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Partito Socialista del Cile


Partito Socialista del Cile


Il Partito Socialista del Cile (in spagnolo Partido Socialista de Chile, PS) è un partito politico fondato in Cile nel 1933.

Due membri del PS hanno raggiunto la presidenza della Repubblica: Salvador Allende, tra il 1970 e il 1973, e Michelle Bachelet, in due periodi, tra il 2006 e il 2010 e tra il 2014 e il 2018. Il segretario del partito è Álvaro Elizalde. Dal 2013 fa parte della coalizione di centro-sinistra denominata Nuova Maggioranza.

Storia

Fu il Partito dell'ex Presidente Salvador Allende, del quale egli fu cofondatore, il 19 aprile 1933. Inizialmente fondato come partito marxista che accoglieva una pluralità di correnti della sinistra politica, in seguito incorporò i contributi della socialdemocrazia nel suo patrimonio ideologico. Dopo il golpe del 1973, il partito fu messo al bando (assieme a tutti gli altri partiti di sinistra) e i suoi militanti e i loro simpatizzanti furono perseguitati dal regime. Durante la dittatura di Augusto Pinochet, si frazionò in vari gruppi, che non si riunirono fino al ritorno della democrazia, nel 1990.

Nel corso della sua storia, ha fatto parte di varie coalizioni, le principali sono il Fronte Popolare, il Fronte di Azione Popolare, l'Unità Popolare, la Concertazione dei Partiti per la Democrazia e la Nuova Maggioranza.

Struttura

Segretati generali

  • Óscar Schnake Vergara (1933-1939)
  • Marmaduke Grove Vallejos (1939-1943)
  • Salvador Allende Gossens (1943-1944)
  • Bernardo Ibáñez Águila (1944-1946)
  • Raúl Ampuero Díaz (1946-1948)
  • Eugenio González Rojas (1948-1950)
  • Raúl Ampuero Díaz (1950-1953)
  • Aniceto Rodríguez Arenas (1953-1955)
  • Raúl Ampuero Díaz (1955-1957)
  • Salomón Corbalán González (1957-1961)
  • Raúl Ampuero Díaz (1961-1967)
  • Aniceto Rodríguez Arenas (1967-1971)
  • Carlos Altamirano Orrego (1971-1981)
  • Clodomiro Almeyda Medina (1979-1989) - (PS-Almeyda)
  • Ricardo Núñez Muñoz (1981-1984)
  • Carlos Briones Olivos (1984-1986)
  • Manuel Mandujano Navarro (1984-1989) - (PS-Mandujano)
  • Juan Gutiérrez Soto (1985-1989) - (PS-storico)
  • Ricardo Núñez Muñoz (1986-1989)
  • Jorge Arrate Mac Niven (1989)
  • Clodomiro Almeyda Medina (1989-1990)
  • Jorge Arrate Mac Niven (1990-1991)
  • Ricardo Núñez Muñoz (1991-1992)
  • Germán Correa Díaz (1992-1994)
  • Camilo Escalona Medina (1994-1998)
  • Ricardo Núñez Muñoz (1998-2000)
  • Camilo Escalona Medina(2000-2003)
  • Gonzalo Martner Fanta (2003-2005)
  • Ricardo Núñez Muñoz (2005-2006)
  • Camilo Escalona Medina (2006-2010)
  • Fulvio Rossi Ciocca (2010)
  • Osvaldo Andrade Lara (2010-2015)
  • Isabel Allende Bussi (2015-2017)
  • Álvaro Elizalde Soto (2017-in carica )

Risultati elettorali

Elezioni del Presidente

Note

Altri progetti

  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Partito Socialista del Cile
Collection James Bond 007

Collegamenti esterni

  • (ES) Sito ufficiale, su pschile.cl.
  • Partido Socialista de Chile (canale), su YouTube.
  • (EN) Socialist Party, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.

Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Partito Socialista del Cile by Wikipedia (Historical)



Partito Democratico Cristiano del Cile


Partito Democratico Cristiano del Cile


Il Partito Democratico Cristiano del Cile (in spagnolo: Partido Demócrata Cristiano de Chile - PDC) è un partito politico cileno di orientamento cristiano-sociale costituitosi il 28 luglio 1957 dalla confluenza fra tre distinti soggetti politici:

  • Falange Nazionale (Falange Nacional);
  • il Partito Conservatore Sociale Cristiano (Partido Conservador Social Cristiano);
  • il Partito Nazionale Cristiano (Partido Nacional Cristiano).

A tali formazioni, già promotrici della Federazione Sociale Cristiana, si aggiunsero vari esponenti politici fuoriusciti dal Partito Conservatore Unito nonché, nel 1965, il movimento Democracia Agrario Laborista (appendice del dissolto Partito Agrario Laburista).

Durante la storia del Cile il partito si distinse per il sostegno alla nazionalizzazione di alcune imprese strategiche e alla riforma agraria, opponendosi sia al governo dell'Unidad Popular che alla dittatura di Augusto Pinochet.

Il PDC è generalmente schierato su posizioni di centro-sinistra ed è parte integrante della coalizione Nuevo Pacto Social.

Ideologia

Il PDC si definisce come un partito aderente all'umanesimo cristiano e alle proposte dell'enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII, emanata nel 1891 per fronteggiare la povertà creata dalla Rivoluzione Industriale e dal liberalismo secolare oltre all'ascesa del marxismo.

Il partito ha una linea conservatrice in ambito dei valori morali mentre ha assunto fin dall'inizio della sua fondazione una posizione di centro-sinistra in ambito economico, vicine ad alcune proposte della socialdemocrazia, sostenendo il ruolo dello stato all'interno dell'economia.

Con l'adesione alla coalizione della Concertazione, il PDC ha intensificato le sue posizioni socialdemocratiche in ambito economico mentre è rimasta su posizioni più conservatrici in ambito dei valori. Tuttavia il PDC nel 2004 sostenne la legge del divorzio introdotta dal Presidente socialista Ricardo Lagos. Nel corso della campagna elettorale per le elezioni generali del 2009 in cui il dc Eduardo Frei Ruiz-Tagle risulta essere il candidato del centro-sinistra ha sostenuto la proposta dell'introduzione della pillola abortiva nonostante l'opposizione della destra e di parte del mondo cattolico.

Storia

Fondato nel 1957, è stato il partito di tre Presidenti: Eduardo Frei Montalva, Patricio Aylwin Azócar e Eduardo Frei Ruiz-Tagle. Il PDC ha contribuito all'interno dell'alleanza di centro-sinistra Concertation all'elezione di due presidenti socialisti, Ricardo Lagos e Michelle Bachelet. L'attuale segretario del Partito è Juan Carlos Latorre.

Alle elezioni presidenziali del 2005 il partito sostenne la candidatura della leader Soledad Alvear contro la socialista Michelle Bachelet. Si decise all'interno della coalizione di centrosinistra di organizzare elezioni primarie per la scelta del candidato. A causa dei sondaggi che la vedevano nettamente ridimensionata, la leader del PDC si ritirò e sostenne la candidatura della socialista Bachelet.

Dopo essere stato per diversi anni dopo la fine della dittatura il maggiore partito del Cile, il PDC ha vissuto un costante arretramento di consensi, perdendo prima il primato a livello nazionale (a favore dell'UDI), e poi all'interno della stessa Concertazione. Dopo l'alternanza di governi di centro-sinistra, di cui ha fatto parte, e di centro-destra, di cui è stata all'opposizione, negli anni 2010, ha promosso la coalizione Unità Costituente coi suoi alleati storici per le elezioni costituzionali del 2021. L'intera coalizione, ed il PDC in particolare, ottenne uno scarso risultato. Nello stesso anno, con la medesima alleanza di centro-sinistra, riorganizzata sotto il nome di Nuovo Patto Sociale, appoggiò la candidatura di Yasna Provoste, membro del PDC, alle elezioni presidenziali del 2021. Provoste arrivò solo quinta al primo turno. La coalizione si sciolse dopo l'ingresso dei partiti di sinistra nel governo di Gabriel Boric, a seguito dell'elezione di quest'ultimo alla presidenza.

Origini

La storia del PDC inizia fin dalla fine degli anni 20, quando il movimento giovanile del Partido Conservador in contrapposizione con la dirigenza del partito riguardo alle politiche economiche decise di scindersi fondando il Partido Conservador Social Cristiano ed opponendosi alle politiche dei governi liberali sia in economia ma anche nel processo di secolarizzazione in atto.

In ambito della filosofia politica la nuova formazione si professa umanista cristiana e come programma politico si è allineato sulla Dottrina Sociale della Chiesa e sostenendo il pensiero di San Tommaso d'Aquino e di Jacques Maritain. I principali sostenitori conservatori di questa nuova formazione politica sono Eduardo Frei Montalva e Radomiro Tomic. Successivamente venne creata la Falange Nacional, partito nazionalista di centro.

Il PDC nasce ufficialmente nel 1957 dalla trasformazione in partito della coalizione politica Federazione Cristiana sociale nata, nel 1955, dalla fusione tra:

  • Falange nazionalista, movimento giovanile nato tra giovani del Partito Conservatore;
  • Partito conservatore cristiano sociale;
  • Agrari - Laburisti.

Eduardo Frei Montalva divenne nuovo presidente del partito.

Eduardo Frei Montalva al governo (1964-1970)

Il PDC, in pochi anni, dimostrò di saper raccogliere ampi consensi popolari. Alle elezioni presidenziali del 1964 il partito ricevette grazie al sostegno della presidenza statunitense (John Kennedy), ottenne un sostanzioso finanziamento con lo scopo di sostenere l'elezione di Frei in contrapposizione della candidatura socialista di Salvador Allende. Frei partì in svantaggio all'inizio della campagna elettorale dietro sia alla candidatura di sinistra che di destra. Il programma presidenziale prevedeva la nazionalizzazione delle miniere di rame e la riforma agraria. Le proposte democristiane erano generalmente considerate come di centrosinistra e la principale differenza con Allende è il fine della candidatura di Frei Montalva: esso persegue la cosiddetta Rivoluzione nella libertà in contrapposizione a quella marxista di Allende.

La destra nel timore di perdere le elezioni, a seguito della sconfitta in una elezione suppletiva nella città di Curicó, decise di sostenere la candidatura di Frei. Dal canto suo quest'ultimo affermò che non avrebbe cambiato di una virgola il proprio programma politico. Infatti l'appoggio della destra fu solo esterno ed una volta vinto non sarebbe entrata nel governo.

Il PDC ha vinto con il 56% dei voti contro il 39% di Allende. Il governo comincia la nazionalizzazione del rame e la nuova riforma agraria. Tuttavia una parte del PDC non accettava l'opposizione alla sinistra di Allende, nel 1969 una parte della sinistra DC si scisse per fondare il Movimento Azione Popolare Unito. La motivazione principale era il sostegno di Frei al candidato della destra alle elezioni del 1970 nonostante l'opposizione dei nazionalisti alle riforme progressiste del governo.

Opposizione ad Allende e a Pinochet

Alle elezioni del 1970 prevalse il socialista Allende. Tuttavia non ottenne la maggioranza dei voti, necessaria per essere eletti. Per questo motivo l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica spettava al Congresso (il parlamento in seduta plenaria) tra i due candidati che avevano ottenuti più voti: Allende e l'ex presidente conservatore Jorge Alessandri.

Il PDC inizialmente era propenso a sostenere il conservatore Alessandri ma durante il processo venne ucciso il gen. René Schneider di tendenza progressista dal punto di vista politico, assassinato da un gruppo di destra. Il PDC si dimostrò scettico di fronte all'elezione della destra e per questo aprì all'elezione di Allende ma in cambio chiese la ratificazione di un documento che garantiva la protezione delle istituzioni dalla rivoluzione marxista. Allende accettò ed alla fine venne eletto. La Democrazia Cristiana si oppose tuttavia al governo di sinistra di Allende ed in particolare temeva per il continuo scontro tra il Partito Socialista ed il Partito Comunista e per le continue minacce di quest'ultimo di lasciare il governo e di sostenere la lotta armata per il conseguimento del potere a tutti gli effetti conforme con la dottrina marxista, mentre i socialisti erano favorevoli ad una linea più socialdemocratica e in continuazione con parte della politica cristiano sociale della presidenza democristiana, soprattutto quella agraria.

Nel 1973 l'esercito organizzò, con a capo il gen. Augusto Pinochet, sostenuto dagli USA un colpo di Stato che fece cadere il governo democratico di Allende. Inizialmente parte della DC sostenne il golpe ma progressivamente si discostò fino ad opporsi al governo militare che formalmente rispettava le garanzie costituzionali, ma di fatto si comportava come una dittatura. Il PDC si batté per il rispetto dei diritti umani e criticava duramente le scelte politico economiche intraprese dalla giunta militare.

Durante la dittatura, il PDC diede vita, insieme al Partito socialista ed ai liberal-socialisti, all'Alleanza democratica, dalla quale è poi nata la Concertazione, che governa il paese dal 1990. Alle prime elezioni presidenziali democratiche dopo la fine della dittatura, fu eletto presidente il democristiano Patricio Aylwin.

Collection James Bond 007

L'era Concertación

Il PDC prese parte all'opposizione di centro-sinistra Alianza Demócratica formata dai socialisti e dai democristiani stessi. Tale coalizione si è opposta alla proposta del gen. Pinochet di proseguire il governo militare formando la Concertación de Partidos por el No in merito all'opzione contraria al regime nel referendum convocato nel 1988. Con il 55% dei voti il regime di Pinochet fu bocciato dal popolo cileno. Alle elezioni presidenziali del 1989 vinse il candidato democristiano Patricio Aylwin della DC. Alle elezioni presidenziali del 1993 vinse Eduardo Frei Ruiz-Tagle, membro della DC stessa, e alle elezioni del 1999 e del 2005 il partito sostenne l'elezione di due socialisti Ricardo Lagos e Michelle Bachelet.

