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Slovacchia Progressista


Slovacchia Progressista


Slovacchia Progressista (in slovacco Progresívne Slovensko - PS) è un partito politico slovacco fondato nel 2017 da Michal Truban.

A livello nazionale, il partito si presenta per la prima volta alle elezioni europee del 2019, in occasione delle quali sigla un accordo con Insieme – Democrazia Civica (SPOLU): la lista ottiene complessivamente il 20,11% dei voti e 4 seggi, mentre in quota PS sono eletti due europarlamentari, Martin Hojsík e Michal Šimečka, che aderiscono al gruppo centrista Renew Europe.

In vista delle elezioni presidenziali del 2019 il partito sostiene la candidatura di Zuzana Čaputová, eletta al ballottaggio Presidente della Repubblica.

Alle elezioni parlamentari del 2020 il partito conferma la collaborazione con SPOLU: l'alleanza ottiene il 6,97% dei voti, ma il PS non consegue alcuna rappresentanza al Consiglio nazionale.

  • Sito ufficiale, su progresivne.sk.
  • Progresívne Slovensko (canale), su YouTube.

Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Slovacchia Progressista by Wikipedia (Historical)


Renew Europe


Renew Europe


Renew Europe è un gruppo politico liberale al Parlamento europeo, costituitosi il 2 luglio 2019 a seguito delle elezioni europee del 2019.

A esso hanno aderito due partiti europei:

  • il Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa (ALDE);
  • il Partito Democratico Europeo (PDE).

Dal 2004 al 2019 tali formazioni avevano costituito il Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa; la costituzione della nuova componente politica è avvenuta a seguito dell'adesione al gruppo del partito La République En Marche, guidato da Emmanuel Macron, all'interno della lista francese Renaissance.

Durante la IX legislatura Renew Europe è il terzo gruppo per numero di parlamentari in Eurocamera. La componente è stata presieduta dal rumeno Dacian Cioloș, dall'ottobre 2021 a dicembre 2023 da Stéphane Séjourné, e da gennaio 2024 da Malik Azmani.

Nel maggio 2019, nel corso di un dibattito alla vigilia delle elezioni europee del 2019, Guy Verhofstadt, presidente del Gruppo ALDE, annunciò che in seguito alle elezioni il gruppo stesso si sarebbe dissolto per formare una nuova alleanza con la forza politica del presidente francese Emmanuel Macron, Renaissance. Durante e dopo le elezioni il gruppo portava il nome temporaneo "ALDE plus Renaissance plus USR PLUS".

Il 12 giugno 2019 fu annunciato il nuovo nome "Renew Europe" una volta avvenuta l'alleanza con La République En Marche. Altri opzioni avanzate furono "inspire" e "inspire europe". Obiettivo del cambio di nome del gruppo era evitare le connotazioni negative del termine "liberale" in ambito francese, dove è usato per riferirsi a un «capitalismo estremo e senza scrupoli».

L'eurodeputata francese LREM Nathalie Loiseau rinunciò alla presidenza del nuovo gruppo centrista, in particolare dopo alcuni commenti critici da lei rivolti ad Angela Merkel, Manfred Weber e alcuni esponenti dell'ALDE tra cui Guy Verhofstadt. Alcuni media indicano che la decisione sarebbe stata imposta direttamente dall'Eliseo.

Il 19 giugno 2019 fu annunciato che Dacian Cioloș, ex primo ministro della Romania e Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, era stato scelto come presidente del gruppo politico, affermandosi sull'europarlamentare Sophie in 't Veld per 64 voti contro 42 e diventando il primo capogruppo romeno in Eurocamera.

Per effetto della Brexit, il 31 gennaio 2020 il gruppo perde 17 membri eletti nel Regno Unito: 16 Liberal Democratici e 1 membro APNI.

Il 12 febbraio 2020 l'eurodeputato italiano Nicola Danti, eletto nella circoscrizione Italia centrale, lascia il gruppo S&D per unirsi a Renew Europe. Danti è membro a titolo individuale del Partito Democratico Europeo e del partito nazionale Italia Viva.

L'11 dicembre 2020 la svedese Emma Wiesner del Partito di Centro sostituì il dimissionario Fredrick Federley.

Il 20 gennaio 2021 Renew Europe espulse l'eurodeputato lituano Viktor Uspaskich.

Nel marzo 2021 Marco Zullo, eurodeputato italiano eletto con il Movimento 5 Stelle, abbandona il suo partito e passa dai non iscritti al gruppo Renew Europe.

Il 24 marzo 2021 l'europarlamentare ceca Radka Maxová lascia il partito ANO 2011 e abbandona contestualmente il gruppo a favore dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.

Nell'ottobre 2021 Dacian Cioloș si dimette dal ruolo di presidente per tornare a svolgere politica in Romania. Gli subentra l'eurodeputato di La République en Marche Stéphane Séjourné.

In data 17 novembre 2021 Carlo Calenda, leader del partito social-liberale Azione, dopo le parole del segretario del PD Enrico Letta sulla convergenza del Movimento 5 Stelle nell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, fuoriesce dal gruppo parlamentare europeo per entrare in Renew Europe.

Il capogruppo Séjourné viene nominato in data 11 gennaio 2024 ministro degli esteri della Repubblica francese e lascia contestualmente l'Europarlamento.

Mandato conclusosi il 31 gennaio 2020.

  • Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa
  • Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa
  • Partito Democratico Europeo.
  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Renew Europe
  • Sito ufficiale, su reneweuropegroup.eu.

Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Renew Europe by Wikipedia (Historical)


Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa


Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa


Il Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa (ALDE) è un partito politico europeo; nato nel 1976 come Federazione dei Partiti Liberali e Democratici della Comunità Europea, nel 1986 assunse il nome di Federazione dei Partiti Liberali, Democratici e Riformatori della Comunità Europea e nel 1993 quello di Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori (ELDR), venendo infine ridenominato nel 2012.

Il partito riunisce 70 partiti di stati europei, appartenenti o meno all'Unione europea, che, pur avendo collocazioni politiche diverse fra loro (centro, centro-destra e centro-sinistra), sono accomunati da ideali liberali e liberaldemocratici.

Al Parlamento europeo costituisce, insieme ai centristi del Partito Democratico Europeo e altre forze, il gruppo Renew Europe, che nel 2019 si sostituisce al Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa.

L'ALDE esprime inoltre quattro commissari in seno alla Commissione von der Leyen, oltre a due commissari indipendenti vicini al partito europeo.

L'ALDE aderisce all'Internazionale Liberale e possiede lo status di associazione senza scopo di lucro sotto la legislazione belga.

