del 1914, il Lealismo francese sembrava essere una sola cosa con l'Action française, fedele a Luigi Filippo Roberto d'Orléans, duca d'Orléans, il quale non si curava di politica, facendo pressoché pieno affidamento sul geniale Maurras.
L'Action Française continuò a lungo ad agire incontrastata nel mondo monarchico francese, fino a quando il nuovo "Conte di Parigi", Enrico d'Orléans, cominciò, ancora in vita il padre Giovanni III, ad assumere poco a poco un ruolo politico, scuotendo il monopolio maurrasiano. Di qui la rottura politica tra il "Conte di Parigi", il padre e l'Action française, nel 1937, rottura fortemente sentita dai "Bianchi d'Eu", e che faceva seguito alla condanna vaticana dell'Action française del 1926.
Comunque, la rottura politica tra gli Orléans e l'Action française non si tradusse in una rottura d'ordine dinastico: Charles Maurras continuò, fino alla sua morte, a sostenere i diritti degli Orléans.
Ma la spaccatura del 1937 e gli orientamenti politici "avventurosi" del "conte di Parigi" (divenuto "Enrico VI" nel 1940) produssero disorientamento fra i Bianchi d'Eu, tra i quali cominciò a farsi strada anche l'eventualità di un riorientamento dinastico: quasi invisibili nel periodo d'oro dell'Action française, i "Bianchi di Spagna" tornarono a farsi sentire sulla scena monarchica francese, crescendo nei consensi a partire dagli anni cinquanta.
Questi ultimi abbandonarono il Carlismo politico dei Borbone-Parma e cominciarono a sostenere i diritti di una linea morganatica spagnola, ma che poteva vantare la primogenitura capetingia: i sostenitori di questo ramo si fanno chiamare "Legittimisti", nonostante la scarsa corrispondenza con la tradizione della Monarchia francese dal 1713 al 1830 (esclusione delle linee morganatiche, distinzione e separazione della Casa di Spagna dalla Casa di Francia in base al trattato di Utrecht e alla prassi consolidata nel riconoscimento del titolo Premier Prince du Sang al Duca d'Orléans sin dal 1713).
Nonostante le scelte politiche poco accorte del conte di Parigi, la maggioranza dei monarchici francesi continuò a sostenere i suoi diritti così come continuò ad essere riconosciuto come capo della Casa di Francia da parte delle corti d'Europa.
Il "Conte di Parigi" rientra in Francia solo nel 1950, dopo l'abrogazione della legge d'esilio. In politica, sostiene la linea di Charles de Gaulle, il quale sembra gli faccia intendere, nel 1962, un proprio sostegno alla monarchia.
Nel 1975, istituisce la Fondation Saint-Louis con l'obiettivo di preservare i beni della Famiglia d'Orléans; al contempo amministra la Fondation Condé.
Nel 1983, la famiglia è scossa dalla morte, in repubblica Centrafricana, dell'undicesimo figlio del conte di Parigi, Thibaut, conte della Marche, già accusato di ricettazione. Già un altro figlio di Enrico era premorto al padre, François, caduto in Algeria, nel 1960.
Al tempo della Prima Coabitazione (1986-88), il "conte di Parigi" si pronunzia più volte in favore del vecchio conoscente François Mitterrand, il quale aveva dimostrato un certo interessamento nei confronti delle cerimonie del Millenario Capetingio (1987), al contrario del presidente Valéry Giscard d'Estaing.
Enrico d'Orléans muore nel 1999 e viene sepolto nella Cappella Reale di Dreux
Enrico e Isabella d'Orléans-Braganza ebbero dodici figli:
Il 31 ottobre 1984 ritira il titolo di cortesia di "Conte di Clermont" al figlio primogenito Enrico in ragione del suo scandaloso (per un'aspirante Maestà cristianissima) divorzio e successivo matrimonio civile con donna divorziata. Gli concede il titolo minore di "Conte di Mortain", intendendolo escludere dalla successione. Con lettera del 31 ottobre 1990, resa pubblica il 7 marzo 1991, riconcede al figlio il titolo di "Conte di Clermont".
Sempre nel 1984, Enrico VI esclude dalla successione anche il nipote Francesco, primogenito di Enrico (VII), disabile intellettivo a causa della sua grave malattia neurologica e sistemica, causata dalla toxoplasmosi contratta dalla madre in gravidanza, per cui il diritto di successione a capo della casa d'Orléans passò direttamente al fratello Giovanni (IV). Se però il primo atto si colloca nel rispetto della tradizione e forse delle Leggi fondamentali del Regno, il secondo appare fortemente in contrasto con le consuetudini dinastiche, non potendo in alcun modo il re scegliere il proprio successore: più in linea con la tradizione sarebbe stata la costituzione di un consiglio di reggenza, presieduto dal primo in linea di successione dopo Francesco, cioè Giovanni, che sarebbe entrato in funzioni al momento della successione del principe in questione. La questione dinastica fu risolta comunque con la prematura morte di Francesco, deceduto nel 2017 a 56 anni.