Il ruolo del partito all'interno dei vari governi è sempre stato rilevante, contando spesso su ministeri fondamentali come quello degli Esteri, Difesa o Interno. In occasione delle elezioni presidenziali del 2009 il partito e la coalizione sostengono la ripresentazione dell'ex-presidente Frei ma risulterà sconfitto per uno stretto margine al ballottaggio contro il candidato del centrodestra Piñera che determinerà la fine dei 20 anni dei governi del centrosinistra.

Subito dopo la sconfitta elettorale il partito si è collocato all'opposizione assieme ai suoi alleati di sinistra. Per tale motivo è in corso una riorganizzazione del partito per coordinare l'opposizione.

Storia elettorale

Deputati

Senatori

Note

Altri progetti

  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Partito Democratico Cristiano del Cile

Collegamenti esterni

  • (ES) Sito ufficiale, su pdc.cl.
  • (EN) Christian Democratic Party, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.

Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Partito Democratico Cristiano del Cile by Wikipedia (Historical)



Partiti politici in Cile


Partiti politici in Cile


Il sistema politico del Cile è di tipo pluralista e fino al 1973 è stato molto frammentato, caratterizzato dalla presenza di tanti partiti. A differenza degli altri paesi dell'America Latina in Cile non sono mai sorte organizzazioni politiche legate al proprio leader tranne il Partito Agrario Laburista di Carlos Ibáñez del Campo per un breve periodo.

Dal 1990 il panorama politico del paese è così suddiviso: alla destra l'UDI, al centro-destra RN, al centro il PDC e Partito Liberale, al centro-sinistra il PRSD, PPD e il PS, a sinistra il PCC, Partito Ecologista Verde del Cile, Partito Umanista, IC ed il MAS, ed i partiti regionalisti come il PRI e FP. Il Cile inoltre è caratterizzato dalla presenza di quattro coalizioni politiche: Coalizione per il Cambiamento (RN-UDI-C1) a destra, Concertazione dei Partiti per la Democrazia (DC-PS-PPD-PRSD), Nueva Majoría para Chile (PH-PE) e Por un Chile Limpio (PRI-PE-MAS) a centro-sinistra e la Juntos Podemos(PC-IC) a sinistra (extraparlamentare).

I partiti politici sono regolati dalla legge contenuta nella Costituzione del Cile del 1987 e nel periodo tra il 1973 ed il 1988 i partiti appartenenti all'Unidad Popular sono stati messi al bando (PS, PC, MAPU, PR).

Partiti nella storia

Le prime forme di organizzazioni politiche create nel Cile si divisero tra coloro che erano a favore del Re di Spagna e quelli favorevoli all'indipendenza del paese dalla Spagna e dall'Europa.

Una volta che il paese ebbe ottenuto la piena autonomia dalla Spagna le formazioni politiche più importanti furono i liberali ed i conservatori e per decenni questi partiti si sono alternati al governo. Tuttavia questi partiti rappresentavano un ceto abbastanza elevato e per questo motivo nel 1850 è stato creato il Partito Radicale del Cile rappresentante il ceto medio e di orientamento centrista.

Con l'immigrazione europea sono nati nuovi partiti politici, principalmente di natura operaista dato che la maggior parte degli immigrati era gente povera impiegata principalmente nelle fabbriche. Nel 1912 è stato fondato il Partito Comunista del Cile e negli anni successivi sono stati creati vari partiti di tendenza progressista-socialista.

Negli anni trenta è stato fondato il Partito Socialista del Cile da parte di Salvador Allende che raccolse parte del mondo marxista cileno e assieme ad altri partiti di centro sinistra ha costituito diversi governi soprattutto alla fine degli anni trenta e quaranta. Nel frattempo, con l'ascesa di Adolf Hitler in Germania, si svilupparono anche in Cile alcuni movimenti di ispirazione nazista come il Movimento Nazional Socialista del Cile.

Nel timore del dilagare di questa ideologia anche nel paese sudamericano si costituirono i governi del Fronte Popolare su modelli analoghi di Francia e Spagna. Dopo gli anni del centro sinistra, nel 1952 diventò presidente il generale Carlos Ibáñez del Campo che già era stato presidente del paese alla fine degli anni venti. Ibáñez del Campo perseguì una politica conservatrice con tratti populisti.

Nel 1957 è stato creato da alcuni movimenti dell'ala sinistra del Partito Conservatore Cileno e da altri settori politici il Partito Democratico Cristiano del Cile guidato da Eduardo Frei Montalva. La DC si caratterizza come un partito social cristiano riformista in alternativa al socialismo di Salvador Allende che dopo aver ricoperto la carica di ministro nei governi del Fronte Popolare divenne leader del Partito Socialista e si candidò più volte alla presidenza del paese.

Nel 1964 Frei Montalva divenne presidente sconfiggendo Allende, rispettivamente 56% e 39% dei voti. Frei formalmente si presentò come candidato di centro destra, alleato con i nazionalisti e conservatori, ma in realtà attuò un programma diverso rispetto alle aspettative della destra caratterizzandosi come un presidente di centro progressista se non addirittura di centrosinistra.

Nel 1970 Salvador Allende fu eletto alla massima magistratura del paese formando un governo anche con il PC e fu sostenuto anche da parte della DC suscitando l'opposizione della destra e dei militari. Per tre anni il Cile ha vissuto una vita politica molto difficile che culminò con il colpo di stato militare guidato da Augusto Pinochet. I partiti della sinistra di governo e di opposizione furono messi al bando.

I partiti attuali

Solamente negli ultimi anni della dittatura di Pinochet i partiti furono pienamente legalizzati attraverso la legge dei partiti approvata nel 1987 con la nuova Costituzione del Cile. Con il ritorno alla democrazia nel 1990 la principale forza politica è la Concertación de Partidos por la Democracia, di centrosinistra, che inizialmente raggruppava 17 partiti ma attualmente è formata da Partito Democratico Cristiano del Cile (PDC), il Partito Radicale Social Democratico (PRSD), il Partito per la Democrazia (PPD), e il Partito Socialista del Cile (PS). Il PPD nacque da una componente socialdemocratica del Partito socialista mentre il PRSD è nato dalla fusione del Partito Radicale del Cile col Partito Socialdemocrazia Cilena.

La Concertazione è al governo dal 1990 costantemente ed ha espresso quattro presidenti, due democristiani, Patricio Aylwin (1990-1994) e Eduardo Frei Ruiz-Tagle (1994-2000), e due socialisti, Ricardo Lagos (2000-2006) e Michelle Bachelet (2006-2010).

Nel frattempo gli eredi della destra che sostenne Augusto Pinochet hanno costituito i partiti Unione Democratica Indipendente e Rinnovamento Nazionale che hanno formato l'Alianza por Chile che è tuttora la principale forza di opposizione. Sul versante della sinistra i principali partiti come il Partito Comunista del Cile e il Partito Umanista Cileno in collaborazione con la sinistra cristiana ha fondato negli anni 80 hanno formato nel 2004 la coalizione Juntos Podemos. Questi ultimi non sono però rappresentati al Congresso.

Concertación de Partidos por la Democracia

Coalizione di centrosinistra, nata in occasione delle elezioni presidenziali del 1989, è al governo del paese dal 1990 e comprende varie ideologie progressiste tra cui: cristianesimo sociale, socialdemocrazia, liberalismo sociale, socialismo democratico e ecologismo. Attuali leader sono Michelle Bachelet, presidente della repubblica per il periodo 2006-2010, ed Eduardo Frei Ruiz-Tagle, ex presidente dal 1994 al 2000 e principale candidato alla presidenza per le elezioni presidenziali del 2009.

  • Partito Socialista del Cile. Partito politico di centrosinistra socialista democratico fondato nel 1933 da Salvador Allende assieme ad altri esponenti del mondo sindacale e operaio. Inizialmente era da considerare il partito come una formazione di tipo marxista ma nel corso del tempo ha moderato le sue posizioni politiche avvicinandosi alla socialdemocrazia e al socialismo democratico. Durante la dittatura è stato dichiarato illegale e il PS si è diviso in numerose correnti che si sono riunite solo a partire dagli anni novanta. Il PS ha espresso tre presidenti del Cile: Salvador Allende (1970-1973), Ricardo Lagos (2000-2006) e Michelle Bachelet (dal 2006). Leader del partito dal congresso del 2006 è Camilo Escalona. È affiliato all'Internazionale Socialista.
  • Partito per la Democrazia. Partito di centrosinistra socialdemocratico riformista fondato nel 1987 dal socialista Ricardo Lagos. Nel partito sono confluiti politici provenienti dal mondo socialista, liberalismo progressista e del ecologista. Il Partito per la Democrazia venne creato come partito sostitutivo al Partito Socialista del Cile in quanto proibito dalla dittatura militare ma dopo la ricostituzione dello stesso il PPD ha continuato ad esistere moderando la sua linea politica. Il PPD ha espresso un solo presidente, ossia il suo fondatore nonché il militante del PS Ricardo Lagos. Attuale presidente del partito è Pepe Auth, ex ambasciatore del Cile in Svezia. Il PPD fa parte dell'Internazionale Socialista.
  • Partito Radicale Social Democratico. Partito di centrosinistra incline al radicalismo, al liberalismo sociale e alla socialdemocrazia. Fondato nel 1994 dall'unione tra Partito Radicale del Cile e Partito Socialdemocrazia Cilena. Il suo leader è José Antonio Gómez, senatore e candidato alle primarie per le presidenziali 2009. Il partito fa parte dell'Internazionale Socialista.
  • Partito Democratico Cristiano del Cile. Partito di centro democratico orientato a sinistra fondato nel 1957 da Eduardo Frei Montalva ex leader del Partito Conservatore Cileno di tendenza centrista, ispirandosi ai partiti democristiani della Germania di Konrad Adenauer e dell'Italia Alcide De Gasperi. È un partito che incarna il cristianesimo sociale e riformista con un programma sociale ed economico particolarmente progressista. A partire dagli anni '80 si è schierato su posizioni di centro-sinistra alleandosi con formazioni politiche di sinistra democratica. IL PDC ha espresso tre presidenti: Eduardo Frei Montalva (1964-1970), Patricio Aylwin (1990-1994) ed Eduardo Frei Ruiz-Tagle (1994-2000). Attuale leader è Juan Carlos Latorre. La DC fa parte dell'Internazionale Democratica Centrista.

Coalición por el Cambio

Inizialmente Alianza por Chile', è una coalizione di centro-destra, nata nel 1987 come forza avversaria alla Concertación e comprendente forze politiche che un tempo erano sostenitrici del governo militare di Augusto Pinochet. Il principale esponente è Sebastián Piñera, candidato per le elezioni del 2009. In occasione di queste elezioni assieme a ChilePrimero e di altri movimenti politici di centro ha costituito la Coalizione per il Cambio.

  • Rinnovamento Nazionale. Partito liberal-conservatore di centrodestra fondato nel 1988. Rappresenta l'ala più moderata e più laica della coalizione di destra Alianza por Chile. Il partito è stato fondato da alcuni esponenti del partito nazionale e di partiti di tendenza di centrodestra. Il presidente del partito è Carlos Larraín. Membro dell'Unione Democratica Internazionale.
  • Unione Democratica Indipendente. Partito di destra ultraconservatore, è stato fondato nel 1983 dal professore Jaime Guzmán. La sua dottrina si basa sul gremialismo, un movimento di ispirazione liberista e nazional-cattolico di studenti che appoggiarono l'ascesa di Augusto Pinochet. Durante il regime alcuni esponenti del partito, tra cui Joaquín Lavín (ex candidato alla presidenza nel 1999 e nel 2005), hanno ricoperto incarichi ministeriali. Nato come movimento successivamente, nel 1989, si trasforma in partito. Attuale leader è Juan Antonio Coloma. Il partito fa parte dell'Unione Democratica Internazionale.
  • Chile Primero. Partito nato dal 2007 ad opera di alcuni membri espulsi dal Partito per la Democrazia per tradimento nei confronti della propria coalizione. Presentatosi alle elezioni municipali del 2008 assieme a ?Por un Chile Limpio', nel 2009 ha appoggiato il candidato dell'Alianza por Chile.

Juntos Podemos Más

Coalizione di sinistra formata da comunisti, umanisti e socialisti dissidenti con una minoranza cristiano-democratica.

  • Partito della Sinistra Cristiana. Partito di sinistra nato negli anni settanta da una scissione dalla Democrazia Cristiana perché favorevole ad Allende e alla sua ascesa alla presidenza della repubblica. Attuale leader è Manuel Jacques.
  • Partito Comunista del Cile. Partito di sinistra comunista basato sul Marxismo e il Leninismo fondato nel 1912. Si definisce come partito operaio, contadino e intellettuale. Negli anni '60 e '70 ha appoggiato il candidato del Partito Socialista del Cile Salvador Allende ed uno dei suoi esponenti, il poeta Pablo Neruda, ha ricoperto incarichi ministeriali. Nel 2004 ha costituito assieme ad altri movimenti di estrema sinistra una coalizione avversaria sia al centrosinistra che al centrodestra. Storico esponente del partito fu Gladys Marín e l'attuale segretario è Guillermo Teillier.
  • Socialismo Allendista. Movimento politico fondato dall'ex ministro socialista Jorge Arrate a seguito di polemiche con il segretario Escalona.

Por un Chile Limpio

Coalizione nata da esponenti dissidenti della Concertación, è formata da centristi, da ecologisti moderati, politici di centrodestra e regionalisti.

