Feodora di Sassonia-Meiningen, (nome completo Feodore Carola Charlotte Prinzessin von Sachsen-Meiningen) (Hannover, 29 maggio 1890 – Friburgo in Brisgovia, 12 marzo 1972), nata principessa di Sassonia-Meiningen, divenne granduchessa di Sassonia-Weimar-Eisenach per matrimonio.
Era la primogenita di Federico Giovanni di Sassonia-Meiningen, figlio secondogenito del duca Giorgio II di Sassonia-Meiningen e della principessa Feodora di Hohenlohe-Langenburg; sua madre era la contessa Adelaide di Lippe-Biesterfeld, figlia del principe Ernesto II di Lippe-Biesterfeld e della contessa Carolina di Wartensleben.
Durante una visita estiva al palazzo Wilhelmshöhe, Feodora venne considerata dall'imperatore Guglielmo II come moglie di Guglielmo Ernesto, granduca di Sassonia-Weimar-Eisenach. Nonostante il suo ruolo, in occasione del loro fidanzamento, l'imperatore Guglielmo si rifiutò di partecipare al matrimonio. Questo causò molta speculazione, siccome lui e sua moglie erano stati molto vicini al Granduca.
Le nozze vennero celebrate il 14 gennaio 1910, a Meiningen.
Dal loro matrimonio nacquero quattro figli:
Fu un matrimonio infelice. All'età di 23 anni venne colpita da un grave attacco di morbillo e di scarlattina, che aveva contratto durante la visita a un manicomio da lei fondato. La sua particolare attenzione a questo luogo venne visto come una via di fuga dal matrimonio.
Feodora era molto popolare tra le classi medie e basse di Weimar, gran parte attribuito al suo fascino e alla bontà verso i poveri e i sofferenti.
Il 5 gennaio del 1901 Guglielmo Ernesto era succeduto al nonno, il granduca Carlo Alessandro di Sassonia-Weimar-Eisenach, come granduca di Sassonia-Weimar-Eisenach, dal momento che il padre gli era premorto.
Il suo regno durò fino al 9 novembre 1918, quanto Guglielmo Ernesto, assieme a tutti gli altri sovrani della Germania, a seguito della sconfitta dell'Impero Tedesco nella prima guerra mondiale, venne costretto ad abdicare. Il suo trono e tutti i suoi domini passarono al governo repubblicano ed egli, con la famiglia, si recò in esilio a Heinrichau, in Slesia.
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