Giovanni d'Orléans (Jean Charles Pierre Marie d'Orléans; Parigi, 19 maggio 1965) è un dirigente d'azienda francese e, come Giovanni IV, è il pretendente unionista al trono di Francia e di Navarra dal 2019.
Attuale capo della Casa d'Orléans, come discendente maschio in linea maschile di Luigi Filippo è, secondo gli orleanisti, il legittimo pretendente al trono di Francia. Il principe Giovanni è il secondo figlio del principe Enrico, il defunto capo della casa di Orléans, e della sua ex moglie Maria Teresa di Württemberg.
Sebbene esistano altri due movimenti monarchici francesi (i legittimisti e i bonapartisti), la maggior parte dei monarchici sono orleanisti. Giovanni d'Orléans è la figura di riferimento dei tre principali gruppi monarchici francesi: Action française, Nouvelle Action royaliste e Groupe d’Action royaliste.
Da parte del padre, egli discende da Luigi XIII, da Luigi Filippo (ma anche da Luigi XIV, da Luigi XV, dal re Giovanni VI del Portogallo, dall'imperatore Francesco I d'Austria e dal re Ferdinando VII di Spagna) e, attraverso la nonna paterna Isabella d'Orléans-Braganza, da Pedro II, imperatore del Brasile. Attraverso la madre, discende dal duca Filippo Alberto di Württemberg (1893–1975), pretendente al trono di Württemberg, e da sua nonna materna, la principessa Rosa d'Asburgo-Lorena (1906–1983), da re Carlo X e da suo figlio Duca di Berry.
Per garantirgli l'indipendenza finanziaria in quanto futuro capo della famiglia, la nonna paterna, Isabella d'Orléans-Braganza, Contessa di Parigi, decise di lasciargli una parte sostanziosa della sua eredità. Egli divenne proprietario di buona parte della foresta di Nouvion-en-Thiérache e responsabile del gruppo di forestali che amministra questi boschi.
Dopo gli studi secondari al liceo Saint-Joseph di Reims, Giovanni d'Orléans ha compiuto i suoi studi universitari presso la Sorbona, dove ha conseguito un Master in filosofia nel 1989. Nel 1992 ha conseguito un master in legge presso la facoltà di diritto, economia e gestione e si è specializzato in Relazioni internazionali. Ha completato la sua formazione con un MBA presso l'Azusa Pacific University (APU), in California, nel 1994.
L'esercito è una tradizione per gli Orléans. Ha prima frequentato la Scuola di Cavalleria di Saumur, quindi è stato assegnato come tenente al plotone di carri armati AMT presso il 7º reggimento di stanza ad Arnes. Dal gennaio 2015 è colonnello della riserva; nel luglio 2016 è diventato padrino del 4º reggimento combattente Gap, lo stesso reggimento creato dal prozio Luigi di Borbone-Condé (1709-1771), conte di Clermond.
Una volta terminato il servizio militare, ha lavorato per dieci anni come consulente presso Lazard & Co., Deloitte & Touche e nel gruppo Banque populaire.
Nel 1999 è diventato direttore del Groupement Forestier Thiérache (gruppo familiare) e azionista nel 2003.
Nel giugno del 2003, Jean Orléans ha creato l'Associazione Gente della Francia, il cui scopo è quello di contribuire al miglioramento delle relazioni tra le persone, per il bene della Francia e la sua influenza all'estero. Divide il suo tempo tra le sue attività professionali e la sua vita pubblica.
Nel 2007 ha creato la sua azienda, "Futuro e Patrimonio del Consiglio", per preservare il patrimonio francese legato ai re e principi della sua famiglia. Svolge attività di consulenza, organizza eventi e tiene conferenze in Francia e all'estero.
Il principe Giovanni avrebbe dovuto sposare la duchessa Tatjana di Oldenburg (nata nel 1974) nel 2001. La duchessa Tatjana è la figlia più giovane del duca Johann di Oldenburg e della contessa Ilka di Ortenburg. Sua sorella maggiore Eilika sposò l'arciduca Georg d'Austria nel 1997. Tuttavia, il matrimonio fu annullato all'ultimo minuto a causa di una disputa sulla confessione religiosa. Il padre di Giovanni, Enrico, temeva che la rivendicazione degli Orléans al trono sarebbe stata compromessa se ci fosse stato un erede protestante.