  • Partito Regionalista Indipendente. Partito regionalista socialconservatore, il cui obiettivo fondamentale è di introdurre in Cile una riforma in senso federale simile a quella dell'Argentina e Brasile. Il movimento si pone al centro della politica cilena ed è costituito da vari membri provenienti dall Democrazia Cristiana, da regionalisti e da politici indipendenti di centrodestra.
  • Movimento Amplio Sociale. Partito nato nel 2008 dall'ala sinistra del Partito Socialista del Cile. Fondato dal senatore Alejandro Navarro rappresenta un'alternativa di sinistra alla Concertación ma non fa parte della Juntos Podemos a causa di una divergenza con i dirigenti di quest'ultima riguardo alla nomina del candidato alla presidenza per il 2009.

Nueva Mayoría para Chile

In occasione delle elezioni presidenziali del 2009 si è costituito una coalizione a sostegno della candidatura indipendente di Marco Enríquez-Ominami, dissidente del Partito Socialista.

  • Partito Ecologista Verde del Cile. Partito nato nel 2008 da alcuni dissidenti del centrosinistra e da gruppi indipendenti di ecologisti moderati. Il partito si pone in alternativa sia al centrosinistra che alla destra. Potremmo definirlo come un partito di centro orientato a sinistra. Attualmente è legalizzato solo in tre regioni del paese.
  • Partito Umanista Cileno. Partito di sinistra umanista fondato nel 1984. Contrario al sistema sociale ed economico in vigore è promotore del Nuovo Umanismo. Nel 2004 ha costituito un'alleanza con Il PC in occasione della campagna contro la guerra in Iraq promossa dal presidente statunitense George W. Bush che aveva richiesto l'intervento anche del Cile. Principale esponente è l'ex pluricandidato Tomás Hirsch. Il partito è un membro dell'Internazionale Umanista. Nel 2009 ha lasciato la coalizione di sinistra.

Altri partiti

  • Fuerza pais. Movimento regionalista attivo soprattutto nelle regioni del nord del Cile.
  • Partido Republicano -fondato nel 2019 da una scissione del partito di destra Unión Demócrata Independiente. Alle elezioni per la costituente del 2023 ha 9ttenuto la maggioranza relativa dei voti.

Note

Siti web dei partiti

  • Unión Demócrata Independiente (UDI), su udi.cl. URL consultato il 30 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2015).
  • Renovación Nacional (RN), su rn.cl.
  • Chile Primero, su chileprimero.cl.
  • Partido Democracia Cristiana de Chile (PDC), su pdc.cl.
  • Partido Radical Socialdemócrata (PRSD), su partidoradical.cl.
  • Partido Por la Democracia (PPD), su ppd.cl. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2017).
  • Partido Socialista de Chile (PS), su pschile.cl.
  • Partido Humanista de Chile (PH), su partidohumanista.cl. URL consultato il 30 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2005).
  • Partido Comunista de Chile (PC), su pcchile.cl.
  • Izquierda Cristiana de Chile (IC), su izquierdacristiana.cl. URL consultato il 30 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2007).
  • Partido Ecologista de Chile (PE), su partidoecologista.cl. URL consultato il 30 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2011).
  • Partido Regionalista de los Independientes (PRI), su regionalistasindependientes.cl. URL consultato il 30 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2009).

Organizzazioni giovanili

  • Coordinadora Nacional Juvenil - Izquierda Cristiana, su juventud-ic.es.tl.
  • Nuevas Generaciones UDI, su udi.cl. URL consultato il 30 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2006).
  • Juventud Renovación Nacional, su jrn.cl. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2005).
  • Juventud Demócrata Cristiana, su jdc.cl. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2016).
  • Juventud Chile Primero, su ch1joven.cl. URL consultato il 26 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2009).
  • Juventud PPD, su jppd.cl. URL consultato il 15 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2018).
  • Juventud Radical de Chile, su juventudradical.cl.
  • Juventud Socialista de Chile, su jschile.cl. URL consultato il 30 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2020).
  • Juventudes Comunistas de Chile, su jjcc.cl. URL consultato il 14 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2013).

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Collection James Bond 007


Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Partiti politici in Cile by Wikipedia (Historical)



Lista dei partiti socialdemocratici


Lista dei partiti socialdemocratici


Questa lista è suscettibile di variazioni e potrebbe essere incompleta o non aggiornata.

Europa

 Albania

  • Partia Socialiste e Shqipërisë (PSSH) (Partito Socialista d'Albania)
  • Partia Socialdemokrate e Shqipërisë (PSD) (Partito Socialdemocratico d'Albania)
  • Lëvizja Socialiste për Integrim (LSI) (Movimento Socialista per l'Integrazione)

 Austria

  • Sozialdemokratische Partei Österreichs (SPÖ) (Partito Socialdemocratico d'Austria)

 Belgio

  • Vooruit (Avanti)
  • Parti Socialiste (PS) (Partito Socialista)

 Bulgaria

  • Българска социалистическа партия / Balgarska Socialističeska Partija (БСП / BSP) (Partito Socialista Bulgaro)

 Cipro

  • Κινήμα Σοσιαλδημοκρατών ΕΔΕΚ / Kinima Sosialdimokraton EDEK (ΕΔΕΚ / EDEK) (Movimento dei Socialdemocratici)

 Croazia

  • Socijaldemokratska partija Hrvatske (SDP) (Partito Socialdemocratico di Croazia)

 Rep. Ceca

  • Česká strana sociálně demokratická (ČSSD) (Partito Social Democratico Ceco)

 Danimarca

  • Socialdemokraterne (Socialdemocratici)

 Estonia

  • Sotsiaaldemokraatlik Erakond (SDE) (Partito Socialdemocratico)

 Finlandia

  • Suomen Sosialidemokraattinen Puolue (SDP) (Partito Socialdemocratico Finlandese)

 Francia

  • Parti Socialiste (PS) (Partito Socialista)
  • Génération.s (G•s)

 Germania

  • Sozialdemokratische Partei Deutschlands (SPD) (Partito Socialdemocratico di Germania)

 Grecia

  • Πανελλήνιο Σοσιαλιστικό Κίνημα / Panellinio Sosialistiko Kinima (ΠΑΣΟΚ / PASOK) (Movimento Socialista Panellenico)
  • Δημοκρατική Αριστερά / Dimokratiki Aristera (ΔΗΜΑΡ / DIMAR) (Sinistra Democratica)
  • Συνασπισμός Ριζοσπαστικής Αριστεράς / Synaspismos Rizospastikis Aristeras (ΣΥΡΙΖΑ / SYRIZA) (Coalizione della Sinistra Radicale)

 Irlanda

  • Labour Party - Páirtí an Lucht Oibre (LAB) (Partito Laburista)

 Islanda

  • Samfylkingin Jafnaðarmannaflokkur (Alleanza Socialdemocratica)

 Italia

  • Partito Democratico (Italia) (PD)
  • Partito Socialista Italiano (PSI)
  • Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI)
  • Possibile (Pos)
  • Sinistra Italiana (SI)

 Lettonia

  • Latvijas Sociāldemokrātiskā Strādnieku Partija (LSDSP) (Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Lettonia)
  • Sociāldemokrātiskā Partija "Saskaņa" (SDPS) (Partito Socialdemocratico "Armonia")

 Lituania

  • Lietuvos Socialdemokratų Partija (LSDP) (Partito Socialdemocratico di Lituania)

 Lussemburgo

  • Lëtzebuerger Sozialistesch Arbechterpartei - Parti Ouvrier Socialiste Luxembourgeois (LSAP) (Partito Operaio Socialista Lussemburghese)

 Macedonia del Nord

  • Социјалдемократски сојуз на Македонија / Socijaldemokratski sojuz na Makedonija (СДСМ / SDSM) (Unione Socialdemocratica di Macedonia)
  • Нова социјалдемократска Партија / Nova Socijaldemokratska Partija (Nuovo Partito Socialdemocratico)

 Malta

  • Partit Laburista (MLP) (Partito Laburista)

 Moldavia

  • Partidul Democrat din Moldova (PDM) (Partito Democratico della Moldavia)

 Montenegro

  • Demokratska Partija Socijalista Crne Gore (DPS) (Partito Democratico dei Socialisti del Montenegro)
  • Socijaldemokratska partija Crne Gore (SDP) (Partito Socialdemocratico del Montenegro)

 Paesi Bassi

  • Partij van de Arbeid (PvdA) (Partito del Lavoro)
  • Socialistische Partij (SP) (Partito Socialista)
  • GroenLinks (GL) (Sinistra Verde)

 Norvegia

  • Arbeiderpartiet (AP) (Partito Laburista)

 Polonia

  • Sojusz Lewicy Demokratycznej (SLD) (Alleanza della Sinistra Democratica)
  • Unia Pracy (UP) (Unione del Lavoro)
  • Socjaldemokracja Polska (SP) (Socialdemocrazia di Polonia)

 Portogallo

  • Partido Socialista (PS) (Partito Socialista)
  • Bloco de Esquerda (BE) (Blocco di Sinistra)

 Regno Unito

  • Labour Party (Partito Laburista)
  • Social Democratic and Labour Party - Páirtí Sóisialta Daonlathach an Lucht Oibre (SDLP) (Partito Social Democratico e Laburista)

 Romania

  • Partidul Social Democrat (PSD) (Partito Social Democratico)

 San Marino

  • Partito dei Socialisti e dei Democratici (PSD)
  • Partito Socialista (PS)

 Slovacchia

  • Smer – sociálna demokracia (Direzione - Socialdemocrazia)

 Slovenia

  • Socialni demokrati (SD) (Socialdemocratici)

 Spagna

  • Partido Socialista Obrero Español (PSOE) (Partito Socialista Operaio Spagnolo)

 Svezia

  • Sveriges Socialdemokratiska Arbetareparti (SAP) (Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Svezia)

 Svizzera

  • Partito Socialista Svizzero (PS)

 Ungheria

  • Magyar Szocialista Párt (MSZP) (Partito Socialista Ungherese)
  • Magyarországi Szociáldemokrata Párt (MSZDP) (Partito Socialdemocratico d'Ungheria)

Asia

 Giappone

  • Partito Socialdemocratico

 Hong Kong

  • Lega dei Socialdemocratici

 Israele

  • Partito Laburista Israeliano
  • Meretz

 Libano

  • Partito Socialista Progressista

 Palestina

  • Fatah
  • Unione Democratica Palestinese
  • Iniziativa Nazionale Palestinese

America

 Argentina

  • Unión Cívica Radical (UCR) (Unione Civica Radicale)
  • Partido Socialista (PS) (Partito Socialista)
  • Partido GEN (GEN) (Partito GEN)
  • Movimiento Libres del Sur (Movimento Libero del Sud)

 Brasile

  • Partido Popular Socialista (PPS) (Partito Popolare Socialista)
  • Partido Democrático Trabalhista (PDT) (Partito Democratico Laburista)
  • Partido dos Trabalhadores (PT) (Partito dei Lavoratori)
  • Partido Socialista Brasileiro (PSB) (Partito Socialista Brasiliano)
  • Partido da Social Democracia Brasileira (PSDB) (Partito della Social Democrazia Brasiliana)

 Canada

  • New Democratic Party - Nouveau Parti Démocratique (NCD) (Nuovo Partito Democratico)
  • Parti Québécois (PQ)
  • Bloc Québécois (BQ) (Blocco del Québec)

 Cile

  • Convergencia Social (CS)
  • Partido Socialista de Chile (PS) (Partito Socialista del Cile)
  • Partido por la Democracia (PPD) (Partito per la Democrazia)
  • Partido Radical de Chile (PR) (Partito Radicale del Cile)

 Giamaica

  • People's National Party (PNP) (Partito Nazionale del Popolo)

 Honduras

  • Partido de Inovación y Unidad (PINU) (Partito di Innovazione e Unità)

 Messico

  • Partido de la Revolución Democrática (PRD) (Partito della Rivoluzione Democratica)

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Salvador Allende


Salvador Allende


Salvador Guillermo Allende Gossens (AFI: [salβaˈðoɾ ɡiˈʎermo aˈʎende ˈɣosens]; Santiago del Cile, 26 giugno 1908 – Santiago del Cile, 11 settembre 1973) è stato un politico cileno, Presidente del Cile dal novembre del 1970 al settembre del 1973, prima personalità politica dichiaratamente marxista ad esser stata mai eletta democraticamente alla carica di Presidente d'un qualsiasi paese delle Americhe e, secondo alcuni, addirittura del mondo.

Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l'Università del Cile, dalla quale fu per un certo periodo allontanato e inquisito per le sue posizioni politiche verso la fine dei propri studi, figurò, nel 1933, tra i fondatori e principali animatori del Partito Socialista del Cile. Successivamente eletto deputato nei ranghi del Congresso nazionale cileno nel 1937, venne nominato Segretario nazionale del suo partito nel 1943, ricoprendo poi la carica di Ministro della Sanità e delle Politiche Sociali; infine, nel 1945, divenne senatore e, nel 1966, Presidente del Senato cileno. Eletto, nel 1970, Presidente della Repubblica cilena come candidato socialista democratico d'orientamento marxista all'interno della coalizione di governo nota come Unità Popolare, composta, oltreché dal suo stesso Partito, dal Partito Comunista del Cile, dal Movimento d'Azione Popolare Unitario (MAPU, un partito social-cattolico nato da una scissione dell'ala sinistra del Partito Democratico Cristiano del Cile), dal Partito Radicale del Cile e altri partiti minori, s'impegnò celermente nella progressiva e pacifica conversione della società cilena in una di stampo socialista attraverso un particolare programma di governo battezzato "la vía chilena al socialismo". Per via di ciò, i suoi sostenitori e ammiratori, che si riferivano spesso a lui come Compañero Presidente ("Compagno Presidente"), lo annoverano tra i pochi rivoluzionari non violenti.