Il 20 giugno del 1953 venne costituito il Gruppo Liberale nell'Assemblea della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, che proseguì e si rafforzò con la costituzione del vecchio Parlamento Europeo nel 1958. Il Gruppo Liberale operò sempre in stretta collaborazione con l'Internazionale Liberale, allora presieduta da Giovanni Malagodi, che, in vista dell'elezione diretta del Parlamento Europeo, promosse un segretariato permanente per le politiche liberali in Europa e nel 1974, al Congresso di Firenze, adottò il progetto di statuto della futura Federazione.

La Federazione dei Partiti Liberali della Comunità Europea è nata il 26 e 27 marzo 1976, alla Conferenza Costitutiva di Stoccarda promossa da Gastorn Thorn, all'epoca presidente dell'Internazionale Liberale, e da Hans-Dietrich Genscher, Presidente dei Liberali tedeschi e Ministro degli Esteri della Germania. Alla Federazione aderirono subito nove partiti: l'olandese Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, il lussemburghese Partito Democratico, i tre partiti belgi, il Partito Liberale di Bruxelles, quello della Libertà e Progresso (poi fusi nel Partito Riformatore Liberale) e quello della Libertà in Democrazia, il francese Partito Radical Socialista, il danese Venstre, il Partito Liberale Italiano ed il tedesco Partito Liberal Democratico; successivamente si unirono altri cinque partiti: il danese Venstre Radikale, l'inglese Liberal Party, i francesi Movimento Radicale e Repubblicani Indipendenti ed il Partito Repubblicano Italiano.

A luglio 1977 la Federazione decide di partecipare alla prima campagna elettorale europea del 1979 con il nome di Liberali e Democratici Europei (LDE).

Ad aprile 1986 la Federazione cambia nome e diventa Federazione dei Partiti Liberali, Democratici e Riformatori della Comunità Europea (ELDR).

A dicembre 1993 la federazione ELDR si trasforma in Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori (ELDR).

Il 30 aprile 2004 a Bruxelles viene stilato l'atto costitutivo e lo statuto del nuovo partito ELDR, che si configura come associazione internazionale senza scopo di lucro di diritto belga (in francese: association internationale sans but lucratif, abbreviato in AISBL), in conformità alle norme previste nuovo Regolamento (CE) N. 2004/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'Unione europea del 4 novembre 2003, relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici a livello europeo.

L'organizzazione giovanile dell'ALDE, denominata LYMEC (European Liberal Youth - Gioventù Liberale Europea), è basata prevalentemente su movimenti liberali giovanili e sezioni giovanili dei partiti liberali di tutta Europa, ma aggrega anche membri individuali. Presidente dell'organizzazione è Dan-Aria Sucuri dei giovani Liberali svedesi.

L'ALDE attualmente esprime il Presidente del Consiglio europeo nella figura di Charles Michel.

3 dei 27 Capi di Stato o di governo membri del Consiglio europeo appartengono all'ALDE:

Il Capo di Stato della Francia, il Presidente Emmanuel Macron, il Presidente del Governo della Slovenia, Robert Golob, e il Primo ministro della Bulgaria, Nikolaj Denkov, appartengono a partiti nazionali vicini all'ALDE con cui costituiscono il gruppo Renew Europe al Parlamento europeo.

Commissione von der Leyen (IX legislatura, dal 1º dicembre 2019)

I commissari francese e sloveno, Thierry Breton e Janez Lenarčič, sono politici indipendenti ma vicini all'ALDE.

L'ALDE costituisce nella IX legislatura del Parlamento europeo, assieme al centrista Partito Democratico Europeo e altri partiti nazionali non iscritti a partiti europei come La République En Marche, il gruppo Renew Europe. Rappresenta il terzo gruppo per numero di deputati. Il Presidente del gruppo è Stéphane Séjourné, che non è appartenente a un partito membro dell'ALDE ma è membro ex officio della presidenza dell'ALDE. Il Gruppo esprime tre Vicepresidenti del Parlamento europeo nella seconda metà della IX legislatura: Dita Charanzová, Michal Šimečka e Nicola Beer, tutti e tre membri dell'ALDE.

Anche nel Comitato europeo delle regioni l'ALDE è rappresentato in seno al gruppo Renew Europe, che al 2021 conta 49 membri e 44 membri supplenti.

  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa
  • Sito ufficiale..
  • Sito ufficiale. del relativo gruppo parlamentare al Parlamento europeo
  • Gruppo dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa al Comitato delle Regioni - sito ufficiale (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2009)..
  • Gruppo dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa all'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa - sito ufficiale..
  • Sito ufficiale. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2006). del Movimento Giovanile Liberale della Comunità Europea

Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa by Wikipedia (Historical)


Zuzana Čaputová


Zuzana Čaputová


Zuzana Strapáková, coniugata Čaputová (AFI: [ˈzuzana ˈtʂaputɔʋaː]; Bratislava, 21 giugno 1973), è una politica e attivista slovacca, è stata Presidente della Repubblica Slovacca dal 15 giugno 2019 al 15 giugno 2024, prima donna a rivestire tale incarico oltre che la più giovane al momento dell'elezione.

Nata a Bratislava, è cresciuta nella vicina città di Pezinok. Ha descritto la sua educazione come avvenuta in "una casa dalla mente aperta". Studia giurisprudenza presso l'Università Comenio di Bratislava, laureandosi in giurisprudenza nel 1996. Inizia a lavorare nell'amministrazione di Pezinok, prima come assistente nel dipartimento legale e successivamente come vice del sindaco della città.

Più tardi si trasferisce nel settore non profit, dove gestisce la pubblica amministrazione e il problema dei bambini abusati e sfruttati. Successivamente lavora come project manager presso l'associazione civica EQ Klub sul progetto di sviluppo della comunità locale. Tra il 1998 e il 1999 completa il ciclo di formazione "General Management - Management of Change" e nel 1999 il corso di mediazione ARK, accreditato dal Ministero della Pubblica Istruzione della Slovacchia.

Tra il 2005 e il 2010 lavora come tirocinante in vari studi legali: sino all'agosto 2007 presso l'avvocato Eva Kováčechová, quindi sino al 2009 da Zuzana Dlugošová, infine sino al 31 gennaio 2010 presso lo studio legale Tomáš Kamenec. Dal 1º febbraio 2010 al 12 marzo 2019 esercita la professione di avvocato, chiedendo poi di essere rimossa dalla lista degli avvocati perché "ha giudicato di non avere più il tempo per difendere". Un passo giudicato eccezionale in quanto gli avvocati che entrano ad operare negli uffici pubblici chiedono di solito la sospensione. Se, in futuro, volesse tornare alle attività forense, Čaputová dovrà ripetere di nuovo gli esami.