Il 29 novembre 2008, il Conte di Parigi annunciò il fidanzamento del Duca di Vendôme con Maria Magdalena Philomena Juliana Johanna de Tornos y Steinhart, nata a Vienna il 19 giugno 1977. Il matrimonio civile, diretto dal sindaco Rachida Dati, fu celebrato il 19 marzo 2009 a Parigi. Il matrimonio religioso si è svolto invece il 2 maggio 2009 presso la cattedrale di Notre-Dame di Senlis, con un ricevimento al castello di Chantilly. La sposa indossava un abito di Christian Lacroix e una giacca ricamata da Maison Lesage.
Dal 2012 la coppia abita nel dominio reale a Dreux..
Dal matrimonio tra Giovanni d'Orléans e Maria Magdalena Philomena Juliana Johanna de Tornos y Steinhart sono nati cinque figli:
Fu creato Duca di Vendôme (in francese: Duc de Vendôme) da suo nonno paterno il 27 settembre 1987.
Dopo la morte di suo padre, inizialmente si pensava che il principe Giovanni non avrebbe assunto il titolo di Conte di Parigi per diversi mesi se non per un anno, tuttavia, il 2 febbraio 2019, lo ha utilizzato per firmare un comunicato stampa.
Giovanni d'Orléans (Jean Pierre Clément Marie d'Orléans; Parigi, 4 settembre 1874 – Larache, 25 agosto 1940), noto con il titolo di duca di Guisa, dal 1926 al 1940 è stato il pretendente unionista al trono di Francia e di Navarra col nome di Giovanni III.
Pronipote di Luigi Filippo re dei Francesi e figlio di Roberto d'Orléans (1840-1910), duca di Chartres, e di Francesca Maria d'Orléans (1844-1925), Giovanni di Guisa è anche il genero e il cognato di due altri pretendenti della Casa d'Orléans: Filippo VII e Filippo VIII.
Il 30 ottobre 1899, Giovanni sposa a Kingston-sul-Tamigi la cugina Isabella d'Orléans (1878-1961) ed in questa occasione riceve dal cognato il titolo di cortesia di "duca di Guisa" con il quale resterà noto. Dall'unione nascono quattro figli.
Nonostante la legge d'esilio del 1886, Giovanni d'Orléans può vivere e risiedere nel suo paese fino al 1924, quando tutti i principi che lo precedono nella linea di successione scompaiono senza lasciare altri eredi.
Essendogli precluso il servizio militare in patria, decide di apprendere il mestiere delle armi in Danimarca dove abitava il cognato, il principe Valdemaro di Danimarca.
Di fiero spirito patriottico, nel 1909, con l'intento di contribuire all'espansione oltremare del proprio paese, si trasferisce con la famiglia in Marocco, dove la Francia opera ad estendere la propria influenza. Nel 1910 i Duchi di Guisa si stabiliscono a Larache: nel 1912, a seguito degli accordi di spartizione tra le potenze europee, la casa di Larache si trova sotto il protettorato spagnolo, mentre le tenute agricole ricadono sotto quello francese.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, gli è impedito di servire nell'esercito francese o degli alleati; egli dunque collabora con la Croce Rossa francese, e ciò gli vale la "Croix de guerre 1914-1918".
Nel 1915 il governo francese gli affida un'importante missione presso lo zio Ferdinando I di Bulgaria, ma questa non sortisce i risultati sperati e Sofia entra in guerra a fianco degli Imperi centrali.
Nel 1926 Giovanni di Guisa diviene pretendente al trono e si trova immediatamente dinanzi a gravi problemi politici dal momento che il papa Pio XI vieta ai cattolici di sostenere Charles Maurras e l'Action française, i più importanti sostenitori della monarchia e della famiglia d'Orléans.
Il principe Giovanni morì il 25 agosto 1940 a Larache.
Alla sua morte la pretesa al trono di Francia passò al figlio Enrico VI.
Giovanni e Isabella d'Orléans ebbero quattro figli:
Questa è una lista di persone presenti nell'enciclopedia che hanno il prenome Henri, suddivise per attività principale.
Luigi Carlo Filippo Raffaello d'Orléans, duca di Nemours (Parigi, 25 ottobre 1814 – Versailles, 26 giugno 1896), è stato un generale francese, principe di Francia, secondo figlio maschio di re Luigi Filippo di Francia, XVI duca di Nemours, generale di divisione e membro della Camera dei Pari, fu candidato al trono del Belgio.
Nacque al Palais Royal di Parigi, residenza del padre Luigi Filippo d’Orléans e della madre, Maria Amalia di Borbone-Due Sicilie, il 25 ottobre 1814. Appena sei mesi prima gli alleati della sesta coalizione, avevano occupato Parigi, costringendo Napoleone alla sua prima abdicazione, il 6 aprile a Fontainebleau.