Fu deposto con l'uso della forza l'11 settembre del 1973 tramite un golpe dell'esercito cileno, segretamente appoggiato dalla CIA e dall'amministrazione del Presidente degli Stati Uniti d'America Richard Nixon che, per quasi l'intero mandato di Allende, s'impegnarono a indebolire la stabilità del Paese tramite l'utilizzo di considerevoli operazioni di boicottaggio economico (legali e non), contribuendo alla sua deposizione. Secondo lo studioso Loris Zanatta, la crisi fu causata prevalentemente da fattori endogeni come la situazione economico-finanziaria. Secondo le fonti ufficiali, la maggioranza degli storici e la figlia Isabel Allende Bussi, morì suicida, in circostanze estremamente drammatiche, a causa dei continui bombardamenti della sede presidenziale da parte dell'aviazione militare cilena e degli scontri tra il suo corpo di guardia personale e i golpisti - nel Palacio de La Moneda a Santiago del Cile, ma furono in molti a sostenere che in verità fosse stato ucciso dai militari golpisti. A seguito del golpe il generale Augusto Pinochet, leader degli insorti, instaurò una brutale dittatura retta da una giunta militare da lui presieduta, andando così a interrompere un lungo periodo (più di quarant'anni) di governi democratici susseguitisi nel Paese.

Biografia

Origini e famiglia

Allende nacque a Santiago del Cile il 26 giugno del 1908 con il nome di Salvador Isabelino del Sagrado Corazón de Jesús Allende Gossens, ma che successivamente modificò legalmente in Salvador Guillermo Allende Gossens, ultimogenito dei sei figli di Salvador Allende Castro (1871-1932), un avvocato e politico cileno, nativo di Valparaíso e di origini basche e spagnole, e di Laura Gossens Uribe (1877-1962), una donna profondamente religiosa, figlia a sua volta di un immigrato belga di etnia vallone e di una benestante donna cilena nativa di Concepción e di origini basche e spagnole. Il suo nome fu ripreso da quello di uno dei suoi fratelli, morto ancora piccolo.

Entrambi i genitori appartenevano ad abbienti famiglie borghesi dalle salde tradizioni politiche liberali e progressiste.

Il nonno paterno, Ramón Allende Padin (1845-1884), un facoltoso medico chirurgo e accademico, soprannominato el Rojo (letteralmente "il Rosso") per via dei suoi capelli rosso fuoco, fu un membro attivo del Partito Radicale del Cile (così come due dei suoi stessi figli, ovvero il padre e lo zio di Allende) per il quale ricoprì anche importanti incarichi pubblici, oltreché massone con il grado di Serenissimo Gran Maestro della Gran Loggia del Cile, la principale del Paese, e fondatore della Loggia di Valparaíso (della quale furono membri di spicco anche Allende e suo padre). Anti-clericale e convinto assertore della separazione tra Stato e Chiesa, fu inoltre fondatore, nella sua natia Valparaíso, delle prime scuole laiche del Paese, le Blas Nuevas, sotto il controllo della massoneria.

Nel 1940, Allende sposò Hortensia Bussi Soto, soprannominata "Tencha", dalla quale ebbe tre figlie: Carmen Paz, María Isabel e Beatriz; inoltre si occupò della famiglia della giovanissima cugina e futura scrittrice Isabel Allende Llona, abbandonata dal padre, che Allende considerava come una nipote (la stessa scrittrice lo chiamava zio). Allende ebbe numerose relazioni extraconiugali nel corso della sua vita. Allende è anche zio, attraverso sua sorella maggiore Laura (deputata per il Partito Socialista del Cile), della psicologa infantile Verónica Pascal Allende, madre dell'attore Pedro Pascal, principalmente noto per la sua interpretazione del principe Oberyn Martell nel celebre serial de Il Trono di Spade e dell'ispettore Javier Peña nella serie Netflix Narcos.

Inizio dell'attività politica

Allende frequentò il liceo Eduardo de la Barra a Valparaíso; proprio in quegli anni conobbe l'anarchico italiano Juan De Marchi, modesto calzolaio emigrato da Torino, che influenzò profondamente la sua formazione giovanile. Infatti Allende prima di passare alle letture di Marx, approfondì e apprezzò i teorici dell'anarchismo come Bakunin, Errico Malatesta e Kropotkin, oltre al socialista Paul Lafargue, genero di Marx.

Sergio Vuskovic, ex sindaco comunista di Valparaíso, affermò che Allende era un marxista eterodosso, libertario e anti-leninista, in quanto rifiutava l'idea del monopartitismo e quella della dittatura del proletariato:

Dopo gli studi, esercitò dapprima la professione di medico. Nella sua tesi di laurea vi erano anche idee che successivamente avrebbe rinnegato, tra le quali una sua parziale adesione alle teorie eugenetiche di Cesare Lombroso, che però lo stesso Allende criticava per le sue rigide e pseudoscientifiche formulazioni di criminologia, oltre a un apprezzamento per le idee mediche di Nicola Pende ed Enrico Ferri, scienziati italiani che avevano sottoscritto e sostenuto il Manifesto della razza del fascismo. Nel 1937 fu però tra i firmatari di un telegramma al governo tedesco in cui si denunciavano apertamente le politiche di persecuzione rivolte alla popolazione ebraica, dimostrando così la sua avversione verso l'antisemitismo.

Ateo e massone (fu iniziato il 16 novembre del 1935 nella Loggia "Progresso" N. 4, di Valparaíso, fondata da suo nonno Ramón Allende Padin), Allende, da convinto marxista, criticò aspramente il sistema capitalistico. Probabilmente già durante gli studi universitari si avvicinò al primo nucleo di quello che da lì a qualche anno sarà il Partito Socialista del Cile, del quale sarebbe poi divenuto il principale leader. Allende nel 1937 fu eletto per la prima volta deputato al Congresso.

Allende ministro

Nel 1938 fu nominato Ministro della Sanità e delle Politiche Sociali in un governo di coalizione tra radicali e socialisti, entro il quale si adoperò nell'estensione del sistema sanitario pubblico anche alle frange più deboli della popolazione. Fu inoltre autore di una vasta gamma di riforme sociali progressiste, comprese le leggi sulla sicurezza e protezione dei lavoratori nelle fabbriche, l'aumento delle pensioni per le vedove, leggi a tutela della maternità e distribuzione di cibo e programmi educativi gratuiti per bambini in età scolare.

Controversie

Allende sostenne anche una controversa legge, ispirata all'eugenetica e sul modello di quelle esistenti allora, ad esempio, negli Stati Uniti e in Svezia, che rendeva possibile, secondo i detrattori e anche per alcuni storici, la sterilizzazione da adulti di malati di mente, alcolisti cronici, epilettici, personalità definite "asociali" e individui affetti dalla corea di Huntington, e istituiva inoltre il trattamento sanitario obbligatorio della tossicodipendenza e delle malattie sessuali (compresa l'omosessualità, che la psichiatria di allora considerava una malattia). La legge non fu approvata. Rimase ministro fino al 1942. Nel 1943 divenne segretario del suo partito e nel 1945 fu eletto al Senato.

Candidature alla presidenza ed elezioni

Uscì dal Partido socialista popular e fu candidato alla presidenza della repubblica nel 1952 nel Frente del Pueblo, ottenendo il 5,45%. Si ricandidò alla presidenza nel 1958 con il partito socialista, e raccolse il 28,85% dei voti, perdendo contro il conservatore Jorge Alessandri, e poi ancora nel 1964, dove ottenne il 38,93%, sconfitto dal democristiano Frei.

Dal 1966 al 1969 fu presidente del Senato cileno. Nel 1968 Allende si adoperò per salvare i sopravvissuti della spedizione fallita di Ernesto Che Guevara in Bolivia, consentendo loro di tornare a Cuba; inoltre venne in possesso del diario personale di Guevara, redatto nei giorni precedenti alla sua morte, e lo spedì a L'Avana.

Nelle elezioni presidenziali in Cile del 1970 Allende si candidò per la quarta volta alla presidenza. Oltre all'appoggio degli operai e degli studenti, ebbe l'aiuto della borghesia progressista (professionisti e piccoli imprenditori vicini alla sinistra) e del mondo intellettuale, tra cui spiccarono il poeta Pablo Neruda (inizialmente candidato presidenziale per il Partito Comunista del Cile), il cantante Victor Jara e gli altri membri della Nueva Canción Chilena, come gli Inti-Illimani che eseguirono spesso l'inno della campagna di Unidad Popular, Venceremos, il cui testo era opera di Jara. Promise che, se eletto presidente, era sua intenzione promuovere riforme socialiste, la cosiddetta "via cilena al socialismo".

Le manovre della CIA ed elezione

Allende alle elezioni del 3 settembre 1970 con poco più di un terzo dei voti, come leader della coalizione Unidad Popular, ottenne il primo posto al voto con 1 070 334 preferenze, ma non raggiunse il 50% dei voti (36,3% a lui, il 34,9% all'ex presidente Jorge Alessandri conservatore, e il 27,4% a Radomiro Tomic, del Partito Democratico Cristiano del Cile).

Una volta che Allende era risultato primo alle elezioni, non avendo ottenuto la maggioranza assoluta il presidente sarebbe stato scelto, come prevedeva la Costituzione, dal Congresso, con un ballottaggio con il candidato giunto secondo. La CIA, con il proprio appoggio logistico alla Democrazia Cristiana cilena, condusse operazioni nel tentativo di spingere il Presidente uscente del Cile, Eduardo Frei Montalva, a bloccare la ratifica, da parte del Congresso, della nomina di Allende a nuovo Presidente. Il piano della CIA era di persuadere il Congresso cileno a eleggere presidente l'avversario di Allende, il candidato del Partito Liberal Conservatore Jorge Alessandri Rodríguez. Sempre secondo il piano, Alessandri avrebbe prontamente rassegnato le dimissioni dopo essere stato eletto, per poter indire nuove elezioni. Con il ricorso a questo escamotage, Eduardo Frei avrebbe così potuto ripresentarsi alle elezioni nell'apparente formale rispetto della legalità (la Costituzione cilena allora vigente vietava infatti i mandati presidenziali consecutivi), e presumibilmente avrebbe sconfitto Allende.

In ogni caso, alla fine, Frei, nonostante le fortissime pressioni statunitensi, non se la sentì di forzare la Costituzione bloccando la ratifica, così in Congresso anche i democristiani di Frei votarono Allende come presidente, a patto però che firmasse uno "Statuto di Garanzie Costituzionali" nel quale garantiva che le sue riforme socialiste non avrebbero stravolto nessun elemento della Costituzione cilena, e così nella seduta del 24 ottobre 1970 fu eletto presidente, insediandosi il 3 novembre.

Presidenza

Arrivato al potere con il 36% dei suffragi, all'interno della coalizione che lo aveva sostenuto e che annoverava, accanto ai partiti d'orientamento marxista come il suo, i cattolici di sinistra e i radicali, chiarì da subito di sentirsi il presidente di tutti i cileni. Le accuse di sbilanciamento verso l'estrema sinistra, però, trovavano allarmata attenzione presso gli Stati Uniti, che manifestarono di considerare pericolosa la sua crescita politica, ovviamente non solo per motivi legati all'ideologia, stanti gli enormi interessi economici statunitensi in quell'area. Documenti recentemente desecretati del governo USA hanno confermato che precisi e inequivocabili ordini erano stati diramati agli agenti della CIA per prevenire l'elezione di Allende alla presidenza o, ove ciò non si fosse potuto impedire, per creare condizioni favorevoli per un golpe.

Anche prima della sua vittoria elettorale, Allende attirò rapidamente su di sé il veto dell'establishment politico statunitense. A causa delle sue idee socialiste, si cominciò a temere che ben presto il Cile sarebbe diventato una nazione comunista e sarebbe entrato nella sfera d'influenza dell'Unione Sovietica.

Per di più gli Stati Uniti d'America avevano cospicui interessi economici in Cile, con società come ITT, Anaconda, Kennecott e altre. L'amministrazione Nixon, in particolare, fu la più strenua oppositrice di Allende, per il quale nutriva un'ostilità che il Presidente ammetteva apertamente. Durante la presidenza Nixon, i cosiddetti "consiglieri" statunitensi (che avrebbero imperversato in buona parte dell'America Latina per tutti gli anni settanta e ottanta) tentarono di impedire l'elezione di Allende tramite il finanziamento dei partiti politici avversari. Si sostiene che lo stesso Allende abbia ricevuto finanziamenti da movimenti politici comunisti esteri, ma tale ipotesi rimane ufficialmente non confermata, e in ogni caso la portata degli eventuali contributi sarebbe stata ben minore rispetto alle possibilità di "investimento" statunitensi.

La via cilena al socialismo

Una volta insediato il governo di Unidad Popular, Allende incominciò ad attuare la sua "piattaforma" di conversione socialista della società cilena. Il piano di riforme socialiste del governo Allende prese il nome di «rivoluzione con empanadas e vino rosso», a sottolinearne quindi la natura essenzialmente pacifica.

Nazionalizzazioni

Fu avviato un vastissimo programma di nazionalizzazione delle principali industrie private del Paese, fra cui le miniere di rame (già incominciata, in forma negoziata, nel 1964 dal precedente governo democristiano), fino ad allora sotto il controllo della Kennecott e della Anaconda (aziende statunitensi), degli istituti bancari, delle compagnie di assicurazione e, in generale, di tutti punti nevralgici della struttura socio-economica del Paese, tra cui la produzione e distribuzione di energia elettrica, i trasporti ferroviari, aerei e marittimi, le telecomunicazioni, l'industria siderurgica, cementiera, cartaria e della cellulosa. Nel 1973, sotto l'amministrazione Allende, lo Stato giunse dunque a controllare il 90% delle miniere, l'85% delle banche, l'84% delle imprese edili, l'80% delle grandi industrie, il 75% delle aziende agricole e il 52% delle imprese medio-piccole. Si diede poi mano alla riforma agraria in favore delle classi maggiormente disagiate e fu creata una tassazione sulle plusvalenze. Il governo annunciò inoltre una sospensione del pagamento del debito estero e, al tempo stesso, non volle onorare più i crediti che i potentati economici e vari governi esteri avevano concesso via via alle amministrazioni precedenti. Tutto ciò irritò fortemente la media e alta borghesia e da qui la tensione politica nel paese, oltre ovviamente a creare un discreto dissenso internazionale. Ciò provocò, seppur gradualmente, una gigantesca fuga di capitali, soprattutto esteri, un'inflazione galoppante e il blocco di molte attività economiche, portando così al formarsi di continue proteste sociali.