Dal 2001 al 2017 collabora con l'associazione civica VIA IURIS che si dedica al rafforzamento dello stato di diritto e alla promozione della giustizia in determinate aree del diritto: il funzionamento delle autorità giudiziarie, la responsabilità dei funzionari pubblici, la gestione trasparente della proprietà pubblica e il rafforzamento del controllo pubblico del potere pubblico. A Pezinok è in prima linea in una campagna pubblica contro il permesso di un'altra discarica che inquinerebbe il suolo, l'aria e l'acqua nella città e nell'area circostante. La lunga lotta contro la discarica, che porti molti a paragonarla a quella dell'americana Erin Brockovich, culmina nel 2013 quando la Corte Suprema della Repubblica Slovacca stabilisce che la nuova discarica autorizzata era illegale. In seguito la Corte di giustizia dell'Unione europea ha confermato il diritto del pubblico a partecipare alle decisioni che riguardano l'ambiente, chiarendo una serie di problemi giuridici controversi che sono poi diventati vincolanti per l'intera Unione europea. Nel 2016 vince il Goldman Environmental Prize per la sua campagna contro l'apertura della discarica nella città di Pezinok.

Membro fondatore e vicepresidente di Slovacchia Progressista (Progresívne Slovensko), un partito, nato nel 2017, social-liberale e progressista, è di orientamento liberale ed europeista. Sostiene il matrimonio egualitario e l'adozione per le coppie omosessuali.

In una conferenza stampa tenutasi il 29 marzo 2018, Čaputová ha ufficialmente annunciato la propria candidatura alle elezioni presidenziali slovacche del 2019, sostenuta dall'uscente Andrej Kiska che ha rinunciato a un eventuale secondo mandato. Ha vinto il primo turno, a metà marzo, con il 40,57% dei voti battendo l'esponente del governo Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione europea per l'Unione dell'energia e il clima (18,66%), Stefan Harabin, giudice della corte suprema (14,15%) e Marian Kotleba, esponente dell'estrema destra. Al secondo round, il 30 marzo, ha battuto Šefčovič con il 58% dei voti contro il 42%.

Dopo la vittoria alle elezioni presidenziali, ha affermato di voler mettere al centro della propria azione l'umanesimo, la solidarietà e la trasparenza.

Pur potendo, ha scelto di non ricandidarsi alle successive elezioni del 2024.

Čaputová è divorziata dal 2018 e ha due figlie avute dal matrimonio. Dopo il divorzio ha un nuovo compagno, Peter Konečný, musicista, fotografo e scrittore. Vive con entrambe le figlie a Pezinok.

  • Capi di Stato della Slovacchia
  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Zuzana Čaputová
  • Zuzana Čaputová (canale), su YouTube.
  • Caputová, Zuzana, nata Strapáková, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  • (EN) Zuzana Čaputová, su IMDb, IMDb.com.


Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Zuzana Čaputová by Wikipedia (Historical)


Politica della Croazia


Politica della Croazia


La politica della Croazia consiste in una Repubblica avente un sistema parlamentare di democrazia rappresentativa.

Il sistema politico croato è organizzato secondo il principio di separazione dei poteri: il potere legislativo è attribuito al parlamento, il potere esecutivo è esercitato dal governo e dal presidente della repubblica, mentre il giudiziario è indipendente dall'esecutivo e dal legislativo.

La legge fondamentale della Repubblica di Croazia forma la Costituzione; una raccolta appunto di tutte le leggi la quale indica i principi fondamentali della Repubblica, i diritti dei cittadini e fissa l'ordinamento della Repubblica.

Il primo stato croato si formò nel IX secolo come il principato (ducato) nell'odierna Dalmazia. Nel 925 il principe Tomislav (Tomislao I) diventò il re e riuscì ad unire la Croazia Pannonica (settentrionale) e quella dalmata (costiera) in una sola entità - Regno di Croazia. Tra il 1102 e il 1918 la Croazia, come regno autonomo, fu unita al Regno d'Ungheria (dal 1868 al 1918 come il Regno di Croazia e Slavonia); successivamente ha fatto parte della Jugoslavia dal 1918 fino al 1991. In seno alla "Seconda Jugoslavia" la Croazia fu una repubblica costituente con gli elementi statali: Stato Federale di Croazia (1944-1945), Repubblica Popolare di Croazia (1945-1963) e Repubblica Socialista di Croazia (1963-1990). Il 25 luglio 1990 la denominazione venne cambiata in Repubblica di Croazia in seguito alla promulgazione delle modifiche costituzionali (gli emendamenti LXIV-LXXV, ultime modifiche della Costituzione croata del 1974), il nome che mantenne anche dopo l'indipendenza.

Con l'indebolimento del regime comunista, nel 1989 venne consentita in Croazia la creazione di partiti politici. Il 20 gennaio 1990, al XIVº Congresso Straordinario della Lega dei Comunisti di Jugoslavia, le delegazioni delle repubbliche non furono in grado di trovare un accordo sul principio stesso alla base della Federazione Jugoslava. Le delegazioni croate e slovene chiedevano una federazione con legami più allentati, mentre la delegazione serba, guidata da Slobodan Milošević, vi si opponeva. Come effetto, le delegazioni della Lega dei Comunisti di Slovenia e della Lega dei Comunisti di Croazia abbandonarono il congresso.

Nel 1990 si tennero le prime elezioni parlamentari libere con il primo turno elettorale il 22 aprile 1990 ed il secondo il 6 maggio 1990 (sistema maggioritario con ballottaggio nei collegi uninominali). L'Unione Democratica Croata (HDZ) guidata da Franjo Tuđman vinse le elezioni, seguita dai comunisti riformatori di Ivica Račan (Lega dei Comunisti di Croazia-Partito dei Cambiamenti Democratici, SKH-SDP; odierno il Partito Socialdemocratico di Croazia, SDP). Il 30 maggio 1990, la nuova Legislatura (Parlamento croato) tenne la sua prima seduta. Il governo venne formato dall'HDZ (con Stjepan Mesić come Primo ministro) e Franjo Tuđman fu eletto Presidente della Repubblica (in conformità alla Costituzione croata del 1974, formalmente come Presidente della Presidenza della Repubblica Socialista di Croazia fino alle modifiche costituzionali del 25 luglio 1990). La nuova Costituzione fu adottata il 22 dicembre 1990.

Nel referendum sull'indipendenza dello Stato, svoltesi il 19 maggio 1991, il 94,17% dei votanti (83,56% di affluenza) decise per l'indipendenza della Croazia. Il 25 giugno 1991 il Parlamento croato, adottò la "Delibera Costituzionale sulla Sovranità ed Indipendenza della Repubblica di Croazia", approvando anche la "Dichiarazione sulla Sovranità ed Indipendenza della Repubblica di Croazia" ed altri atti concernenti l'indipendenza, allo stesso tempo, era iniziato il procedimento per il riconoscimento internazionale. Gli Accordi di Brioni vennero firmati il 7 luglio 1991 dai rappresentanti della Croazia, della Slovenia e della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia sotto l'egida della Comunità Economica Europea e con questo documento la Croazia e la Slovenia congelarono per tre mesi la loro indipendenza da Belgrado (la moratoria). Scaduta ufficialmente la moratoria, l'8 ottobre 1991 la Repubblica di Croazia rescisse le legami statali e legali con le altre repubbliche della Jugoslavia, diventando definitivamente uno Stato libero ed indipendente dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. I paesi della CEE intanto riconobbero la Croazia il 15 gennaio 1992. Nel corso del 1992 la Croazia viene riconosciuta da gran parte degli Stati mondiali e nel 22 maggio 1992 divenne parte delle Nazioni Unite (ONU).