Rientrò anche il padre, che seppe recuperare parte del patrimonio del nonno, il noto Philippe Égalité, che aveva votato per la morte di Luigi XVI e che era stato a sua volta ghigliottinato nel 1793. In questo venne generosamente aiutato dal nuovo monarca, Luigi XVIII, fratello di Luigi XVI, con delle ordinanze reali che decretarono la restituzione dei beni nazionali non ancora venduti dallo stato e anche di quelle in pegno ai creditori, oltre a quelli di altri principi di sangue rimasti senza eredi, sino a renderlo immensamente ricco.
Rientrato Napoleone dall'Elba, a Parigi il 20 marzo 1815, il padre non seguì il re a Gand, ma preferì segnare una distanza, rifugiandosi in Inghilterra, salvo precipitarsi nelle braccia di Luigi XVIII poco dopo appena trascorsi i cento giorni, ottenendone un nuovo perdono.
Del giovane Luigi, come del fratello maggiore Ferdinando Filippo, si ricorda la educazione presso il Liceo Henri-IV, una grande istituzione aperta, però, anche all'alta borghesia. Una mossa che seguiva la generale attitudine di Luigi Filippo a marcare un atteggiamento liberale (gli ultra-realisti dicevano, addirittura, "repubblicano", che sarebbe come dire, oggi, comunista), a far sembrare di essere condannato, contro i propri desideri, a vivere nei palazzi. E che permise ai suoi aedi di sostenere che i principini ebbero un'educazione "popolare".
All'età di dodici anni venne nominato colonnello del 1º reggimento cacciatori. Tale scelta era perfettamente coerente con la tradizione dinastica e l'uso della alta aristocrazia. Tuttavia, non si deve dimenticare come essa rispondesse, egualmente, al progetto politico di Luigi Filippo: la sua residenza al Palais Royal si era trasformata in una sorta di museo napoleonico, a celebrare quelle glorie militari e a suggerire un'ennesima dissociazione rispetto ai Borbone regnanti: questa volta sul terreno di una politica estera decisamente (e, date le condizioni, doverosamente) remissiva.
Scomparso Luigi XVIII, nel 1824, il duca d’Orléans profittò di una maggiore fiducia da parte di Carlo X. Nell'ultimo anno del suo regno questi ne gratificò anche il giovane Luigi, che,nel 1830, venne fatto cavaliere dell'Ordine dello Spirito Santo e lo fece entrare nella Camera dei Pari.
Subito dopo la Rivoluzione di luglio, il 3 agosto 1830, il padre, appena promosso monarca, lo insignì della Gran Croce della Legion d'Onore, e Luigi divenne Principe Reale.
Nel febbraio 1831 venne eletto dal Congresso Nazionale del Belgio "re dei Belgi", ma considerazioni internazionali indussero Luigi Filippo a rifiutare questo onore per il proprio figlio. Di lì a pochi mesi, a parziale compensazione, venne aggregato insieme al fratello (entrambe alla loro prima esperienza bellica), all'armata francese al comando del maresciallo Gérard che entrò in Belgio a fermare la invasione olandese: non vi furono scontri poiché alla notizia dell'intervento francese, il comandante olandese Principe d’Orange subito arrestò l'avanzata e, in circa 30 giorni, evacuò il Paese, tranne la grande fortezza di Anversa.
Per liberarla si rese necessario un nuovo intervento francese (con il concorso di una squadra navale inglese) che, il 30 novembre 1832 pose assedio ad Anversa che cadde il 24 dicembre di fronte alle preponderanti forze francesi, all'efficacia del bombardamento e all'avanzamento delle opere d'assedio. Tale assedio, che pose definitivamente fine alla Rivoluzione belga, rappresentò un notevole episodio militare, e diede occasione ai due fratelli di dar mostra di un notevole contegno e di perizia militare.
Subito dopo, i due fratelli compirono un ‘giro d'onore' nei Dipartimento del Nord, così vicino al Belgio e già anticamente parte dei Paesi Bassi cattolici. Il 1º gennaio 1834 venne promosso generale di divisione.
Il 28 luglio 1835 era accanto al padre, insieme ai fratelli Ferdinando Filippo e Francesco principe di Joinville, quando il corteo venne investito dal terribile attentato ordito dal repubblicano corso Fieschi: morirono in 19, fra i quali il maresciallo Mortier e la Camera dei deputati approvò una limitazione della libertà di stampa (come 15 anni prima, con l'assassinio del duca di Berry).
La grande occasione militare del Nemours venne con l'Algeria: iniziata da Carlo X con la spedizione di Algeri, il 5 luglio 1830, pochi giorni prima la Rivoluzione di luglio. Luigi Filippo occupò l'intero suo regno per completarne la conquista e inviò, a più riprese, i propri figli, a partecipare alle diverse campagne: teneva a che essi vi apprendessero il mestiere delle armi e voleva anche mostrare all'esercito e al Paese come essi sapessero dividere il pericolo e le fatiche che soffrivano i normali cittadini sotto le armi.