Laicità

Vi furono poi l'introduzione del divorzio e l'annullamento delle sovvenzioni statali alle scuole private, che irritarono profondamente i vertici della Chiesa cattolica (nonostante molti preti, e anche alcuni vescovi, seguaci della teologia della liberazione, sostenessero Unidad Popular).

Politica sociale

Furono inoltre introdotti la garanzia di mezzo litro di latte giornaliero per ogni bambino e neonato cileno, ingenti incentivi all'alfabetizzazione, l'aumento programmatico dei salari, l'applicazione di diverse tutele sociali (come, ad esempio, l'estensione dei diritti di tutela e rappresentanza sindacali anche a quelle categorie generalmente escluse, come i lavoratori stagionali e part-time, e l'introduzione di un salario minimo garantito per i lavoratori di ogni categoria e fascia d'età), il prezzo fisso del pane, la riduzione del prezzo degli affitti, la distribuzione gratuita di cibo ai cittadini più indigenti e l'aumento delle pensioni minime.

Sin dai primi mesi di governo, Allende promosse l'invio nelle regioni meridionali del Cile di 55 000 volontari, allo scopo di fornire istruzione e cure mediche di base alla fascia più povera della popolazione. Inoltre, fu istituita una commissione centrale, composta da rappresentanti del governo, dei sindacati e dei datori di lavoro, per sovrintendere a un piano di pagamento tripartito della forza lavoro nazionale e, inoltre, fu firmato con le maggiori organizzazioni sindacali nazionali un protocollo d'intesa concedente i diritti di rappresentanza degli stessi lavoratori nell'effettivo del Consiglio di Finanziamento del Ministero di pianificazione sociale. In seno al complesso delle imprese nazionalizzate, poi, il governo istituì la formazione di assemblee operaie in grado di far eleggere nei ranghi dei consigli d'amministrazione d'ogni singola azienda, per circa la metà dei suoi componenti, rappresentanti dei lavoratori stessi, oltre ad instaurare un sistema di monitoraggio e controllo dei prezzi, mediante un'articolata rete di agenzie governative, organi consiliari municipali (composti da comuni cittadini) e centri e piattaforme di distribuzione su base inter-distrettuale, direttamente gestite dalle singole comunità, al fine di coordinare e regolamentare le svariate dinamiche di domanda e offerta tra le disparate imprese commerciali nazionali.

Il governo avviò anche un intenso programma di lavori pubblici, tra i quali la metropolitana di Santiago, in modo da interconnettere al meglio le periferie e i quartieri operai al centro delle città, oltre alla costruzione di numerose case popolari e, in generale, l'attuazione di numerosi e sostanziali apporti e riqualificazioni dei servizi igienico-sanitari.

Importanti furono poi gli interventi nell'agricoltura, che permisero ai contadini, braccianti e i piccoli imprenditori coltivatori (in gran parte ex-braccianti che, col tempo, erano riusciti ad acquistare modeste proprietà fondiare o ad allestire piccole imprese di natura familiare), di liberarsi dal giogo di latifondisti e grandi proprietari terrieri, i cui possedimenti furono espropriati. Con l'emanazione di queste nuove politiche, dunque, il latifondo venne definitivamente abolito, con l'esproprio di oltre 4.887 terreni, che il governo nazionalizzò ed affidò, per quanto concernente la loro regolare amministrazione ed usofrutto economico, ai sopracitati contadini e braccianti, riuniti in una sorta di consorzio popolare di cooperative agricole, coordinati dalla gestione congiunta di organi assembleari cittadini e delle singole giunte municipali.

L'amministrazione Allende s'impegnò, inoltre, nella costruzione di ospedali e strutture sanitarie nelle zone più povere del Paese, incoraggiando i giovani neolaureati in medicina a esercitarvici la professione, e istituendo inoltre consigli d'amministrazione popolari, da affiancare legalmente a quelli regolari composti da personale medico e ufficiali governativi, al fine di democratizzare le gestione dell'infrastruttura medica nazionale.

Di conseguenza, la spesa sociale, indirizzata verso l'istruzione, le politiche abitative e sanitarie, crebbe fortemente e fu bilanciata da un grande sforzo per ridistribuire la ricchezza a vantaggio dei cileni più poveri, tra cui gli indigeni mapuche. Tali ambiziosi progetti, sebbene incompleti, comportarono un netto aumento dei salari e degli assegni famigliari (seppur parzialmente intaccati, in seguito, dalla recrudescenza dell'inflazione) che permisero ai più poveri di nutrirsi o di vestirsi meglio e di godere di un maggiore accesso ai servizi di sicurezza sociale.

Gli effetti delle politiche di redistribuzione della ricchezza sono testimoniate dall'aumento della quota del reddito salariale dal 51,6% (media annuale tra il 1965 e 1970) al 65% e dall'aumento del 12,9% dei consumi delle famiglie e dall'incremento della spesa media personale, pari al 4,8% nel periodo 1965-1970 e che raggiunse l'11,9% nel 1971.

Politica culturale

Il governo Allende cercò anche di diffondere l'arte tra la popolazione cilena, attraverso il finanziamento di una serie di iniziative e attività culturali. Con la concessione del voto ai giovani di 18 anni e agli analfabeti, la partecipazione di massa al processo decisionale fu incoraggiato e con esso, assieme alle altre radicali riforme socio-economiche varate dal governo, il graduale smantellamento delle tradizionali strutture gerarchiche del Paese, in linea con i principi dell'egualitarismo socialista. Il governo Allende fu in grado di utilizzare l'idealismo dei suoi sostenitori, con squadre di "Allendistas", che viaggiavano verso le campagne e le baraccopoli a svolgere attività di volontariato.

Nel 1971, il governo acquistò una grande casa editrice privata, la "Quimantu Editoriale", che divenne dunque il centro delle attività culturali dell'amministrazione Allende. Nel giro di soli due anni, ben 12 milioni di copie di libri, riviste e testi documentaristici (8 milioni dei quali erano libri) specializzati in analisi sociali, vennero pubblicati su larga scala a prezzi irrisori. Edizioni economiche delle grandi opere della letteratura mondiale furono stampate su base settimanale e, nella maggior parte dei casi, vendute nel giro d'un solo giorno. La cultura entrò così nella coscienza delle masse per la prima volta, e la popolazione rispose con entusiasmo. L'"Editoriale Quimantu" incoraggiò inoltre la costituzione di biblioteche in centri deposti alle organizzazioni comunitarie e/o sindacali rivolti a tutta la popolazione. Attraverso la fornitura di libri di testo a buon mercato, permise alla sinistra di progredire attraverso il contenuto ideologico della letteratura messa a disposizione dei lavoratori.

Il governo Allende virò inoltre il sistema educativo verso i cileni più poveri, ampliando esponenzialmente le iscrizioni attraverso sussidi governativi. La "democratizzazione" della formazione universitaria venne così ottenuta, rendendo il sistema praticamente gratuito. Ciò portò a un aumento dell'89% nelle iscrizioni universitarie tra il 1970 e il 1973. Il governo Allende aumentò anche il livello d'iscrizione nelle scuole secondarie dal 38% del 1970 al 51% nel 1974. L'iscrizione nella formazione ha raggiunto livelli record, tra cui 3,6 milioni i giovani, e otto milioni di libri scolastici sono stati distribuiti tra 2.600.000 alunni nella scuola primaria. 130.000 studenti sono stati immatricolati dalle università, che divenne accessibile a contadini e operai. Il tasso di analfabetismo venne ridotto dal 12% del 1970 al 10,8% nel 1972, mentre l'iscrizione alla scuola primaria è aumentato da una media annua del 3,4% nel periodo 1966-1970 al 6,5% nel 1971/72. L'istruzione secondaria è cresciuta a un tasso del 18,2% nel 1971/72 e l'iscrizione alla scuola media di bambini tra i 6 e i 14 anni è passata dal 91% (1966-1970) al 99%.

Diritti delle donne

Per migliorare le condizioni sociali ed economiche delle donne, venne fondata, nel 1971, la Segreteria delle Donne, che si occupò di assistenza prenatale, servizi di lavanderia, programmi alimentari pubblici, centri diurni e cura della salute delle donne. La durata del congedo di maternità venne inoltre estesa da 6 a 12 settimane.

Telecomunicazioni

Allende si impegnò inoltre nell'istituzione del cosiddetto Progetto Cybersyn, un ambizioso decision support system atto a pianificare efficacemente l'economia nazionale in tempo reale. Il Cybersyn, sviluppato sulla base della teoria dei modelli sistemici vitali e del concetto di rete neurale artificiale, applicato nell'ambito dell'organizzazione scientifica dell'apparato industriale da parte di un équipe d'esperti britannici in cibernetica, facenti capo alla figura di Anthony Stafford Beer, consisteva in un sistema informatico articolato in quattro moduli interagenti: una vasta rete di macchine telex distribuita per l'intero complesso industriale nazionalizzato, in grado di ricevere e, allo stesso tempo, trasmettere informazioni di varia entità tra le imprese, il governo e lo stesso computer centrale del sistema (Cybernet); un sofisticato software di modellazione statistica, indirizzato al monitoraggio plurilivellare dei più disparati aspetti del processo produttivo (come, ad esempio, l'indice d'approvvigionamento di materie prime, il tasso di presenza dei lavoratori, ecc.), comunicandolo in tempo reale, affinché fossero in grado d'autogestirsi sapientemente, agli stessi lavoratori e, nell'eventualità che i parametri cadessero al di sotto della soglia ritenuta accettabile per un considerevole margine, anche il governo centrale (Cyberstride); un software di simulazione economica basato su un particolare sistema di filtraggio e controllo bayesiano dei dati, al fine d'articolare un dettagliato prospetto economico generale e, per quanto possibile, le sue possibili conseguenze future (CHECO, acronimo per CHilean ECOnomic simulator); infine, un'evoluta sala operativa, strutturata internamente secondo i principi della Gestaltpsychologie (al fine di favorire un'acquisizione dei vasti flussi d'informazione nella maniera più semplice e veloce possibile), addetta alla generale supervisione dell'intero corpus di dati continuativamente prodotto dal sistema ed alla sua eventuale elaborazione in piani correttivi d'emergenza od anche in semplici modifiche ed apporti ottimizzatori da parte del governo (Opsroom).

Tecnologicamente all'avanguardia per l'epoca, obiettivo dichiarato del Progetto Cybersyn era la costituzione di un'economia pianificata che, al contrario di quella di stampo sovietico, fosse, oltre che dinamica ed efficiente, maggiormente partecipativa e che consentisse dunque, in linea con le teorie cibernetiche di Beer, una generale decentralizzazione del processo gestionale di input-output economico, secondo un modello d'interazione algedonica, ovvero caratterizzato da una suddivisione in quattro livelli operativamente autonomi, ma tra di loro posti in una relazione d'insieme organicistica, dell'economia del Paese (impresa, ramo, settore, totale), in cui, partendo come base dall'autonomia operativo-gestionale di una singola impresa statale, vi si presenta l'intersezione d'un successivo livello se il precedente, di fronte a un'anomalia produttiva d'una determinata entità, non si dimostrasse in grado di rispondervi in un determinato lasso di tempo con i mezzi a propria disposizione. Il Progetto Cybersyn, utilizzato, seppur ancora in fase sperimentale, nell'ottobre del 1972, quando permise con gran successo di far fronte a un massiccio sciopero nazionale dei camionisti scoppiato a seguito dell'inflazione galoppante nel Paese, non fu però ultimato in tempo per la sua effettiva applicazione e, a seguito del golpe dell'anno successivo, definitivamente chiuso e demolito dalle forze armate cilene.

In congiunzione a tale sistema, in alcune municipalidades venne inoltre applicato dalla stessa squadra di sviluppo del Cybersyn un particolare prototipo di sistema di comunicazione costantemente in contatto con l'infrastruttura statale e le varie imprese da essa controllate, tramite una rete di teleschermi collegata a un'interfaccia interattiva, chiamata Cyberfolk, in modo da coinvolgere attivamente la popolazione nella pubblica amministrazione e nel processo di produzione economica (sebbene, a causa dei successivi tumulti socio-economici, non sia stato possibile svilupparlo su larga scala).

Successi e critiche

Durante la sua presidenza Allende non ebbe facili rapporti col Congresso cileno, in cui era forte l'influenza del Partito Democratico Cristiano del Cile. I democristiani ritenevano che Allende stesse attentando alla democrazia cilena, asserendo come quest'ultimo stesse cercando di trascinare il Cile verso un regime dittatoriale sulla falsariga del governo cubano di Castro, e, di conseguenza, cercavano strenuamente di moderare molte delle sue maggiori riforme costituzionali. Mercoledì 22 agosto 1973, il plenum della Camera di Deputati si riunì per discutere di gravi violazioni alla costituzione messe in atto dal governo e si propose di votare un accordo di condanna di tali violazioni. Una volta fatto lo scrutinio, il Presidente della Camera dei Deputati alzò la voce e dichiarò approvato per 81 voti contro 47 l’Accordo sottoposto a votazione. Alle 21 e 49 minuti si sciolse la seduta.