Dopo la guerra d'indipendenza, la Croazia divenne un membro del Consiglio d'Europa il 6 novembre 1996, della NATO il 1º aprile 2009 e dell'Unione europea il 1º luglio 2013; è anche un membro di tutte le principali istituzioni finanziarie internazionali, fra cui Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, Organizzazione Mondiale del Commercio.

La Costituzione della Repubblica di Croazia (Ustav Republike Hrvatske) fu adottata dal Parlamento croato (Hrvatski sabor) il 22 dicembre 1990. Il documento è diviso in dieci parti o titoli:

I. Principi fondamentali (Preambolo)

II. Disposizioni di base

III. Protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali

IV. Organizzazione del potere statale (Organizzazione del governo)

V. La Corte costituzionale della Repubblica di Croazia

VI. Autogoverno locale e territoriale (regionale)

VII. Rapporti internazionali

VIII. Unione europea

IX. Modifiche della Costituzione

X. Disposizioni transitorie e finali

La Costituzione proclama la Croazia uno "stato unitario ed indivisibile, democratico e sociale" che deriva la sua sovranità dal "popolo come comunità di cittadini liberi ed uguali" (art. 1). Afferma inoltre che "la libertà, l'uguaglianza, la pariteticità nazionale e la parità tra i sessi, la pace, la giustizia sociale, il rispetto dei diritti dell'uomo, l'inviolabilità della proprietà, la tutela del nature e dell'ambiente umano, lo stato di diritto ed un sistema democratico pluripartitico, sono i maggiori valori dell'ordinamento costituzionale e costituiscono le basi per interpretare la Costituzione" (art. 3).

Hanno diritto a proporre modifiche della Costituzione almeno un quinto dei deputati, il Presidente della Repubblica ed il Governo. Il Parlamento decide a maggioranza dei voti di tutti i deputati se procedere alle modifiche costituzionali e stabilisce con stessa maggioranza i disegni delle modifiche. Le modifiche della Costituzione vengono approvate a maggioranza dei due terzi di tutti i deputati. Un decimo degli elettori (cittadini aventi diritto di voto) anche possono proporre le modifiche della Costituzione e tale revisione è sottoposta al referendum per approvazione. La modifica viene accolta a maggioranza di voti favorevoli dei cittadini votanti.

La Costituzione è stata cambiata in cinque occasioni:

  • Il 12 dicembre 1997 con le modifiche minori.
  • Il 9 novembre 2000 passando dal sistema semipresidenziale al sistema parlamentare, pur mantenendo l'elezione diretta del Presidente della Repubblica. Queste modifiche alla Costituzione anche considerevolmente ampliarono i poteri della Corte costituzionale ed aumentarono il numero dei giudici da undici a tredici.
  • Il 28 marzo 2001 la Costituzione fu cambiata per passare dal bicameralismo ad unicameralismo parlamentare. Le modifiche ristrutturarono il Parlamento croato in senso monocamerale. Fu invece armonizzata la terminologia utilizzata nelle parti della Costituzione relative ai diritti dell'uomo e le libertà fondamentali e alla Corte costituzionale con la terminologia usata nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU).
  • il 16 giugno 2010 la Costituzione fu cambiata per permettere alla Croazia di entrare nell'Unione europea se questo fosse stato il volere dei cittadini; i cittadini si espressero favorevolmente nel referendum del 2012.
  • Il 1 dicembre 2013 dopo l'iniziativa popolare per la revisione parziale della Costituzione, nel referendum la maggioranza dei votanti approvò di inserire nella Costituzione la definizione del matrimonio come un’unione esclusivamente tra “un uomo e una donna”. È unica modifica approvata mediante un referendum. Anche se il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è legalmente valido in Croazia, le unioni civili (životno partnerstvo) registrate per le coppie dello stesso sesso sono state rese legali fin dal 2014; queste forniscono la maggior parte degli stessi diritti che ricevono le coppie sposate di sesso opposto.

Il potere legislativo è attribuito al Parlamento (in croato: Hrvatski sabor, "Parlamento croato"), eletto ogni quattro anni.

A partire dal 2011 esso si compone di 151 seggi: 143 sono attribuiti mediante sistema proporzionale, di cui 140 nell'ambito del territorio nazionale e 3 nella circoscrizione estero; 8 sono assegnati alle minoranze etniche nazionali. In precedenza, il numero dei deputati non era stabilito in misura fissa, essendo previsto un massimo di 161 componenti.

Per effetto della riforma costituzionale del 2001, inoltre, il Sabor si caratterizza come un Parlamento unicamemerale, essendo stata disposta l'abolizione della Camera delle regioni.

Il Governo (Vlada), come l'organo collegiale, consiste del Primo ministro, dei vice primi ministri e dei ministri. Il Governo esercita il potere esecutivo ed è responsabile verso il Parlamento. Il Primo ministro della Croazia (Predsjednik Vlade, traduzione esatta è "Presidente del Governo" come p.e. nella Spagna) è il capo del Governo in un sistema multipartitico.

Essendo l'organo principale del potere esecutivo, il Governo ha come scopo primario l'attuazione di una determinata politica nazionale. Propone le leggi ed il bilancio, si occupa della politica interna ed estera del Paese. Secondo la Legge sul sistema d'amministrazione statale del 2011 con le modifiche fino al 2016, il Governo, su proposta del Primo ministro, nomina i segretari di Stato (hanno funzioni analoghe ai sottosegretari di Stato nel sistema politico italiano). Il Primo ministro, i ministri, i segretari di Stato (ed altri ufficiali pubblici in conformità alla legge elettorale) non possono essere membri del parlamento.