Cominciò Ferdinando Filippo che, nel 1835, servì agli ordini del maresciallo Clauzel nella spedizione di Mascara, ma, terminata quella, si ammalò e dovette essere rimpatriato.
Nell'autunno 1836 prese parte alla prima spedizione contro la città algerina di Costantina, che si concluse con uno scacco e la sostituzione del Clauzel.
Rientrato in dicembre, venne comandato pure per la seconda spedizione, cominciata il 1º ottobre 1837 ed ebbe il comando di una brigata e della direzione delle operazioni di assedio. I generali Damrémont e Perrégaux vennero ucciso al suo fianco, il 12 ottobre, e fu lui, il giorno successivo, a comandare l'assalto che prese la città. Lui stesso venne promosso tenente-generale.
Della sua brigata facevano parte quattro ufficiali che sarebbero divenuti marescialli di Francia: Canrobert, Mac-Mahon, Saint-Arnaud, Niel.
Nel 1841 si recò una terza volta in Algeria ove, al seguito del generale Bugeaud, prese parte alle operazioni contro Abd-el-Kader. Sbarcato ad Algeri all'inizio di aprile (normalmente le operazioni si svolgevano in autunno-inverno), cominciò guidando una spedizione per rifornire la città di Médéa, raggiunta il 29 aprile. Dopodiché comandò la 1ª divisione di fanteria nella spedizione guidata dal Bugeaud e volta alla distruzione della città fortificata di Takdempt, centro logistico di Abd-el-Kader, e alla occupazione di Mascara, la sua antica capitale: venne coinvolto in un aspro combattimento presso Miliana, dal 3 al 5 maggio. E si reimbarcò per la Francia il 3 giugno, con grande onore.
Di ritorno in Francia, venne nominato comandante del campo di Compiègne.
Tutta questa attività non permise, tuttavia, di sopperire al principale handicap degli Orléans sulla scena politica europea, che ancora (e sino al 1848) si reggeva sugli esiti del Congresso di Vienna del 1815: l'essere considerati i responsabili della caduta di Carlo X e, quindi, tout court degli 'usurpatori'. Joseph de Maistre parlava di falsa dinastia. Altrove si adduceva un (non insensato) timore circa la stabilità degli Orlèans sul trono di Francia: la paura di veder finire i suoi [della sposa] giorni in America.
Circostanze assolutamente eccezionali avevano consentito di accasare la secondogenita Luisa con il Re dei Belgi Leopoldo I, il 9 agosto 1832.
Ben più grave questione poneva l'erede al trono Ferdinando Filippo: l'isolamento dinastico degli Orléans era tale che nessuna corte volle ‘concedere’ una delle sue eredi, nemmeno a beneficio di un accordo politico con gli Orléans, come dimostrarono gli eventi del 1836. Adolphe Thiers, primo ministro e uomo dalla politica mutevole, intendeva tentare una politica di conservazione dell'"ordine europeo", coerente con la generale impostazione di politica estera di Luigi Filippo: essendo già fallito un riavvicinamento alla Russia, per il tramite di un matrimonio con una delle due figlie nubili del re Guglielmo I di Württemberg e della defunta granduchessa russa Ekaterina Pavlovna Romanova, sorella dello zar, Thiers si riavvicinò al Metternich e propose di suggellare la rinnovata amicizia sposando Ferdinando Filippo alla arciduchessa d'Austria Maria Teresa Isabella. Venne organizzato un gran viaggio dello stesso Ferdinando Filippo, accompagnato dal Nemours che, dopo una sosta a Berlino, si trattennero a Vienna dal 29 maggio all'11 giugno. Qui tutti davano loro la mano, ma nessuna gliela stringeva: la corte di Ferdinando respinse la proposta causando, indirettamente, la caduta del ministero Thiers. Ai due fratelli non restò che partire, passando da Trento (ove vennero ricevuti da Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, vedova di Napoleone) e Milano (ove vennero ospitati dall'arciduca Ranieri, viceré del Regno Lombardo-Veneto): a ridurre l'umiliazione subita, le accoglienze furono calorose; a confermare i timori austriaci, giunse a Milano la notizia dell'attentato appena subito dal Re dei Francesi a Parigi ad opera dell'Alibaud, un ex-sottufficiale ribellatosi alla repressione seguita all'insurrezione repubblicana di Parigi del giugno 1832.
Luigi Filippo (ossessionato dal problema della discendenza, almeno dall'attentato del Fieschi) si rassegnò, così, a sposare i propri figli a delle casate tedesche minori, di lignaggio decisamente inferiore ai Borbone-Orléans (discendenti dal Re Sole) e dei Borbone-Napoli (la regina Maria Amalia era figlia di Maria Carolina d'Asburgo-Lorena, a sua volta sorella della regina-martire Maria Antonietta e figlia dell'Imperatrice Maria Teresa): cominciò il primogenito Ferdinando Filippo con Elena di Meclemburgo-Schwerin, il 30 maggio 1837, seguì la terzogenita Maria con Alessandro di Württemberg, il 18 ottobre 1837.