Il giorno dopo, 23 agosto, “El Mercurio” titolò così a tutta tutta pagina: “Ha deciso l’Accordo della Camera di Deputati: IL GOVERNO HA VIOLATO GRAVEMENTE LA COSTITUZIONE”JosePinera.org. Acuni arrivarono a invocare l'intervento diretto delle forze armate, tradizionalmente neutrali, per "proteggere la costituzione". Appena prima del golpe del 1973, il tasso inflazionario annuale era cresciuto notevolmente, toccando addirittura punte del 300%. Bisogna tuttavia tener conto, però, che nei mesi seguenti al golpe l'inflazione giunse anche al 700%, scendendo poi sotto il 100% solamente nel 1977 e, nonostante ciò, fino a poco prima della sua tragica attuazione, il Paese vide, seppur parzialmente erosa dall'inflazione, una continua crescita economica, soprattutto in termini di salario reale. Secondo il parere dello storico Paul Sigmund, però, anche qualora il golpe non si fosse verificato, il governo Allende non sarebbe giunto al termine del mandato dei sei anni a meno di modificare radicalmente il proprio operato.

Nel 1971, a seguito di una singolare visita ufficiale, durata addirittura un mese, del presidente cubano Fidel Castro (con il quale aveva stretto una profonda amicizia personale), Allende annunciò il ripristino delle relazioni diplomatiche con Cuba, nonostante in una dichiarazione dell'Organizzazione degli Stati Americani, cui il Cile aderiva, si fosse stabilito che nessuna nazione occidentale avrebbe concesso aperture verso quello Stato. Allende strinse un rapporto anche col presidente argentino Héctor José Cámpora, peronista di sinistra, e incontrò nel 1973 anche Juan Domingo Perón, leader da sempre malvisto dagli Stati Uniti. La politica di Allende, sempre più sbilanciata a sinistra verso il socialismo (in parte in accoglimento delle pressioni di alcune delle frange più massimaliste della sua coalizione), e gli stretti rapporti con Cuba, allarmarono Washington.

L'amministrazione Nixon cominciò a esercitare una pressione economica sempre più crescente attraverso molti canali, alcuni dei quali erano legali (come l'embargo), ma molti di più illegali, attraverso il finanziamento degli oppositori politici nel Congresso cileno e nel 1972 attraverso l'inconsueto appoggio economico erogato al sindacato dei camionisti, che paralizzò il paese. Va notato però che la banca americana Import-Export non aveva concesso prestiti nemmeno a Frei, il predecessore di Allende, e che le pressioni per saldare i debiti provenivano spesso da banche private, e quindi le motivazioni erano di carattere economico e non politico. Allende ricevette il premio Lenin per la pace da parte dell'Unione Sovietica. Fu anche criticato per non aver concesso, così come i predecessori e il successore, l'estradizione in Germania del criminale nazista Walter Rauff, rintracciato in Cile dal centro di Simon Wiesenthal.

Relazioni esterne durante la Presidenza di Allende

Coinvolgimento sovietico

Il materiale basato sull'"Archivio Mitrokhin"

Secondo l'archivio Mitrokhin, esponenti del KGB, riferendosi ad Allende, affermarono che "gli fu fatta capire la necessità di riorganizzare l'Esercito Cileno e i servizi segreti, istituendo un rapporto tra i servizi d'intelligence del Cile e quelli dell'Unione Sovietica". Fu inoltre sostenuto che ad Allende furono dati 30 000 dollari "al fine di consolidare i rapporti di fiducia" con lui. Secondo Vasili Mitrokhin, un importante ex archivista del KGB, di alto livello nella sede del KGB di Yasenevo, Allende presentò una richiesta personale di denaro sovietico attraverso i suoi contatti personali, l'ufficiale del KGB Svyatoslav Kuznetsov, venuto urgentemente in Cile, da Città del Messico per aiutare Allende. L'assegnazione originale di denaro per queste elezioni con il KGB fu di 400 000 dollari con l'aggiunta di un contributo personale di 50 000 dollari, che furono inviati direttamente ad Allende.

Lo storico Christopher Andrew sostenne che l'aiuto del KGB fu un fattore decisivo, in quanto Allende vinse con un margine ristretto di 39 000 voti su un totale di tre milioni. Dopo le elezioni, il direttore del KGB, Jurij Vladimirovič Andropov, ottenne il permesso per l'erogazione di ulteriori fondi e di altre risorse da parte del Comitato Centrale del PCUS al fine di garantire la vittoria di Allende al Congresso. Nella sua richiesta del 24 ottobre, dichiarò che il KGB "effettuerà misure volte a promuovere e consolidare la vittoria di Allende e la sua elezione alla carica di Presidente del Paese". Nel suo file del KGB, Allende fu segnalato per avere "dichiarato la sua disponibilità a collaborare in via riservata e a fornire tutta l'assistenza necessaria, dal momento che si considerava un amico dell'Unione Sovietica". Condivideva volentieri l'informazione politica.

Andrew scrisse che, dopo le elezioni di Allende, furono mantenuti contatti regolari con il suo agente del KGB, Svyatoslav Kuznetsov, che fu incaricato dalla sede centrale di "esercitare un'influenza favorevole sulla politica del governo cileno". Sempre secondo il file del KGB, Allende reagì positivamente agli inviti dei servizi sovietici a una collaborazione. Come poi accaduto, però, l'URSS "non mosse un dito" per evitare che si determinasse la spirale che poi portò al golpe dei militari e alla morte di Allende.

Una ipotesi più realistica fu quella inerente a un possibile "aiuto" da parte di Fidel Castro il quale, contravvenendo per altro alle indicazioni dell'URSS, suggerì e propose ad Allende un aiuto cubano in consiglieri militari da "infiltrare" nello Stato Maggiore dell'esercito cileno. Ma la cosa si concluse unicamente con un regalo costituito semplicemente da un piccolo corredo di fucili d'assalto Kalashnikov AK-47 per la guardia personale di Allende (il GAP, Grupos Amigos del Presidente) che effettivamente combatté disperatamente con quei fucili l'11 settembre 1973 contro i militari golpisti. Secondo questa visione, l'ipotesi di un sostegno sovietico al Cile di Allende perderebbe così ogni fondamento, anche perché, come da pianificazione predefinita in pieno clima di guerra fredda, l'URSS non avrebbe consentito la creazione di "una nuova Cuba" in Cile. Gli accordi presi durante la seconda guerra mondiale alla conferenza di Teheran e alla conferenza di Yalta, sulla divisione in blocchi del mondo tra le maggiori potenze vincitrici, erano infatti già stati violati nel 1959 per il caso cubano, e questo portò quasi gli Stati Uniti e l'Unione sovietica sull'orlo di una guerra nucleare, con la crisi dei missili del 1962, oltre che allo sbarco nella Baia dei Porci; quindi Mosca non avrebbe voluto che la storia potesse ripetersi, facendo dunque tragicamente reincrinare il fragile equilibrio tra le due superpotenze.

Coinvolgimento degli Stati Uniti

Allo stesso tempo, gli Stati Uniti non tolleravano un nuovo possibile Stato socialista nell'emisfero occidentale, pertinenza del blocco filostatunitense, secondo i citati accordi. Avendo gli americani già dovuto tollerare Cuba e i governi non allineati come il peronismo argentino, la possibilità di vittoria di Allende alle elezioni cilene del 1970 fu considerata un disastro dal governo statunitense, che voleva proteggere gli interessi commerciali delle multinazionali nordamericane in America latina e prevenire la diffusione del comunismo durante la Guerra Fredda. Nel settembre 1970, il Presidente Nixon informò la CIA che un governo di Allende in Cile non sarebbe stato accettato e stanziò 10 000 000 dollari per fermare Allende nella sua corsa al potere o per spodestarlo. I piani della CIA finalizzati a impedire l'investitura di Allende a Presidente del Cile erano conosciuti come "Track I" e "Track II"; con Track I si cercò di impedire che Allende prendesse il potere attraverso il cosiddetto "inganno parlamentare", mentre sotto l'iniziativa del Track II, la CIA cercò di convincere gli ufficiali chiave delle Forze Armate cilene a effettuare il colpo di Stato; Nixon varò prima il Progetto FUBELT, poi l'Operazione Condor, volta a sradicare, con l'aiuto dei militari e degli estremisti di destra (tra cui molti neofascisti europei riparati in Sudamerica), ogni governo socialista o indipendente del continente americano. Uno degli uomini chiave, come ufficiale di collegamento tra i golpisti cileni e la CIA, fu l'agente Michael Townley.

La crisi e il primo tentativo di golpe

Tentativo di sfiducia del Congresso

Il Parlamento tentò di sfiduciare Allende, approfittando del suo calo di consenso anche in Unidad popular, senza ottenere la maggioranza. La dichiarazione doveva ottenere i due terzi dei parlamentari: passò alla Camera dei deputati con 81 voti favorevoli e 47 contrari, ma non ottenne la maggioranza dei due terzi del Senato, costituzionalmente necessaria per condannare il presidente per abuso di potere.

Il fallito golpe di giugno

Il 29 giugno 1973, il colonnello Roberto Souper circondò con il suo reggimento il palazzo della Moneda, residenza ufficiale del presidente cileno, con l'intento di deporre il governo di Allende. Il fallito colpo di Stato è conosciuto come Tanquetazo o golpe dei carri armati e fu organizzato dal gruppo paramilitare Patria y Libertad, ma fallì per l'intervento del generale Carlos Prats, fedele ad Allende; fu seguito, alla fine del mese di luglio, da uno sciopero generale che includeva i minatori di El Teniente.

Appello ai militari degli avversari

Nell'agosto 1973 si verificò una crisi costituzionale, e la Corte Suprema, lamentando pubblicamente l'incapacità del governo di Allende di applicare la legge nel Paese e la Camera dei deputati (con i democristiani cileni uniti al Partito Nazionale), accusarono il 22 agosto il Presidente di atti incostituzionali, a seguito del suo rifiuto di promulgare emendamenti costituzionali già approvati dalla camera, i quali impedivano al suo governo l'applicazione dei massicci piani di nazionalizzazione e collettivizzazione socialiste. Venivano altresì invitati i militari a far rispettare l'ordine costituzionale.

Le dimissioni di Prats e la nomina di Pinochet

Le conversazioni con Fidel Castro avevano avuto un ruolo di rilievo nel consolidamento dello scetticismo paranoide di Allende nei confronti delle forze armate. I servizi segreti cubani disponevano di una rete di spie e di informatori a Santiago del Cile, avevano accesso alle stanze dei bottoni attraverso la Guardia degli Amici Personali – che L'Avana aveva armato e addestrato –, ed erano venuti a conoscenza dei livelli allarmanti di entrismo fascista nelle forze armate . Il leader cubano aveva avvertito Allende in più occasioni del pericolo golpe, consigliandogli di armare il popolo cileno o perlomeno di potenziare composizione e arsenale della guardia presidenziale, ma il presidente cileno non seguì nessuna delle due indicazioni perché contrario all'idea delle milizie popolari .

Nei mesi successivi alla crisi di ottobre, tenendo a mente i moniti di Castro e informato della crescita di nostalgici ibañisti e di elementi di Patria y Libertad all'interno dei Carabineros, Allende decideva di affidare la titolarità di alcuni ministeri a dei militari suggeritigli dal generale Carlos Prats, seguace della dottrina Schneider, ponendo quest'ultimo a capo del Ministero della Difesa. Ma il 24 agosto, debilitato psicologicamente da due mesi di demonizzazione mediatica e di proteste fino all'uscio di casa provocate dall'incidente automobilistico con Alejandrina Cox – un episodio orchestrato dalla CIA nell'ambito di una strategia di distruzione psicologica –, Prats rassegnò le dimissioni . A sostituire Prats fu chiamato il generale Augusto Pinochet, considerato un lealista da Allende per via della sua partecipazione attiva alla repressione del Tanquetazo, che il 24 stesso gli subentrò al comando delle forze armate.

La risposta del presidente Allende alle accuse

Il 24 agosto 1973, il presidente Allende rispose, dichiarando che, in sostanza, il Congresso stava invocando l'intervento delle forze armate e dell'Ordine contro un governo democraticamente eletto e subordinando alle istituzioni armate la rappresentanza politica della sovranità nazionale, che non possono e non devono farsi carico di funzioni politiche, in quanto essa è la rappresentanza della volontà popolare, caratterizzando la dichiarazione del Congresso come destinata a danneggiare il prestigio del Paese e a creare confusione interna, predicendo che ciò faciliterà la sediziosa intenzione di determinati settori.

Il golpe dell'11 settembre 1973

Nel settembre del 1973, i continui scioperi, l'altissimo tasso di inflazione e la mancanza di materie prime a causa del boicottaggio avevano gettato il paese nel caos. Le forze ostili ad Allende, che avevano manovrato per condurre il paese sull'orlo di una guerra civile che giustificasse un colpo di Stato, si preparavano ad agire. Il generale Pinochet fu messo a capo delle operazioni, in quanto comandante delle forze armate. I conservatori ripresero gli argomenti del Congresso accusando il governo di violenze e repressioni degli scioperi, censura, corruzione, e, con una campagna di stampa continuata dopo il golpe a opera dei militari, misero in giro voci diffamatorie sulla vita privata e sui piani politici di Allende, accusandolo di voler diventare un dittatore inscenando un finto colpo di Stato per esautorare il Parlamento, diffondendo queste illazioni giustificandole con la presenza nel paese delle formazioni paramilitari di estrema sinistra, come il MIR, che sostenevano la coalizione di governo, ma non avevano rinunciato alla lotta armata. Allende rifiutò fino all'ultimo di usare la forza e la legge marziale, che i poteri presidenziali permettevano, per evitare una guerra civile e per non tradire i propri principi, anche se una legislazione di emergenza avrebbe potuto salvare il governo.