Dopo le elezioni parlamentari, il Presidente della Repubblica, previa consultazione con i rappresentanti designati dai gruppi politici che hanno ottenuto rappresentanza parlamentare, propone un candidato alla Presidenza del Governo che dovrebbe essere il leader del partito di maggioranza o il leader della coalizione di maggioranza. Il candidato presenta al Parlamento il programma politico e i nomi dei ministri del Governo che intende formare e chiede la fiducia del Parlamento. Se il Parlamento a maggioranza assoluta (almeno la metà più uno di tutti i deputati), dà fiducia al candidato, il Presidente della Repubblica lo nomina Primo ministro (Presidente del Governo) e, da questo momento, il Primo ministro nomina i ministri. Prima di assumere le funzioni, il Primo ministro e i ministri devono prestare giuramento davanti al Parlamento. Se entro quattro mesi dalla prima proposta nessun candidato ottiene il sostegno del Parlamento, il Presidente della Repubblica scioglie il Parlamento e convoca nuove elezioni. Secondo l'art. 115 e 116 della Costituzione, il Governo deve avere la fiducia del Parlamento: il Primo ministro può rimettere al Parlamento la questione di fiducia, il Parlamento accorda la fiducia a maggioranza dei voti di tutti i deputati. Il Parlamento potrebbe rimuovere in qualsiasi momento il Primo ministro (e tutto il Governo) o singoli ministri attraverso una mozione di sfiducia, che richiede il sostegno della maggioranza dei voti di tutti i deputati (maggioranza assoluta). Se il nuovo Governo non viene eletto dopo 30 giorni (un mese) dalla delibera di sfiducia (il candidato per la carica di Primo ministro è proposto dal Presidente della Repubblica e può nominare i ministri dopo l'investitura parlamentare), il Presidente della Repubblica deve sciogliere il Parlamento e convocare nuove elezioni. Singoli ministri possono essere destituiti dal Primo ministro e nuovi sono inoltre nominati dal Primo ministro dopo la fiducia parlamentare espressa dalla maggioranza dei voti di tutti i deputati.

Il Presidente della Repubblica (Predsjednik Republike) è eletto a suffragio universale diretto (sistema maggioritario con ballottaggio) per un massimo di due mandati della durata di cinque anni. In seguito all'elezione deve rinunciare all'iscrizione a qualsiasi partito politico. Rappresenta l'unità nazionale e svolge alcune funzioni esecutive e cerimoniali secondo le norme stabilite dalla Costituzione.

Se il Presidente è impedito nell'esecuzione dei propri doveri, il Presidente del Parlamento assume i poteri presidenziali per un massimo di 60 giorni a partire dalla convocazione di nuove elezioni.

Qualora nello svolgimento della propria funzione il Presidente della Repubblica violi la Costituzione, il Parlamento, a maggioranza dei due terzi di tutti i deputati, può metterlo in stato d'accusa dinanzi alla Corte Costituzionale (per responsabilità speciale o "attentato alla Costituzione"). La Corte Costituzionale delibera sulla responsabilità speciale del Presidente a maggioranza dei due terzi di tutti i giudici; se è colpevole, viene destituito dalla carica.

Il potere giudiziario è invece indipendente ed esercitato dagli organi giurisdizionali

  • i tribunali municipali (općinski sudovi),
  • i tribunali regionali (županijski sudovi),
  • i tribunali commerciali (trgovački sudovi),
  • l'Alta Corte Commerciale (Visoki trgovački sud),
  • i tribunali amministrativi (upravni sudovi),
  • l'Alta Corte Amministrativa (Visoki upravni sud),
  • l'Alta Corte Penale (Visoki kazneni sud),
  • l'Alta Corte per le Trasgressioni (Visoki prekršajni sud),
  • la Corte Suprema (Vrhovni sud).

I giudici (eccetto il presidente della Corte Suprema) sono nominati dal Consiglio Giudiziario dello Stato composto da undici membri eletti per quattro anni: sette giudici eletti da e tra i giudici della magistratura ordinaria e specialista, eccetto i giudici della Corte Costitutuinale; due professori ordinari universitari in materie giuridiche eletti dalle facoltà di giurisprudenza delle università croate; e due membri eletti dal Parlamento - uno tra i deputati della maggioranza ed uno tra i deputati dell'opposizione.

Il Presidente della Corte Suprema viene eletto dal Parlamento su proposta del Presidente della Repubblica, sentito il parere della Corte Suprema in seduta plenaria e la Commissione parlamentare Giustizia.

L'Avvocatura dello Stato (Državno odvjetništvo) promuove la repressione dei reati, è responsabile della conduzione delle indagini preliminari e rappresenta l'accusa nel processo penale; vigila sull'osservanza delle leggi e sulla regolare amministrazione della giustizia; rappresenta lo Stato nelle controversie legali civili ed amministrative avverso le controparti(nell'ordinamento croato l'Avvocatura dello Stato svolge le funzioni della Procura e dell'Avvocatura dello Stato nell'ordinamento giudiziario italiano). Gli avvocati dello Stato e avvocati aggiunti dello Stato (nell'Ufficio dell'Avvocato generale dello Stato e negli uffici regionali e municipali) sono nominati dal Consiglio dell'Avvocatura/Procura dello Stato (eccetto l'Avvocato generale dello Stato chi è eletto dal Parlamento su proposta del Governo, sentito il parere della Commissione parlamentare Giustizia). Il Consiglio dell'Avvocatura dello Stato è composto da membri eletti per quattro anni: sette avvocati aggiunti dello Stato eletti da e tra avvocati aggiunti dello Stato nell'Ufficio del Avvocato generale e negli uffici regionali e municipali, due professori ordinari universitari in materie giuridiche eletti dalle facoltà di giurisprudenza delle università croate e due membri eletti dal Parlamento - uno tra i deputati della maggioranza ed uno tra i deputati dell'opposizione.

La Corte Costituzionale (Ustavni sud), non essendo parte della giurisdizione ordinaria o amministrativa, è formata da tredici giudici eletti dal Parlamento a maggioranza dei due terzi di tutti i deputati per un mandato d'otto anni. Presidente e Vice Presidente della Corte vengono eletti dai giudici per quattro anni. La Corte Costituzionale giudica sulla conformità delle leggi alla Costituzione, dei regolamenti alla Costituzione e alle leggi; risolve il conflitto di competenze fra gli organi di potere legislativo, esecutivo e giudiziario; delibera, in conformità alla Costituzione, sulla responsabilità speciale del Presidente della Repubblica; controlla la costituzionalità dei programmi e dell’azione dei partiti politici e può, conformemente alla Costituzione, vietare il loro lavoro; controlla la costituzionalità e la legalità delle elezioni e del referendum statale e delibera sulle cause elettorali che non sono di competenza dei tribunali. Svolge la funzione fondamentale di garantire l'applicazione dei principi e degli articoli della Costituzione.

La Croazia è caratterizzata da un sistema politico multipartitico. Le seconde elezioni europee si sono tenute il 25 maggio 2014. Le ultime elezioni parlamentari tenutesi l'11 settembre 2016 sono state elezioni anticipate precedute dalla sfiducia nei confronti del Governo Orešković (coalizione HDZ - Most) il 16 giugno 2016 e dallo scioglimento del Parlamento. La IX legislatura del Parlamento croato ha avuto inizio venerdì 14 ottobre 2016 ed il 14º Governo, guidato da Andrej Plenković è in carica dal 19 ottobre 2016 (coalizione HDZ - Most, dal 28 aprile 2017: governo di minoranza dell'HDZ e dal 9 giugno 2017: coalizione HDZ - HNS).