Seguì, il 26 aprile 1840, il Nemours, al quale toccò la principessa protestante Vittoria di Sassonia-Coburgo-Kohary, sposata con una grande cerimonia al Castello di Saint-Cloud. A parziale consolazione, la sposa recava un legame diretto con ben tre famiglie regnanti europee, in quanto:
Né con il resto della famiglia Luigi Filippo ebbe miglior sorte, a partire da un'altra sorella minore del Nemours, Clementina, che sposò, il 20 aprile 1843, Augusto di Sassonia-Coburgo-Kohary, fratello della moglie del Nemours.
Nell'Ottocento, d'altra parte, i Sassonia-Coburgo erano considerati le haras de l'Europe (le 'stazioni di monta equina d'Europa').
Si tratta, in tutta evidenza, di aspetti dei quali appare difficile apprezzare, oggi, l'importanza. Ma che, allora, ne ebbero parecchia e contribuirono a screditare la dinastia.
Senza contare che, in vista del matrimonio del Nemours, a Luigi Filippo non venne risparmiata una seconda umiliazione: il 25 gennaio 1840 il primo ministro maresciallo Soult annunciò le nozze e propose alle Camere la concessione di una rendita di 500'000 franchi annui più 500'000 franchi per le spese di matrimonio ed établissement agli sposi (loi de dotation).
Come normale, la opposizione radicale non si lasciò sfuggire la ghiotta occasione: Cormenin diede alle stampe il pamphlet, Scandalose domande di un giacobino in merito ad una dotazione e vennero organizzate delle petizioni di protesta.
Meno prevedibile fu l'eco che tali argomenti trovarono alla Camera dei Deputati che, perfezionando la lunga 'guerriglia parlamentare' che l'opposizione guidata dal Thiers conduceva in quegli anni per tornare primo ministro, il 20 febbraio respinse la proposta di legge determinando le immediate dimissioni del secondo governo Soult. Il Nemours si sposò, dunque, senza alcuna rendita straordinaria, come sarebbe stata normale consuetudine.
Ma, soprattutto, Luigi Filippo fu costretto a richiamare Thiers alla carica di primo ministro il 1º marzo, "imposto dalla Camera".
Ciò che segnò uno dei punti più bassi dell'intera Monarchia di Luglio: anzitutto poiché Thiers seppe solo gettare la Francia in una delle sue più pesanti sconfitte diplomatiche di sempre. Ma, pure, poiché esso costituisce una delle principali dimostrazioni del suo, notoriamente scarso, senso dello Stato, giacché, così facendo, egli indeboliva solo il governo ma, contemporaneamente, la dinastia regnante. Una circostanza che venne, anzitutto, notata proprio dai capipopolo repubblicani: Proudhon, fermo repubblicano, in una lettera privata del 27 febbraio 1840 notava la contraddittorietà della posizione dei deputati della borghesia: Chi vuole il re, vuole una famiglia reale, vuole una corte, vuole dei principe di sangue, vuole tutto quel che ne consegue. E Le Journal des débats chiarì il punto anche ai sordi: i borghesi conservatori e dinastici smembrano e demoliscono la monarchia. Ciò mentre la vittoriosa battaglia parlamentare non faceva nulla per allargare la maggioranza a sinistra: Victor Hugo, in un articolo di giornale, irrise la imbarazzante discuta fra un re tirchio e dei borghesi che gli fanno i pizzicotti.
La accidentale morte del fratello maggiore, Ferdinando Filippo, a soli trentadue anni, il 13 luglio 1842, aumentò grandemente il ruolo di Luigi a corte, facendone il naturale reggente del figlio primogenito del fratello, il principe Luigi Filippo Alberto, conte di Parigi.
Le Camere, appena dissolte, vennero riconvocate e approvarono, a grandissima maggioranza, una 'legge di reggenza' che nominava il Nemours reggente in caso di morte o abdicazione di Luigi Filippo a favore del suo legittimo erede, l'allora giovanissimo conte di Parigi, figlio del defunto.
L'evento lo obbligò, suo malgrado, a sottomettersi agli obblighi della vita mondana. Ciò che non gli impediva, ancora giovane, di conservare un buon allenamento: ospite, nel 1845, della allora popolare località termale di Cauterets, nei Pirenei, compì l'ascensione del Pic Long e del Cylindre du Marboré..