La tesi della guerra civile imminente, e di Allende ormai esautorato dalle forze di guerriglia comunista, fu sostenuta anche da Patricio Aylwin, il primo presidente del ritorno alla democrazia negli anni novanta: "Il governo di Allende aveva esaurito, con un totale fallimento, la via cilena verso il socialismo e si apprestava a consumare un autogolpe per instaurare con la forza la dittatura comunista. Il Cile visse sull'orlo del "Golpe di Praga" che sarebbe stato tremendamente sanguinoso, e le Forze Armate non fecero altro che anticipare quel rischio imminente". L'esercito attaccò quindi Santiago, cogliendo il presidente alla sprovvista, bombardando La Moneda e arrestando o uccidendo gli oppositori. Era l'11 settembre e le forze armate cilene guidate dal generale Augusto Pinochet misero quindi in atto il piano del golpe contro Allende. Fino all'ultimo, Allende non volle credere che Pinochet lo avesse tradito, fino a quando divenne palese il suo ruolo nel colpo di Stato.

La morte di Allende

Durante l'assedio e la successiva presa del Palacio de La Moneda, Allende morì in circostanze che rimasero a lungo oscure e solo in seguito si attribuì la sua morte a un suicidio , dopo un ultimo discorso alla radio, in cui affermò:

Allende concluse il discorso con le celebri parole:

Secondo la ricostruzione degli eventi il presidente si asserragliò con la sua guardia di sicurezza, un pugno di uomini conosciuti come Grupo de Amigos Personales o Grupo Amigos del Presidente (GAP) all'interno degli uffici della Moneda. Tra le persone rimaste vi erano il direttore generale dei Carabineros de Chile (che non aveva aderito al golpe), il futuro scrittore Luis Sepúlveda e la sua segretaria personale, Miria Contreras detta la Payita, che si era trattenuta, nascondendosi, contro il volere del Presidente che aveva fatto uscire tutte le donne e coloro che non sapevano maneggiare armi. Il presidente, ignaro che la sua casa era anch'essa stata bombardata, fece uscire due delle sue tre figlie, che al momento si trovavano lì, raccomandando loro di raggiungere la madre e l'altra sorella. Allende respinse ogni ipotesi di fuga, sia che fosse organizzata dai suoi uomini, sia come un possibile aiuto fornito dalla Massoneria a un confratello in grave pericolo.

Circa le circostanze della sua morte, la versione ufficiale, confermata dal suo medico personale, Patricio Guijon, è che il Presidente si sarebbe tolto la vita con un fucile AK-47 donatogli da Fidel Castro, mentre altri sostengono che fu ucciso dai golpisti di Pinochet mentre difendeva il palazzo presidenziale, portando talvolta prove forensi e documentali contestate; un racconto di tali momenti, secondo questa versione, fu scritto dallo scrittore e giornalista colombiano Gabriel García Márquez nel breve articolo intitolato La vera morte di un Presidente, dove l'esecuzione del delitto è attribuita al generale Javier Palacios (1926-2006):

Negli anni ottanta il medico diede in un'intervista (trasmessa dalla trasmissione televisiva Mixer di Giovanni Minoli) la propria versione dettagliata dell'accaduto. Secondo il racconto del medico, che era insieme con Allende all'interno della Moneda, a seguito del bombardamento aereo e del successivo incendio, Allende disse a coloro che con lui difendevano la Moneda dalle finestre del primo piano di uscire dal Palazzo ormai indifendibile rimanendo solo nell'ufficio, e che lui sarebbe uscito per ultimo. Il medico rientrò poco dopo nell'ufficio, proprio nel momento in cui Allende, seduto su un divano, si stava uccidendo con una scarica di mitragliatore alla testa dal basso in alto. In particolare, il medico disse di aver visto la parte superiore della calotta cranica di Allende volar via per effetto della scarica. Anche altri testimoni videro Allende con il fucile in mano, sdraiato sul divano, dopo lo sparo. Sono state avanzate ipotesi di omicidio anche da parte di una guardia del corpo cubana su ordine di Castro, per poterne usare la morte a fine propagandistico, ma tale ipotesi, propugnata da storici ostili ad Allende, non trova riscontri.

La famiglia, con qualche dubbio della moglie che riteneva possibile l'omicidio da parte dei soldati di Pinochet, ha sempre accettato la versione ufficiale del suicidio: nel 2011 la figlia Isabel Allende Bussi ha chiesto la riesumazione del corpo, dal Cimitero monumentale di Santiago del Cile; l'autopsia ha accertato che si tratta sicuramente del corpo di Allende e ha confermato la versione del suicidio. Come sostenuto dalla figlia, egli si uccise pur di non arrendersi a Pinochet, che voleva offrirgli l'esilio al posto dell'arresto, almeno a parole (forse per inscenare poi un incidente aereo), anche se i golpisti sono considerati senza dubbio i responsabili morali della sua fine. Una fotografia del corpo senza vita di Allende fu scattata da un fotografo autorizzato dai militari, mentre la moglie non poté invece vederlo chiaramente; l'autopsia del 1973 fu superficiale e una parte dei resti venne smarrita nel 1990 durante la riesumazione che non fu condotta con accuratezza; in altre immagini dei reperti della scena si nota che la pallottola aveva trapassato e rotto i suoi occhiali.

Tuttavia alcuni storici e ricercatori, tra cui il medico Luis Ravanal Zepeda hanno nuovamente messo in dubbio nel 2015 la verità ufficiale, confermata anche dalla Corte suprema nel 2014, sulla base di reperti autoptici, fotografie e testimonianze (tra cui parenti di militari golpisti che ne raccolsero le confidenze anni dopo), sostenendo, come aveva fatto García Márquez (seppur con alcuni dettagli errati e alcuni corretti, come lo sparo alla mano del generale), che Allende fu ferito mortalmente in uno scontro a fuoco, e poi ucciso con un colpo a bruciapelo alla testa dal generale Palacios; solo in seguito, secondo l'interpretazione dell'autopsia data dall'esperto, fu inscenato il suicidio, sparando al cadavere con il fucile AK-47 da sotto il mento, e colpendolo forse al volto (che appariva sfigurato come se fosse stato calpestato pesantemente) rendendolo irriconoscibile. In particolare, Ravanal ha ritrovato un referto medico legale desecretato in cui si dice che sulla testa del Presidente era presente un residuo da sparo (piombo-bario-antimonio) effettuato a stretto contatto, con una pistola di piccolo calibro come quelle in dotazione agli ufficiali dell'esercito cileno, data anche la presenza di un foro d'uscita sulla nuca e uno d'entrata sulla calotta, incompatibili con la versione fornita dal governo e dal medico di Allende.

La sepoltura

Nel 1973 Allende fu sepolto senza funerale a Viña del Mar e in forma anonima nel piccolo cimitero di Santa Ines posto in alto di fronte all’Oceano Pacifico, nella tomba della famiglia Grove, parenti della moglie che era l'unica familiare presente e che all'inumazione gridò: "Aquí enterramos a Salvador Allende, Presidente de Chile!". Seguendo l'indicazione proveniente dalla voce pubblica, dopo appena tre giorni una delegazione dell'Internazionale Socialista vi si recò a rendere omaggio al tumulo, nonostante fosse presidiato dai militari.

Durante il governo del presidente Aylwin, nel 1990, "abbiamo" - nelle parole della figlia - "potuto riportare i resti del presidente Allende dal cimitero di Santa Ines a Viña del Mar affinché fosse sepolto a Santiago, accompagnato da quel popolo che non lo ha mai scordato": da allora riposa nel Cimitero monumentale di Santiago del Cile, in un grande mausoleo.

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Le conseguenze del golpe e la memoria di Allende

In seguito al colpo di Stato, in Italia ci furono molti scioperi in solidarietà con Allende e il popolo cileno. Italia e Svezia non riconobbero mai il regime di Pinochet e per tutti i 17 anni di dittatura ufficialmente rimasero in carica gli ambasciatori accreditati da Salvador Allende. Entrambi gli Stati, ma specialmente la Svezia sotto i governi di Olof Palme e Thorbjörn Fälldin, concessero asilo politico agli esuli cileni, come fecero altri paesi tra cui molti del blocco comunista (es. Cuba, Repubblica Democratica Tedesca). Alla famiglia Allende fu concesso dal regime di andare subito in esilio all'estero, prima a Cuba e poi in Messico o negli Stati Uniti (la figlia Beatriz e la sorella Laura si sarebbero successivamente suicidate, mentre la nipote Isabel, la moglie Hortensia e la figlia Isabel rientrarono in Cile nel 1990), mentre i collaboratori di governo di Allende e i membri più influenti dei partiti democratici furono internati all'Isola Dawson fino al 1976.

Il colpo di Stato, che molti cileni speravano proteggesse la costituzione, ora si manifestava in tutto il suo orrore. I soldati fucilarono i primi dissidenti catturati nello stadio nazionale del Cile, tra di essi il cantante Víctor Jara, mentre i sostenitori di Unidad popular venivano sequestrati, torturati e, molti, uccisi. Pablo Neruda, già malato, sarebbe morto invece in ospedale, in circostanze poco chiare, mentre stava per partire nuovamente in esilio. Il 13 settembre la giunta sciolse il parlamento e proibì i partiti politici.

Pinochet avrebbe invece di fatto "regnato", non democraticamente eletto, per i successivi diciassette anni. La violazione dei diritti umani da parte del suo governo è stata, così come testimoniano precise prove documentali, sistematica prassi quotidiana e alla fine del lungo periodo di dittatura si stimarono più di 3 000 vittime (anche non cilene), fra morti e desaparecidos e circa 30 000 persone torturate (le cifre sono tratte dal Rapporto Rettig, un'inchiesta ufficiale condotta in Cile dopo la fine della dittatura di Pinochet, nel 1990), anche se alcuni conti indicano 40 000 vittime, cifra non ufficiale. Secondo Amnesty International i morti (compresi gli scomparsi) furono invece 3 216. Tranne che per la strage dello stadio nazionale del Cile, Pinochet tentò di insabbiare questi crimini parlando di morti in scontri di guerriglia o di esiliati, anziché di sequestri e omicidi.

Molti cileni continuarono a rimpiangere Allende nonostante la repressione e la censura dei militari. Documenti americani declassificati a partire dalla presidenza Clinton indicano altresì come la CIA, il servizio segreto degli Stati Uniti d'America, sia stato la "longa manus" del governo di quest'ultimo Paese, appoggiando il rovesciamento con la forza di Allende e incoraggiando l'uso della tortura da parte delle forze armate di Pinochet.

L'eredità spirituale e il dibattito successivo

Più di trent'anni dopo la sua morte, Allende rimane un personaggio controverso. Un ampio e partecipato dibattito si è aperto in tutto il mondo su come sarebbe potuta evolvere la storia del Cile se Allende non fosse morto. Ma in queste riflessioni Allende è un simbolo, che impersona le idee sostenute e in via di applicazione, mentre il dibattito fu ed è di idee.

Elemento fattuale comune a tutte le impostazioni polemiche è che, in concreto, si è subito sospettato e oggi si ha per ben certo (per loro stessa ammissione documentale) che gli Stati Uniti abbiano quantomeno favorito un arresto coatto e violento di un processo politico democratico interno di un altro paese. Ciò ovviamente veniva interpretato alternativamente come un'insostenibile sopraffazione imperialista o come un opportuno intervento per impedire avanzamenti dell'ideologia sovietica in America Latina, considerata dagli Stati Uniti il proprio 'cortile di casa' sin dai tempi della dottrina Monroe.

Dalla sinistra dunque Allende è considerato un martire, caduto per la causa del socialismo. I militanti di sinistra, e non solo, si volsero ben presto a identificare negli Stati Uniti, e specificamente nell'allora Presidente Richard Nixon, con l'avallo del suo Segretario di Stato Henry Kissinger e della CIA (in particolar modo tramite il loro principale canale di collegamento in Sudamerica, rappresentato dall'agente segreto Michael Townley), i diretti responsabili della sua morte e lo vedono come una delle vittime dell'"imperialismo americano". Il suo viso è stato anche stilizzato e riprodotto come un simbolo del marxismo, così come era accaduto per la famosa immagine di Che Guevara. Allende e altri leader sono stati l'ispirazione del cosiddetto socialismo del XXI secolo. Dalla destra si guarda invece meno favorevolmente alla figura di Allende. La sua stretta amicizia con Fidel Castro ha portato molti ad accusarlo di essere un comunista. Affermano anche che le profonde riforme che aveva attuato mentre era al potere avevano messo in ginocchio l'economia del paese, tentando di instaurare il socialismo reale di stampo sovietico, o una dittatura sul modello di Castro, cosa sempre negata da Allende, che si ispirava a un socialismo democratico marxista ma riformista.

Il coinvolgimento degli USA nel golpe che depose Allende rimane un argomento scottante sulla condotta della Casa Bianca durante la Guerra Fredda in territorio extra-statunitense. L'abbattimento del governo democratico di Allende resta sicuramente tra i più controversi colpi di stato in America Latina. Pressati dall'opinione pubblica internazionale, a partire dalla presidenza di Jimmy Carter gli Stati Uniti cominciarono a prendere le distanze dal regime dittatoriale cileno. Come dimostrato in parte dai documenti poi declassificati e resi pubblici dal presidente statunitense Bill Clinton, è oggi provato l'appoggio americano al colpo di Stato.

Solo negli anni 2000, Colin Powell, segretario di Stato (cioè Ministro degli Esteri) del presidente statunitense repubblicano George W. Bush, ha dichiarato che il sostegno al golpe cileno "non è un momento della storia degli Stati Uniti di cui andiamo particolarmente orgogliosi". Nel 2016 la magistratura statunitense ha incriminato un militare cileno coinvolto nel golpe, per l'omicidio del cantante Víctor Jara, ai sensi del Torture Victim Protection Act del 1991.

Il Festival del cinema latino americano di Trieste assegna ogni anni il "Premio Salvador Allende", a chi si è distinto con il proprio impegno culturale, politico o sociale nel "riscattare la memoria e la storia dei popoli latinoamericani". Tra i vari vincitori Miguel Littín e Bettino Craxi (premio alla memoria).