I partiti con i seggi nel Parlamento croato (IX legislatura) o nel Parlamento europeo (IX legislatura) sono (situazione settembre 2019):

Nel Parlamento croato della IX legislatura sono anche eletti otto deputati nella circoscrizione delle minoranze nazionali: tre rappresentanti della minoranza serba eletti nella lista "Partito Democratico Indipendente Serbo" (SDSS-СДСС), cinque formalmente indipendenti: un rappresentante della minoranza ungherese eletto nella lista "Unione Democratica degli Ungheresi di Croazia" (DZMH-HMDK), un rappresentante della minoranza italiana (eletto nella lista indipendente), un rappresentante della minoranza ceca e slovacca (eletto nella lista indipendente) e due rappresentanti delle altre minoranze, da cui uno è eletto nella lista "Unione degli Albanesi in Croazia" (UARH-USHRK) ed uno nella lista "Alleanza dei Rom in Croazia Kali Sara" (SRRH KS). Un seggio viene alla "Lista Indipendente Željko Glasnović" nella circoscrizione Esteri.

Nel Parlamento Europeo (IX legislatura, le elezioni europee del 2019) europarlamentare Ivan Vilibor Sinčić, eletto nella lista "Muro Vivente - Barriera Umana" (ŽZ), è deputato non iscritto. Mislav Kolakušić, eletto nella "Lista indipendente di Mislav Kolakušić", è deputato indipendente e non iscritto.

Lista dei maggiori partiti del passato. In parentesi è nome del partito in croato e periodo quando il partito fu attivo.

  • Partito Illirico/Partito Popolare (Ilirska stranka/Narodna stranka, 1841–1861)
  • Partito Popolare Liberale/Partito Popolare (Narodno-liberalna stranka/Narodna stranka, 1861–1906)
  • Partito Croato-Ungherese (Hrvatsko-ugarska stranka o Horvatsko-vugerska stranka in croato caicavo, 1841–1861)
  • Partito Unionista/Partito Popolare Costituzionale (Unionistička stranka/Narodno-ustavna stranka, 1861–1873)
  • Partito Popolare Indipendente (Neodvisna narodna stranka, 1880–1903)
  • Partito dei Diritti/Partito Croato dei Diritti (Stranka prava/Hrvatska stranka prava, 1861–1910; 1990–)
  • Puro Partito dei Diritti (Čista stranka prava, 1895–1918)
  • Partito dei Diritti di Starčević (Starčevićeva stranka prava, 1908–1918; 2009– come Partito Croato dei Diritti dr. Ante Starčević, Hrvatska stranka prava dr. Ante Starčević, HSP AS)
  • Partito Indipendente Serbo/Partito Popolare Indipendente Serbo (Samostalna srpska stranka/Samostalna narodna srpska stranka, 1881–1918)
  • Partito Popolare Radicale Serbo (Srpska narodna radikalna stranka, 1903 –1918)
  • Partito Contadino Croato (Hrvatska seljačka stranka - HSS, dal 1990), già Partito Contadino Popolare Croato (Hrvatska pučka seljačka stranka - HPSS, dal 1904 al 1920) e Partito Contadino Repubblicano Croato (Hrvatska republikanska seljačka stranka- HRSS, dal 1920 al 1927)
  • Partito Progressista/Partito Popolare Progressista Croato (Napredna stranka/Hrvatska pučka napredna stranka, 1904–1910)
  • Partito Indipendente Croato (Hrvatska samostalna stranka, 1910–1918)
  • Partito Socialdemocratico di Croazia e Slavonia (Socijaldemokratska stranka Hrvatske i Slavonije, 1894–1918)
  • Coalizione Croato-Serba (Hrvatsko-srpska koalicija, 1905–1918)
  • Partito Autonomista (Dalmazia)(Autonomaška stranka, 1861–1918)
  • Partito Popolare o Partito del Popolo/Partito Popolare Croato o Partito Nazionale Croato (Dalmazia) (Narodna stranka/Narodna hrvatska stranka, 1861–1905)
  • Partito Croato (Dalmazia) (Hrvatska stranka, 1905–1918)
  • Partito Serbo (Dalmazia) (Srpska stranka, 1879–1918)
  • Partito Democratico (Dalmazia) (Demokratska stranka, 1904–1906)
  • Partito Popolare Croato-Sloveno (Istria) (Hrvatsko-slovenska narodna stranka, 1878–1818)
  • Comunità Croata (Hrvatska zajednica, 1919–1926)
  • Partito Federalista Contadino Croato (Hrvatska federalistička seljačka stranka, 1926–1929)
  • Partito Communista di Croazia/Lega dei Comunisti di Croazia (Komunistička partija Hrvatske/Savez komunista Hrvatske, 1937–1990)

Nota: L'aggettivo croato "narodni/a/o" in italiano significa "popolare", ma può anche significare l'aggettivo "nazionale", mentre l'aggettivo "pučki/a/o" significa sempre l'aggettivo "popolare". Gli aggettivi "samostalan/samostalna/samostalno e neovisan/neovisna/neovisno significano "indipendente" o "autonomo/a".

La Croazia è amministrativamente suddivisa in 20 regioni (o contee o contade, traduzione esatta del croato županije, sing. županija) mentre la capitale Zagabria costituisce una propria entità (la città a livello di regione). Le unità d'autogoverno locale sono 127 città (aree urbane) e 424 comuni o municipalità (aree rurali o suburbane).

La Nomenclatura delle unità territoriali statistiche della Croazia (NUTS:HR) è usata per fini statistici a livello dell'Unione europea (Eurostat). I codici NUTS del paese lo dividono in tre livelli: NUTS-1: Croazia, NUTS-2: due aree statistiche (Croazia continentale e Croazia adriatica) e NUTS-3: 21 unità coincidente con le regioni (contee) e la città di Zagabria.

La Croazia è membro di AIEA, BERS, BIRS, CE, CEI, CIO, ECE, FAO, FMI, ICAO, ICC, IFC, IFRCS, IMO, Interpol, IOM, ISO, ITU, NATO, OIL, OMM, OMS, ONU, OSCE, UE, UNCTAD, UNESCO, UNWTO, UPU, WIPO, WTO.