Egli era stato già impiegato in periodiche visite di cortesia in Inghilterra nel 1835 e 1838 (ripetuta poi nel 1845), nonché nella ambiziosa visita del 1836, prima a Berlino eppoi a Vienna, dal 29 maggio all'11 luglio, ove fallì il menzionato tentativo di matrimonio con l'arciduchessa Maria Teresa Isabella. Né mancò di continuare tali abitudini ufficiali, come dimostra la partecipazione, nel giugno 1846, accompagnato dal fratello il Antonio d'Orléans, duca di Montpensier, all'inaugurazione, a Lilla, della Compagnie des chemins de fer du Nord, creata dal banchiere James de Rothschild.
Tali impegni, tuttavia, non gli consentirono mai di raggiungere la relativa popolarità della quale aveva goduto il fratello maggiore defunto: Nemours pagava la riservatezza, il poco amore mostrato per i ruoli pubblici e una certa rudezza dei modi.
Ma ad essere impopolare era, ormai, l'intera dinastia, ormai oppressa dalla accusa di umiliare la Francia di fronte all'Europa, per la totale rinuncia ad una politica estera rivoluzionaria (espansione territoriale in Europa e sostegno alle rivoluzioni liberali e nazionali). Ciò mentre il governo Guizot costruiva e sosteneva con successo la prima entente cordiale con l'Inghilterra.
Si trattava, in effetti, di uno dei temi dominanti del dibattito politico francese: da un lato Luigi Filippo (e, prima di lui, Luigi XVIII e Carlo X), il quale valutava realisticamente necessario non isolare Parigi da tutte le altre corti europee. Dall'altra l'opposizione repubblicana e bonapartista e una parte della Camera dei Deputati, che spingevano per una politica avventurista, dichiaratamente volta alla rottura del Trattato di Vienna. Una diatriba che, un decennio prima, era già costata la corona a Carlo X e che Luigi Filippo si sforzava, vanamente, di esorcizzare proseguendo la lenta conquista dell'Algeria.
La rivoluzione ebbe inizio il 22 febbraio 1848, con una manifestazione che chiedeva la defenestrazione del primo ministro Guizot, a causa del tentativo di opporsi alla 'campagna dei banchetti'.
Già il 24 la folla minacciava le Tuileries: Luigi Filippo si astenne da assumere misure energiche per reprimere la folla, che pure erano suggerite dal maresciallo Bugeaud, il quale stimava di poter ancora schiacciare la rivolta. Preferì, al contrario, abdicare in favore del nipote, il conte di Parigi, di appena nove anni.
Occorreva, ora, nominare un reggente: era previsto che la si affidasse al Nemours, ma questi, cosciente della propria impopolarità e personalmente disinteressato, sfortunatamente accettò di cedere tale onere alla vedova del defunto: la duchessa d’Orléans. Dopodiché l'ex-sovrano partì per l'esilio, mentre il Nemours tenne il palazzo abbastanza a lungo da permetterne la fuga.
All'inizio del pomeriggio, la duchessa prese la rischiosa decisione di recarsi, con i due figli, al Palais-Bourbon, sede della Camera dei Deputati, per farvi investire il figlio e farsi proclamare ufficialmente reggente. Nemours ebbe la pessima idea di consentirlo e seguirla.
Lì, la maggioranza dei parlamentari, moderata ed "orléanista", acclamò la reggente, con il sostegno di uno degli organizzatori della 'campagna dei banchetti', il Barrot. Ma i deputati dell'estrema sinistra, i repubblicani, forzarono la mano: la sala venne invasa dai rivoltosi che, d'accordo con i loro eletti, imposero di respingere ogni soluzione monarchica e di nominare un governo provvisorio: insediato l'indomani, 25 febbraio, segnando la fine della Monarchia di Luglio.
Nemours venne separato dai due nipoti ad opera dei rivoltosi e poté salvarsi solo travestendosi con un'uniforme della guardia nazionale, per poi imbarcarsi per l'Inghilterra.
Lì prese residenza con i genitori, alla Claremont House, nel Surrey, nella immediata periferia sud-occidentale di Londra. Suo scopo principale durante l'esilio, specie dopo la morte del padre, avvenuta il 26 agosto 1850, fu la riconciliazione dei due rami della famiglia dei Borbone: il proprio e quello che discendeva da Carlo X, deposto dalla Rivoluzione di luglio del 1830. Una mossa indispensabile per consentire la restaurazione della monarchia in Francia.
Tali propositi vennero frustrati dalla attitudine del conte di Chambord, nipote ed erede di Carlo X, con il titolo di 'Enrico V', nonché dalla determinazione della duchessa d’Orléans a non rinunciare alle pretese del proprio figlio, il conte di Parigi.
All'interno della casata e del 'partito orléanista', il Nemours era il più pronto ad accettare i principi del 'partito legittimista', che sosteneva la discendenza di Carlo X. Una questione tutt'altro che secondaria poiché, a prescindere dal solido controllo esercitato sulla Francia da Napoleone III con il suo Secondo Impero, vi era sempre nel Paese una maggioranza monarchica, in principio favorevole alla restaurazione dei Borbone.