Influenza culturale

Galleria d'immagini

Onorificenze

Onorificenze cilene

Onorificenze straniere

Note

Bibliografia

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  • Fernando García e Oscar Sola, Salvador Allende, Sperling e Kupfer, 1998, ISBN 9788820027650.
  • Patricio Guzmán, Salvador Allende. La memoria ostinata, Feltrinelli, 2006, ISBN 978-8807740176.
  • Robin Harris, A Tale of Two Chileans: Pinochet and Allende, Chilean Supporters Abroad, 1999, ISBN 9780953517909.
  • Christopher Hitchens, Processo a Henry Kissinger, Fazi, 2005, ISBN 88-8112-613-3.
  • Andrea Mulas, Allende e Berlinguer. Il Cile dell'Unidad Popular e il compromesso storico italiano, Manni, 2005, ISBN 8881765594.
  • Emanuel Pietrobon, Kissinger contro Allende. La storia del golpe del secolo, Castelvecchi, 2023, ISBN 978-8869445309.
  • Juan Gonzalo Rocha, Allende massone. Il punto di vista di un profano, Mimesis, 2015, ISBN 978-88-5752-866-3.
  • Stephen M. Streeter, "Uncool and Incorrect" in Chile: The Nixon Administration and the Downfall of Salvador Allende, McFarland, 2023, ISBN 978-1476688831.
  • Patricia Verdugo, Salvador Allende. Anatomia di un complotto organizzato dalla Cia, Dalai Editore, 2004, ISBN 978-8860731807.

Voci correlate

  • Governo Allende
  • Salvador Allende (film)
  • Colpo di Stato in Cile del 1973
  • Guerra fredda (1962-1991)
  • Augusto Pinochet
  • Cile di Pinochet
  • Missing - Scomparso
  • Allende (famiglia)
  • Hortensia Bussi
  • Operazione Condor

Altri progetti

  • Wikisource contiene il testo completo su Salvador Allende
  • Wikiquote contiene citazioni di o su Salvador Allende
  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Salvador Allende

Collegamenti esterni

  • Allende, Salvador, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  • Renato Piccinini, ALLENDE, Salvador, in Enciclopedia Italiana, IV Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1978.
  • Allende, Salvador, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
  • (EN) Salvador Allende, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
  • (EN) Opere di Salvador Allende, su Open Library, Internet Archive.
  • Registrazioni audiovisive di Salvador Allende, su Rai Teche, Rai.
  • Salvador Allende, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
  • Salvador Allende, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
  • (EN) Salvador Allende, su IMDb, IMDb.com.
  • (DEEN) Salvador Allende, su filmportal.de.
  • (ES) Fondazione Salvador Allende, su fundacionsalvadorallende.cl. URL consultato il 23 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2013).
  • (ES) Rassegna biografica parlamentare, su historiapolitica.bcn.cl. URL consultato il 23 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2015).
  • La Storia siamo noi - L'altro 11 settembre, su lastoriasiamonoi.rai.it. URL consultato il 16 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2015).
  • Articoli dedicati al golpe cileno, su ossimoro.it. URL consultato il 22 luglio 2004 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2004).
  • Salvador Allende, Unidad Popular 1970 - 1973, su abacq.net.
  • ultimo discorso (MP3), su salvador-allende.cl. URL consultato l'11 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2009).

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Partito Comunista del Cile


Partito Comunista del Cile


Il Partito Comunista del Cile (in spagnolo Partido Comunista de Chile, PCCh) è un partito politico cileno che si definisce come un partito comunista di matrice operaia, contadina ed intellettuale. Nel 2021 ha fondato assieme al partito Convergencia Social la coalizione Apruebo Dignidad, di cui è membro di maggioranza.

Tra i militanti più conosciuti del PCCh vi furono il fondatore Luis Emilio Recabarren, il poeta Pablo Neruda, il cantautore Víctor Jara e l'attivista Gladys Marín.

Storia

Il 4 giugno 1912 venne fondato da Luis Emilio Recabarren il Partito Operaio Socialista, che venne poi ridenominato in "Partito Comunista" in occasione del III Congresso del partito nel 1922, quando si stabilì ufficialmente di aderire all'Internazionale Comunista. Nel 1956 entra a far parte della coalizione Frente de Acción Popular ed in seguito, nel 1969, nella Unidad Popular guidata da Salvador Allende. Dopo il golpe militare del 1973 il partito venne dichiarato illegale e i suoi membri e sostenitori vennero duramente perseguitati dal regime di Augusto Pinochet.

Il Partito Comunista dovette per tanto proseguire le proprie attività nella clandestinità fino al ritorno della democrazia nei primi anni novanta, ripresentandosi per la prima volta alle elezioni generali nel 1993, dove però non ottenne seggi.

Nel 2009, per la prima volta dopo 36 anni il Partito Comunista è tornato in Parlamento, eleggendo tre deputati, da allora il partito sta riacquisendo consensi.

Con oltre 47.000 iscritti al 2021 risulta essere il partito politico cileno col maggior numero di militanti.

Ideologia

Il Partito Comunista del Cile fonda la sua linea politica, come enunciato nello statuto, sul pensiero di Marx, Engels, Lenin e Luis Emilio Recabarren. Altrettanta importanza è data al femminismo socialista, in una concezione emancipatoria ed anti patriarcale, all'avversione all'imperialismo. Viene data ulteriore importanza alla sovranità popolare e all'ambientalismo.

Relazioni internazionali

Attualmente è membro dell'Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai e del Forum di San Paolo.

Risultati elettorali

Elezioni parlamentari

Elezioni assemblee costituenti

Organizzazione

La massima carica dirigenziale del partito dalla sua fondazione fino al XXII Congresso Nazionale, tenutosi nel 2002, era quella del Segretario generale.

La riforma dello statuto del XXII Congresso creerà invece la figura del Presidente di partito.

Pertanto, la direzione nazionale del partito è composta dal Comitato Centrale (eletto dal Congresso Nazionale) che a sua volta elegge il Presidente, il Segretario generale, la Commissione Politica e il Segretariato.

Segretari generali

  • Ramon Sepulveda Leal (1922-1924)
  • Luis Gonzales (1924-1924)
  • Galvarino Gil (1924-1925)
  • Maclovio Galdames (1925-1926)
  • José Santos Zavala (1927-1927)
  • Isaias Iriarte (1927-1929)
  • Carlos Contreras Labarca (1931-1946)
  • Ricardo Fonseca (1946-1949)
  • Galo González (1949-1958)
  • Luis Corvalán (1958-1990)
  • Volodia Teitelboim (1990-1994)
  • Gladys Marín (1994-2002)
  • Guillermo Teillier (2002-2005)
  • Lautaro Carmona Soto (2005-presente)

Presidenti

  • Gladys Marin (2002-2005)
  • Guillermo Teillier (2005-presente)
Collection James Bond 007

Note

Altri progetti

  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Partito Comunista Cileno

Collegamenti esterni

  • (ES) Sito ufficiale, su pcchile.cl.
  • (EN) Communist Party of Chile, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.

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Elezioni amministrative in Cile del 2008


Elezioni amministrative in Cile del 2008


Le elezioni municipali cilene del 2008 si sono svolte domenica 26 ottobre 2008 per il rinnovo dei sindaci e dei consigli municipali dei 345 comuni in cui il paese è diviso. Secondo la Costituzione cilena possono esercitare il diritto di voto i cittadini che hanno compiuto i 18 anni di età e quelli che non hanno ricevuto una condanna superiore ai 3 anni. Per votare occorre l'iscrizione nei registri elettorali e l'esibizione della Carta d'identità. Possono votare i cittadini stranieri che risiedono in Cile da almeno 5 anni. Il diritto di voto è sospeso per interdizione, per chi è accusato di omicidio o per chi è stato condannato per terrorismo oppure per sanzione del Tribunale Superiore Elettorale. Il voto è volontario ma qualora un elettore si iscrivesse nei registri elettorali e non si recasse alle urne può essere condannato a pagare una multa. Queste elezioni hanno constatato la divisione in due dell'elettorato cileno tra il centrosinistra al governo e la destra all'opposizione. La Concertación (che si è presentata divisa) ha vinto le elezioni dei consiglieri comunali mentre per la prima volta dal 1990 l'Alianza por Chile ha ottenuto più voti nell'elezione dei sindaci.

Partiti e coalizioni

Concertación de Partidos por la Democracia

La coalizione governante dal 1990 per la prima volta nella sua storia si è presentata divisa in due liste separate:

  • Concertación Democrática, formata dal Partito Democratico Cristiano del Cile e dal Partito Socialista del Cile.
  • Concertación Progresista, formata dal Partito per la Democrazia e dal Partito Radicale Social Democratico.

Questa idea di presentare due liste separate è stata proposta dal PPD e dal PRSD con l'obiettivo di rafforzare la coalizione. Questa proposta è stata criticata dalla DC e dal PS che hanno accusato i loro alleati di dividere la Concertación. Nonostante queste divisioni entrambe le liste hanno condotto la campagna elettorale assieme. Entrambe le liste si sono accordarte con la Juntos Podemos per presentare candidati comuni nei comuni più emblematici.

La divisione della coalizione ha creato malumori all'interno del governo, manifestati dalla stessa Presidente Bachelet e da ex Presidenti come Patricio Aylwin o Ricardo Lagos e dei leader della DC e PS ossia Soledad Alvear e Camilo Escalona. Tale elezione è importante per stabilire gli equilibri all'interno della coalizione e delle candidature per le elezioni presidenziali del 2009.

Alianza por Chile

La coalizione di destra rappresenta la principale forza di opposizione al governo dal 1990 e ha conferito importanza a queste elezioni perché sono il primo test prima delle presidenziali del 2009, in cui l'Alianza risulta favorita. I principali leader della coalizione come Sebastián Piñera e Joaquín Lavín hanno partecipato alla campagna elettorale.

La destra punta alla vittoria a queste elezioni che sono un test per le coalizioni in attesa delle elezioni di dicembre 2009, ossia quelle che del rinnovamento della Presidenza e del Congresso.

Juntos Podemos Más

La coalizione di sinistra comprendente i comunisti e umanisti ha sempre alternato posizioni di appoggio e di opposizione nei confronti della coalizione di centrosinistra. La coalizione ha siglato accordi con la Concertación per presentare candidati comuni.

Por un Chile Limpio

La coalizione formata da dissidenti della Concertación, da regionalisti e da ecologisti si è presentata come alternativa sia al governo che dell'opposizione.

Risultati


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Partito Radicale del Cile (2018)


Partito Radicale del Cile (2018)


Il Partito Radicale del Cile (Spagnolo: Partido Radical de Chile - PR) è un partito politico cileno di orientamento liberal-socialista fondato nel 1994; designato inizialmente come Partito Radicale Social Democratico (Partido Radical Social Demócrata - PRSD), è stato ridenominato nel 2018.

Il partito fu fondato attraverso la confluenza tra due distinti soggetti politici:

  • il Partito Radicale del Cile (Partido Radical de Chile);
  • il Partito Socialdemocrazia Cilena (Partido Socialdemocracia Chilena), denominato fino al 1973 come Partito della Sinistra Radicale (Partido de Izquierda Radical).

Il 25 agosto 2018 la formazione ha ripreso ufficialmente la storica denominazione di Partito Radicale, riassumendone altresì il logo. Tale decisione era stata assunta dai militanti del partito nel luglio del 2015.

Il partito è collocato nell'area ideologica della socialdemocrazia e del radicalismo e ha come principi fondanti la difesa delle libertà civili, l'uguaglianza e la solidarietà; è membro dell'Internazionale Socialista.

Storia

Il Partito Radicale del Cile è stato uno storico partito di centro liberale socialdemocratico che ha ricoperto un grande ruolo nella vita politica del paese esprimendo Pedro Aguirre Cerda (1938-1941), Juan Antonio Ríos Morales (1942-1946) e Gabriel González Videla (1946-1952).

Il PRSD nasce con l'unione del PR con la Socialdemocracia Chilena, entrambi i partiti erano in crisi di consensi e con una modestissima rappresentazione al Congresso nazionale cileno e per avere una maggiore rappresentazione all'interno della coalizione di centrosinistra Concertación de Partidos por la Democracia.

Nel 2009 per la prima volta dalla fondazione un esponente del partito, ossia il leader José Antonio Gómez ha concorso alle elezioni primarie presidenziali, affrontando Eduardo Frei Ruiz-Tagle, esponente del Partito Democratico Cristiano del Cile, ed è risultato sconfitto con un onorevole 35%, considerato come una vittoria dato che il radicale non aveva ottenuto nessun sostegno dai partiti socialisti democratici che avevano preferito sostenere il democristiano.

Ideologia

Il PRSD come già detto in precedenza è un partito incline alla socialdemocrazia e al radicalismo:

  • Umanesimo secolare. Il PRSD sostiene la ragione razionale sulla vita umana e del mondo, ma rispetta profondamente le teorie religiose riguardo all'origine della vita, in merito al numero di credenti che votano il partito stesso
  • Socialdemocrazia. Il PRSD sostiene l'intervento dello Stato in materia economica attraverso delle riforme graduali che hanno scopo l'uguaglianza sociale e il sistema di protezione sociale creato dallo Stato.
  • Laicità. Il PRSD è favorevole alla separazione tra lo Stato e la Chiesa ed è contrario all'intervento religioso nelle Istituzioni. In termine di valori si definisce come progressista ed è favorevole alla tolleranza religiosa, il controllo delle nascite, il rispetto delle minoranze etniche e sessuali.
  • Democrazia e devoluzione. Il PRSD è difensore della democrazia e dei diritti umani ed è contrario al centralismo statale e propone la creazione del federalismo in Cile.

Risultati elettorali

Note

Altri progetti

  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Partito Radicale Socialdemocratico
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Collegamenti esterni

  • Sito ufficiale, su partidoradical.cl.
  • (EN) Social Democratic Radical Party, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.

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