  • Repubblica di Croazia
  • Presidenti della Croazia
  • Primi ministri della Croazia
  • Elezioni parlamentari in Croazia del 1990
  • Elezioni parlamentari in Croazia del 1992
  • Elezioni parlamentari in Croazia del 1995
  • Elezioni parlamentari in Croazia del 2000
  • Elezioni parlamentari in Croazia del 2003
  • Elezioni parlamentari in Croazia del 2007
  • Elezioni parlamentari in Croazia del 2011
  • Elezioni parlamentari in Croazia del 2015
  • Elezioni parlamentari in Croazia del 2016
  • Elezioni presidenziali in Croazia del 1992
  • Elezioni presidenziali in Croazia del 1997
  • Elezioni presidenziali in Croazia del 2000
  • Elezioni presidenziali in Croazia del 2005
  • Elezioni presidenziali in Croazia del 2009-10
  • Elezioni presidenziali in Croazia del 2014-15
  • Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su politica della Croazia
  • (EN) Sito web del Governo croato (Vlada), su vlada.gov.hr.
  • (EN) Sito web del Parlamento croato (Sabor), su sabor.hr. URL consultato il 18 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2016).
  • (EN) Sito web della Corte Costituzionale della Repubblica di Croazia (Ustavni sud), su usud.hr.

Text submitted to CC-BY-SA license. Source: Politica della Croazia by Wikipedia (Historical)


Edinost


Edinost


Edinost (lett. "Unità") è una pubblicazione slovena fondata a Trieste nel 1876 col nome completo Edinost. Glasilo slovenskega političnega društva tržaške okolice (trad. L'Unità. La voce dell'associazione politica slovena del circondario di Trieste) e che fu chiusa con ordinanza prefettizia fascista nel 1928. Ivan Dolinar fu proprietario, editore del Consorzio del giornale Edinost e poi redattore del giornale stesso dal n. 1 del 1880.

Edinost iniziò come quattordicinale, nel 1880 divenne settimanale, nella seconda metà del 1882 bisettimanale e dall'inizio del 1894 uscì tre volte la settimana in edizione mattutina e serale. Nell'aprile 1898 diventò quotidiano con due edizioni giornaliere, l'edizione serale era il Novičar ("Cronista"). Per tutto il 1914 e per parte del 1915 l'edizione serale si chiamò Večerna Edinost ("Unità della Sera"). Il primo editore fu Ivan Dolinar. Engelbert Besednjak ne diventò direttore nel 1919 vi collaborò anche Damir Feigel. Iniziò con 700 copie e raggiunse un massimo di 12 000 copie vendute. Fu il testimone quotidiano della presenza slovena a Trieste e nelle altre località del Litorale. Venne pubblicato anche il giornale umoristico Juri s pušo che faceva riferimento agli ambienti dell'Edinost. I numeri pubblicati vanno dal 9. 4. 1884 al 29. 5. 1886 e dopo la morte di Ivan Dolinar dal luglio 1886 al 26. 3. 1887. Il sottotitolo recitava: «un tedioso giornale per coloro che non appartengono al popolo italiano, quello tedesco e ungherese, ma si occupa per la snazionalizzazione e per altre persone goffe». Tramite l'Edinost si affermarono nuove tendenze nella cultura slovena, fu voce del primo movimento antifascista in Europa, dal primo giorno del regime al 4 settembre 1928, data della sua chiusura per ordine delle autorità fasciste. Si ispirò ai principi di indipendenza, di libertà e di pace, prendendo a cuore gli interessi della comunità slovena e dichiarando di non occuparsi di questioni religiose. Nel corso dei decenni a Trieste infatti non si sono scatenate, fra gli sloveni, le grandi contrapposizioni di carattere liberal-clericale come altrove. Il primo numero del Primorski dnevnik uscito il 13 maggio 1945 affonderà le sue radici nell'Edinost.

Nelle polemiche sul nazionalismo di matrice slava, viene spesso citato in numero del 7 gennaio 1911, in cui Edinost viene accusato di aver affermato "Non abbandoneremo la nostra lotta fino a quando non avremo sotto i piedi, ridotta in polvere, l’italianità di Trieste". Tale frase non c'è nel testo, ma ci sono alcuni inserti che si riferiscono a due elementi: il primo è relativo al censimento del 1910 che sottostimava il numero di sloveni in città e di cui si stava effettuando una revisione; il secondo elemento riguarda il programma politico di quella parte della comunità slovena che avrebbe voluto creare, con un regno slavo, una "terza gamba" alla monarchia austro-ungarica, regno con a capo Trieste. La traduzione italiana delle frasi del numero menzionato possono essere tradotte "Finora è stata, la nostra lotta, lotta per l'uguaglianza. Domani annunciamo agli italiani che la nostra futura lotta sarà una lotta per il dominio. Noi SLOVENI, SLAVI, non ci arrenderemo fino a quando non governeremo Trieste!" e "Negli ultimi sospiri, l'italiano di Trieste festeggia in questi giorni la sua orgia pre-morte. Per il domani, gli Slavi di Trieste dicono a questo condannato a morte di pregare il 'Confiteor'", frase quest'ultima che suona certo come previsione di un ineluttabile futuro slavo di Trieste. Nel numero successivo, dell'8 gennaio 1911, queste frasi venivano sconfessate con il comunicato: "Nell'edizione di ieri è stata inserita una specie di dichiarazione di guerra senza firma, contraria al nostro programma che si basa sull'uguaglianza nazionale. Il sottoscritto comitato dichiara che non e' d'accordo con la tendenza di questa dichiarazione. Nota della redazione: Come spiegazione aggiungiamo che questa notizia non proviene dalla redazione, bensi' qualcuno l'ha portato in tipografia durante la notte ed i tipografi l'hanno aggiunta bona fide (in buona fede)". Questo è confermato anche dal programma, pubblicato nel primo numero dell'8 gennaio 1876.

Si è accennato che a Trieste infatti non vi furono, fra gli sloveni, grandi contrapposizioni di carattere liberal-clericale come altrove anzi nonostante il sistema scolastico seguisse l'ordinamento stabilito dalla legge del 14 maggio 1869 si riuscì a fondare, in alcuni casi anche con l'aiuto della Chiesa, alcune scuole di lingua slovena e a promuovere iniziative per giovani in difficoltà con l'ambiente sociale.

  • http://sdl.sdb.org/gsdl/collect/salesian/index/assoc/HASH0122.dir/doc.pdf
  • Ivan Dolinar
  • France Cegnar- 8/12/1826 Sv. Duh, Škofja Loka, † 14/2/1892 Trieste.
  • Viktor Dolenc
  • Lawrence Svab
  • August Kermavner
  • Max Cotic
  • Engelbert Besednjak
  • Filip Peric- 1886 Sela,† 1955 Trieste.

Fonte: Milan Pahor, storico

  • Dal 1876-1880 venne stampato nella tipografia del Lloyd Austriaco.
  • Dal giugno 1880 al 1884 in una nuova tipografia, diretta da Franc Hvala che pubblicò nel 1882 il libro di Matija Sila: "Trst in okolica" (Trieste e il Circondario).Foto Archiviato il 7 marzo 2016 in Internet Archive.
  • Dal 1884 in quella che fu la prima azienda tipografica slovena di Trieste fondata da Viktor Dolenc che entrato nella redazione del giornale fu subito consapevole di quanto fosse importante avere una propria tipografia per garantirsi l'indipendenza in campo editoriale presso la quale il giornale Edinost continuò ad essere stampato anche dopo la morte del suo fondatore e proprietario, fino al 1898.
  • Dal 2 aprile 1898 presso la cooperativa tipografica Tiskarna Edinost fondata dal circolo Edinost. La sede si trovava in via Torrebianca.
  • Dal 1904 al 1914 invece nel Narodni dom, con l'entrata in via Galatti.
  • Dall 1914 la tipografia si trasferì in un proprio edificio, in via S. Francesco 20, dove operò fino al 1928 quando fu soppressa con la forza dal regime fascista.