La acredine fra i due rami della famiglia, tuttavia, erano spessa e i negoziati si prolungarono senza successo sino ad interrompersi, nel 1857, quando Nemours scrisse una, allora famosa, lettera nella quale insisteva che il conte di Chambord accettasse il tricolore quale bandiera francese, in vece del Giglio.
L'effetto fu talmente dirompente da spingere il Nemours a sostenere, più tardi, di aver scritto sotto dettatura del fratello minore, il principe di Joinville, terzo figlio maschio di Luigi Filippo.
La questione del tricolore, infatti, in apparenza di lana caprina, costituiva, in effetti, il principale ostacolo (insieme a Napoleone III) alla restaurazione dei Borbone. Tanto che nel 1871, allorché il Secondo Impero crollò a seguito della Sconfitta di Sedan e venne eletta una nuova Assemblea Nazionale, a maggioranza realista, gli esponenti del 'partito orléanista' accettarono di unirsi a quelli del 'partito legittimista' per votare l'elezione del conte di Chambord a Re di Francia, la iniziativa fallì a causa del rifiuto di quest'ultimo ad adottare il vessillo ereditato dalla Grande Rivoluzione.
Mentre perdurava l'esilio alla Claremont House, ove la moglie, Vittoria, morì il 10 novembre 1857, il ruolo politico e la posizione sociale del Nemours continuavano ad essere di tutto rispetto. Come dimostra la circostanza che, dopo la morte della di lui madre, avvenuta il 24 marzo 1866, la Regina Vittoria offerse al Nemours di risiedere nella Bushy House: una prestigiosa residenza reale situata nel sud-ovest di Londra, già residenza di Adelaide di Sassonia-Meiningen, vedova di re Guglielmo IV.
Il crollo del Secondo Impero aveva, comunque, provocato la cancellazione dell'esilio imposto ai principi francesi sin dalla Seconda repubblica. Nemours rientrò a Parigi e, nel marzo 1872, riebbe il proprio grado nell'esercito come generale di divisione, e un posto d'onore nello Stato Maggiore. Raggiunta l'età della pensione, egli conservò un rilevante ruolo pubblico, come presidente della Croce Rossa francese.
In quegli anni la causa 'realista' non era ancora perduta, grazie ad una costante maggioranza alla Camera, che sosteneva il governo dell'orléanista Duca de Broglie e, soprattutto, grazie alla protezione del generale Mac-Mahon, primo presidente della Terza repubblica, dal 1875 al 1879, (il quale, molti anni prima, aveva servito in Algeria agli ordini del Nemours). I due, tuttavia, persero le elezioni del 14 ottobre 1877 e Mac-Mahon, ormai sconfitto, si dimise il 30 gennaio 1879. Venne rimpiazzato dal repubblicano Jules Grévy.
Nel 1880-1881 il governo di Jules Ferry, uno dei padri del colonialismo francese, diede inizio ad un'azione ferocemente anti-clericale, segnate dalla proposta (respinta) della "dispersione delle congregazioni religiose non autorizzate" e dall'allontanamento dei principi di sangue dall'esercito. Nemours reagì dimettendosi dalla presidenza della Croce Rossa e ritirandosi dalla società parigina.
La svolta politica annullò l'ultima opportunità offerta ai 'realisti' dalla morte del conte di Chambord, avvenuta il 24 agosto 1883: non avendo questi alcun erede, gli successe il conte di Parigi, concludendo (meglio, estinguendo) la disputa tra i due rami dei Borbone. Nessuna concreta occasione di restaurazione si presentò, mai più, in Francia.
Tale conclusione venne, infine, segnata dalla reazione del governo del repubblicano Charles de Freycinet al fastoso matrimonio della principessa Amelia d'Orléans, figlia del conte di Parigi, con Carlo del Portogallo (nipote di Vittorio Emanuele II di Savoia), avvenute il 22 maggio 1886.
De Freycinet fece votare una legge che decretava l'esilio per tutti i pretendenti al trono di Francia e dei loro primi eredi maschi, nonché l'espulsione dall'esercito di tutti i principi francesi. Ciò che costrinse il conte di Parigi ad abbandonare il castello d'Eu, per imbarcarsi a Tréport per l'Inghilterra.
Nemours, privo ormai di qualsiasi prospettiva politica, visse ritirato e morì a Versailles il 26 giugno 1896. La corte inglese gli conservò, sino alla morte, la disponibilità della Bushy House, nel caso egli fosse mai costretto a lasciare la Francia.
È sepolto, insieme alla moglie e al resto della famiglia, nella Cappella Reale di Dreux.
La coppia ebbe quattro figli:
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