Dal 1914 al 1924 fu pubblicato un foglio chiamato Edinost a Chicago contea di Cook Illinois (4 uscite settimanali dal 4 gennaio 1914 al 6 giugno 1924).

  • - Slavi negli U.S.A, su newadvent.org.
  • Testo del 1912 sugli sloveni in Illinois, su feefhs.org.
  • Sloveni a Cleveland, su clevelandseniors.com. URL consultato l'8 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2010).
  • Cleveland's history:Slovenians, su ech.cwru.edu.
  • Slovene Americans

Gli sloveno-canadesi non erano grandi lettori né di libri, né di giornali a differenza dei loro connazionali in patria, che sono tra i leader mondiali nei libri letti pro capite. Tuttavia, ci sono stati numerosi periodici sloveni pubblicati in Canada a partire dal 1945.

Il primo periodico sloveno-canadese fu l'Edinost (l'Unità, Toronto, 1942-48), pubblicato dalla Canadian-Yugoslav Federation, che ha sostenuto le forze di liberazione di Tito in Jugoslavia. Al suo apice, è stato un settimanale con circa 1.200 iscritti.

Primo giornale delle donne slovene pubblicato la prima volta come supplemento dell'Edinost nel 1897 prima redattrice Marica Nadlisek poi Ivanka Klemelic. Nel 1899 la scrittrice Elvira Dolinar fondava la prima organizzazione di donne slovene.

  • The History of Social Work in Slovenia - di Daja Zaversek e Vesna Leskosek Università di Lubiana Facoltà di Scienze Sociali.
  • PROGRESSIVE SLOVENE WOMEN OF AMERICA (Progresivne Slovenke Amerike), su ech.cwru.edu.

Bibliografia:

  • Miscellanea Di Università degli studi di Trieste. Facoltà di magistero 1987 pag.142

L'11 Marzo 2017, l'artista Alessio Mazzaro grazie all'aiuto dell'editore Alexandros Delithanassis, ha riaperto a Trieste l'Edinost come opera d'arte pubblica e con l'idea di “creare uno spazio di dialogo tra le diverse comunità della città: croata, ebraica, greca, italiana, serba e slovena". Il giornale pubblicato per un totale di sei numeri bimesili, ha ripreso font, formato e impaginazione del foglio originale. La sua scrittura collettiva è stata diretta da Mazzaro e affidata, di volta in volta, ad un membro di una delle comunità. Suoi principali contributori sono stati Marko Kravos, Antonio Sofianopulo, Mauro Tabor, Pierluigi Sabatti, Vesna Piasevoli e Bojan Mitrovic.

Come ha dichiarato l'artista «La scelta è caduta sull’Edinost per il suo legame con il Narodni Dom: l’incendio del 1920, che suggellò la nascita del fascismo di confine, ha uno stretto legame con quanto sta accadendo oggi con i profughi e i problemi di confini». Nel primo numero, "Il capitolo Sloveno", tutte le comunità hanno risposto alla stessa domanda: "E se oggi riaprisse a Trieste l'Hotel Balkan? Una casa del popolo che accoglie chi attraversa i Balcani e contiene un hotel, un teatro, una banca, una palestra, una stamperia, due caffè, due ristoranti, un albergo e degli appartamenti?".

  • Slovenski Biografski Leksikon
  • Silvana Monti Orel, I giornali triestini dal 1863 al 1902, Trieste, LINT, 1976.
  • Storia economica e sociale di Trieste, Volume 1 Di Roberto Finzi, Giovanni Panjek
  • Il cuore conteso: il nazionalismo in una comunità multietnica: l'Istria - Pagina 128 Vanni D'Alessio 2003
  • M. Pahor: Slovensko denarništvo v Trstu, 1989
  • J. Kramar: Narodna prebuja istrskih Slovencev, 1991
  • Edinost: 1876-1926: popolnjen in preurejen ponatis jubilejne številke Editore Edinost, 1926
  • Series Historia et sociologia, Volume 2 Di Zgodovinsko društvo za južno Primorsko
  • Cattolici a Trieste: nell'Impero austro-ungarico, nell'Italia monarchica e fascista, sotto i nazisti, nel secondo dopoguerra e nell'Italia democratica Autore Angelo Bartolomasi.
  • Ricerche storico-religiose su Trieste Di Pietro Zovatto
  • J. Majovski: Performer Alessio Mazzaro je udenjanjil zanimiv projekt, Primorski, 2017
  • Casa del Popolo
  • Diffusione dello sloveno in Italia
  • Incidenti di Spalato
  • Italianizzazione (fascismo)
  • Ivan Dolinar
  • Storia di Trieste
  • Venezia Giulia
  • Peter Kozler
  • Francesco Borgia Sedej
  • Sito ufficiale del Primorski Dvenik, su primorski.it.
  • Breve storia Edinost, su istrapedia.hr.
  • Ricordo Edinost, su odg.mi.it. URL consultato il 20 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2010).
  • Edinost come fonte di notizie... (DOC), su incontrimitteleuropei.it.
  • Hemeroteca nuovo Edinost , su alessiomazzaro.com.
  • Tesi di Laure di M.Dal Porto JOYCE, TRIESTE E L'IDEA DI EUROPA (PDF) , su openstarts.units.it.
  • Nazionalismi a Trieste, su zrs-kp.si. URL consultato il 25 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2005).
  • Il movimento operaio, su instoria.it.
  • Testate delle minoranze europee, su freeweb.dnet.it. URL consultato il 26 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2006).
  • Mail dello storico Milan Pahor , su it.groups.yahoo.com.
  • Nazione e Nazionalismi, su contemporanea.netsons.org. URL consultato il 4 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2009).
  • Le diverse comunità , su consiglio.regione.fvg.it.
  • Macchine per stampa, su stampatipografica.it. URL consultato il 12 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2010).
  • Trieste asburgica tra consapevolezza dei poveri e coscienza operaia, su instoria.it.
  • Workers' Associations in Trieste (1888 - 1927)-Sabine Rutar (DOC), su eui.eu. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2007).
  • Slovenska Bibliografia del dott. F.Simonic del 1903, su archive.org.
  • Scrittura glacolica (PDF) , su www3.unicatt.it.
  • Slovene in Egitto, su aleksandrinke.si.

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